Fire squad – Incubo di fuoco: la vera storia di un caloroso gruppo di eroi

Valorosi uomini, volenterosi e coraggiosi, che si gettano tra le fiamme di un  qualsiasi incendio o disastro naturale pur di salvare le vite di ogni persona che si trovi in pericolo.

L’eroismo dei vigili del fuoco è stato alla base dei soccorsi che hanno agito subito dopo i fattacci dell’11 Settembre 2001 e nessuno ha mai messo in dubbio la loro fondamentale presenza, soprattutto il cinema.

A memoria, possiamo ricordare alcuni titoli sulla difficile vita del pompiere come Fuoco assassino di Ron Howard o World Trade Center di Oliver Stone, quest’ultimo dedicato proprio ai sopravvissuti del crollo delle Twin Towers durante una missione di salvataggio; mentre, in ultimo, salta alla mente anche Squadra 49 di Jay Russell con John Travolta e Joaquim Phoenix, tratto da fatti realmente accaduti.

Prendendo ispirazione anch’esso da una storia vera, arriva nelle sale Fire squad – Incubo di fuoco, lungometraggio che pone su un piedistallo l’eroismo di un gruppo di pompieri, la Granite Mountain Hotshots, unione di uomini ancora nella memoria di chi ha sentito parlarne e che il regista Joseph Kosinski (suoi i fantascientifici Tron: Legacy e Oblivion) intende raccontare tramite questo biography molto sentito.

Ne sono protagonisti attori di grande qualità del calibro di Josh Brolin, Jeff Bridges, Miles Teller, James Badge Dale, Andie McDowell, Taylor Kitsch e Jennifer Connelly, il cui compito è quello di rivivere quelle dure emozioni veramente attraversate dai reali protagonisti della vicenda.

Tratto da un articolo di Sean Flynn pubblicato su GQ, Fire squad – Incubo di fuoco è, quindi, la vera storia di Eric Marsh (Brolin) e dello squadrone che è sotto i suoi comandi, valorosi intenzionati ad andare in prima linea pur di dimostrare il loro senso del dovere e tra i quali vi è il complicato Brendan McDonough (Teller), ragazzo con problemi di dipendenza da droghe, arruolatosi per amore di sua figlia appena nata.

L’avvicinamento a questo nucleo di vigili del fuoco fa sì che il giovane possa trovare una seconda famiglia, con tutti i rischi e pericoli del caso, considerato che ognuno ha qualcuno che l’aspetta a casa e che vorrebbe abbracciarlo di nuovo.

Al di fuori della sorta di monumento filmico a questi eroici individui, però, Fire squad – incubo di fuoco non è il tipo di lungometraggio riuscito sotto tutti gli aspetti, visto che, in fin dei conti, ci troviamo dinanzi a un romanzone di oltre due ore provvisto di ogni tipo di situazione stucchevole del caso.

Problemi esistenziali e con i propri familiari, puro cameratismo e gioie tra conoscenti sono i momenti che Kosinski sente di dover mettere in scena attraverso la sua opera, senza chiedersi, però, se tutto ciò possa aiutare veramente alla causa e alla narrazione.

Inutile far battibeccare Brolin e la Connelly, marito e moglie in crisi, oppure far immedesimare Teller nel ruolo di  ragazzo problematico, se poi le conclusioni non arrivano ad emozionare, generando soltanto noia.

Non ce ne vogliano i veri parenti dei componenti della squadra Granite Mountain Hotshots, ma il lungometraggio non rende onore alle loro gesta, anche perché l’approssimazione dei personaggi non offre una visione degna di nota ai personaggi (oltre agli esposti Brolin e Teller, il resto è descritto come un gruppo di mandriani allegri e urlanti), come anche non rende giustizia ad attori del calibro di Bridges, il quale si presenta con ridicola scucchia pronunciata e dagli esiti molto tragicomici.

Forse, con Fire squad – Incubo di fuoco l’idea era quella di eguagliarsi ai prodotti monumento che un regista come Peter Berg ha saputo tirare su negli ultimi tempi (Lone survivor, Deepwater – Inferno sull’oceano, Boston – Caccia all’uomo), ma, facendo a meno dell’intrattenimento adrenalinico e giocando il tutto sull’emotivo più sfrontato possibile, manca del tutto il bersagio.

Basti pensare che perfino I pompieri di Neri Parenti sfoggia molte più sequenze movimentate tra le fiamme.

 

 

Mirko Lomuscio