Gianpaolo Gentile è un attore emergente che ha saputo lasciare il segno nel panorama cinematografico italiano grazie alla sua passione e al suo impegno. Protagonista del cortometraggio “Tutto per una sporca stella”, diretto da Daniele Bartoli e premiato all’Offi Ostia Film Festival Italiano, Gianpaolo si distingue per il suo amore per il genere western e per la capacità di trasmettere emozioni autentiche sul grande schermo. In questa intervista, ci racconta la sua esperienza, i momenti salienti della sua carriera e i progetti futuri.

Intervista:

Ciao Gianpaolo! Complimenti per il premio all’Offi Ostia Film Festival. Come ti sei sentito quando hai saputo del riconoscimento al cortometraggio “Tutto per una sporca stella”?

È stato emozionante. Ho ricevuto la telefonata da Francesca Piggianelli, che ringrazio, ed è stata una bellissima sorpresa. Questo cortometraggio ha un valore particolare per me: è il primo western girato a Camposecco dopo quasi 50 anni. Spero possa aprire un piccolo filone per nuovi progetti western. Il premio mi sprona a continuare su questa strada.

Puoi raccontarci qualcosa sul tuo personaggio? Quali sono stati i punti di forza e le difficoltà nell’interpretarlo?

Il mio personaggio è freddo ma emotivo, un uomo che cerca di sfuggire al confronto fino a quando non è più possibile evitarlo. È stato stimolante interpretarlo, anche perché il western è uno stile di vita per me. La difficoltà maggiore è stata affrontare un percorso emotivo complesso in pochi minuti di cortometraggio.

Come descriveresti l’atmosfera sul set? Hai avuto libertà creativa nel plasmare il tuo personaggio?

L’atmosfera è stata meravigliosa. A Camposecco si respira storia, e vedere la troupe lavorare con passione è stato incredibile. Essendo anche autore del personaggio, ho avuto molta libertà creativa, il che mi ha permesso di dare un’impronta personale alla mia interpretazione.

Cosa ti ha colpito di più della regia di Daniele Bartoli?

La sua capacità di creare una squadra affiatata. Daniele ascolta sempre le opinioni di tutti e favorisce uno spirito di collaborazione che arricchisce il progetto. Questo, unito alla sua tecnica impeccabile, rende il suo lavoro davvero speciale.

Come è stata l’esperienza all’Offi Ostia Film Festival?

Fantastica! Vedere il cortometraggio proiettato sul grande schermo è stata una grande emozione. Il momento più toccante è stato salire sul palco per ricevere il premio e raccontare il progetto davanti a una platea di professionisti del settore.

Pensi che festival come questo possano rappresentare un trampolino di lancio per giovani talenti?

Assolutamente sì. Questi festival sono fondamentali per chi è agli inizi, offrono visibilità e permettono di creare reti di contatti per nuovi progetti.

Hai recitato in diversi progetti, ma “Tutto per una sporca stella” sembra essere stato un punto di svolta. Come si inserisce nel tuo percorso artistico?

È stato un passaggio naturale dopo anni di teatro. Avevo bisogno di un ruolo da protagonista per dimostrare a me stesso che potevo farcela. Questo lavoro mi ha motivato a continuare a studiare e migliorare.

Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo del cinema?

Sergio Leone come regista, per l’epicità dei suoi film, e Kevin Costner come attore, per la sua intensità.

C’è un aneddoto legato al cortometraggio che ti piacerebbe condividere?

Una volta, grazie al gruppo “Camposecco Far West”, ho ricevuto una telefonata dal maestro Eugenio Alabiso, montatore di numerosi film. Voleva conoscermi per parlare del progetto. È stato incredibile!

Dopo questo successo, quali sono i tuoi obiettivi? Stai lavorando a nuovi progetti?

Ho partecipato al cortometraggio “Novanta”, diretto da Generoso Ronga, dove interpreto un ragazzo non vedente, e ad un altro corto diretto da Mariarosaria Scafuri. Spero di tornare presto al western con un nuovo progetto.

Hai mai pensato di cimentarti nella regia?

Non ancora. Per ora preferisco acquisire più esperienza come attore. Scrivo, però, sia per il cinema che per il teatro, e un giorno magari passerò anche dietro la macchina da presa.

Cosa potrebbe fare il cinema italiano per valorizzare i cortometraggi?

Dedicare serate televisive o proiettare corti prima dei lungometraggi nelle sale. Sarebbe fantastico anche trasformare cortometraggi in lungometraggi, dando loro una seconda vita.


Gianpaolo Gentile è un artista che vive il cinema con passione e dedizione. Con “Tutto per una sporca stella”, ha dimostrato che il genere western può ancora emozionare e coinvolgere, lasciando il segno nel panorama cinematografico italiano. Non vediamo l’ora di scoprire i suoi prossimi progetti!

Il corto è visibile qui: https://www.primevideo.com/detail/0UAYWRSW2GPAREUTCMLNO5FM43/ref=atv_dp_season_select_s5?jic=8%7CEgNhbGw%3D


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