Ricollegandoci in un certo senso, in maniera curiosa, all’attualità d’inizio terzo millennio rappresentata dal pianeta Terra in preda al Coronavirus, è in un 2029 in cui un morbo influenzale ha infettato gran parte dei terrestri causando migliaia di morti e il collasso dei sistemi sanitari che si svolge Flesh contagium, diretto dal Lorenzo Lepori autore di Catacomba e Notte nuda e disponibile in anteprima speciale VOD il solo 18 Dicembre 2020 (al link https://vimeo.com/ondemand/fleshcontagium), anticipando di circa due mesi l’uscita in dvd e blu-ray sotto il marchio Digitmovies.
Il Lorenzo Lepori che, oltre a figurare nel cast, firma lo script insieme all’Alex Visani regista di Stomach e all’Antonio Tentori sceneggiatore di Un gatto nel cervello di Lucio Fulci e Rabbia furiosa – Er Canaro di Sergio Stivaletti, mettendo in piedi un’ora e dieci di visione dichiaratamente influenzata dal cinema post-atomico di Bruno Mattei e dall’erotismo decadente del cineasta spagnolo Jesus Franco.
Tra la favola nera e il western, infatti, in uno scenario rappresentato in particolar modo da abitazioni diroccate ne è protagonista Pio Bisanti nei panni (pochissimi) di Udolfo, il quale tiene prigioniera all’interno di una solitaria fortezza la giovane Ornella alias Shiri Binder, costretta ad accettare il bestiale amore dell’uomo. Ma chi è, precisamente, quest’ultimo? Nientemeno che un assassino asservito alla consorte cannibale Vera, ovvero una bluastra Simona Vannelli che, presa anche a tirare continuamente in ballo un’ossessiva cantilena, sembra quasi venuta fuori da La casa di Sam Raimi.
Del resto, se dai citati Mattei e Franco derivano rispettivamente, di sicuro, l’ambientazione e le poco caste sequenze di sesso selvaggio, non è difficile neppure intuire rimandi ad una certa celluloide horror a stelle e strisce risalente agli anni Ottanta; a cominciare da un’orrenda mutazione corporea di Udolfo che non avrebbe certo sfigurato negli splatter del Frank Henenlotter di Basket case o nelle produzioni del re dei b-movie Charles Band (Creepozoids su tutti).
Soprattutto perché, proprio come nei casi di quella tipologia di Settima arte indipendente a basso costo, Flesh contagium sceglie la strada dell’effettistica artigianale evitando la sempre più abusata CGI; man mano che la inizialmente lenta narrazione si evolve in un tour de force per la povera Ornella impegnata da un lato a farsi complice della coppia, dall’altro a portarci a conoscenza di sadici Esecutori in marcia senza sosta all’esterno della sua “prigione”.
Con spreco di liquido rosso e frattaglie (compreso un cuore strappato a mani nude) nell’epilogo, per la gioia dei fan del blood’n’gore.
Francesco Lomuscio
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