Francesco Lippelli: un pianoforte lungo un giorno

Quanta bellezza, di quella dolce e sensibile, di quella visionaria, spirituale e repentina allo stesso tempo. Ed il tempo galleggia nelle riflessioni di pianoforte solo di Francesco Lippelli, autore, compositore, già a lavoro per le musiche di “Amici di Maria De Filippi” come anche arrangiatore al seguito di Alessandro Casillo. Ma Lippelli dimostra anche tanto altro, dimostra che la bellezza, per come la intendiamo noi, è una misura essenziale del significato e del suono che in questo disco dal titolo “Apple Tree” si dipana in un dialogo allegorico con se stesso lungo 8 inediti rubati all’ispirazione di un giorno soltanto. Ed è una delicata magia che la musica ci regala… e noi con lei, a sottolineare il tempo che si tiene sospeso…

Noi parliamo spesso di bellezza e non solo quella ovvia, quella scontata, quella da guardare. Parliamo con te soprattutto di quella bellezza che invece semina cultura e peso poetico e che vive sotto la buccia estetica delle cose. In generale, per te cosa significa bellezza?
Per me il concetto di bellezza si accosta a quello di Kant, quindi è indipendente da ciò che viene osservato. Infatti, questo concetto per ognuno di noi è diverso e dipende non solo dall’osservatore, ma soprattutto dall’educazione che ha ricevuto. L’educazione al bello, appunto.

Questo disco sembra coccolare e contemplare pensieri e ispirazioni. Un disco che congela il tempo in una lentissima progressione quasi spirituale. Che rapporto hai con il tempo?
Il tempo non esiste. Dimenticando questo inutile concetto tutto diventa molto più facile e semplice da intuire. Per me quello che conta è il collegamento tra le cose o persone, è il concetto dell’Entanglement la mia filosofia di vita.

Musica classica, che qualcuno chiama musica alta. Musica che incontra la generazione contemporanea e in qualche modo cerca di farsi “pop”… o sbaglio?
Dipende con il termine “pop” cosa intendiamo. Anche questo concetto potrebbe esser legato al tempo, non mi piace. Solitamente penso: anche la musica di Mozart nel ‘700 era “pop”, o sbaglio? In realtà sembra essere tutto un’evoluzione continua, sempre che questo concetto sia valido, visto che aborro l’esistenza di un orologio in continuo “movimento”.

Ma poi in fondo, per te soprattutto: cosa significa musica classica? Davvero una definizione che oggi vive una grande rivoluzione, quasi violenta oserei dire…
La musica classica potremmo considerarla come la parte razionale di noi stessi, la struttura grazie alla quale erge un determinato contenuto (la parte più istintiva e primordiale di noi stessi). E utilizzare una struttura classica con un linguaggio contemporaneo è la mia prerogativa principale. Non è contaminazione, è il connubio perfetto.

Ma parlando di estetica mi incuriosisce questa copertina. Non tanto la mela ed il suo significato. Mi incuriosisce questo carattere che sa di horror e, così di primo acchito, mi aspetterei un disco metal lo sai? Raccontacela…
Il carattere del testo richiama la vernice con la quale è stata macchiata la purezza della mela. Piccoli riferimenti, più o meno velati, della musica classica e delle contaminazioni odierne? Potrebbe essere… Determinati aspetti preferisco richiamino alla creatività interpretativa degli ascoltatori o dei curiosi.