In un momento storico in cui la cultura giovanile rischia spesso di rimanere confinata ai margini del discorso pubblico, incontrare realtà come il Go Villaz Project rappresenta un segnale forte e necessario. Oggi abbiamo l’onore di dialogare con uno dei rappresentanti di questo progetto vitale, nonché figura chiave dell’etichetta indipendente Qanto Records, una delle anime pulsanti della scena culturale e musicale delle periferie bolognesi.

Quella che segue non è solo un’intervista, ma un racconto collettivo che attraversa musica, educazione e attivismo sociale. Dalle prime battute del singolo d’esordio “Non c’è posto per noi” al laboratorio “Senti chi rappa!”, fino al legame profondo con il Collettivo IKAROS APS, questa esperienza rappresenta un modello concreto di rigenerazione culturale dal basso, dove la voce dei ragazzi diventa protagonista e la musica si trasforma in strumento di riscatto e appartenenza.

Un dialogo autentico con chi, ogni giorno, lavora per costruire spazi in cui le nuove generazioni possano sentirsi ascoltate, rappresentate e finalmente al centro.

Il singolo d’esordio di Go Villaz Project, “Non c’è posto per noi”, è molto più di un brano musicale: è una dichiarazione sociale. Cosa significa per voi dare voce a chi cresce ai margini?

È fondamentale per noi offrire spazio e voce alle espressioni autentiche dei ragazzi che crescono in periferia. Questi luoghi, sebbene molto diversi dall’immaginario spesso stereotipato e allarmistico delle “periferie pericolose”, possono comunque generare un senso di distanza, di esclusione, rispetto a chi ha pieno accesso alla vita e alle opportunità del centro città.

Noi, di Collettivo Ikaros APS e di Qanto Records insieme a GO VILLAZ abbiamo deciso di affiancare e sostenere questa visione, contribuendo a costruire uno spazio creativo dove la musica diventa strumento di riscatto, appartenenza e condivisione. Attraverso questo percorso vogliamo trasmettere un messaggio forte e dare ai ragazzi una opportunità reale.

Come è nato il progetto “Senti chi rappa!” e che tipo di impatto ha avuto sullo stile di vita dei ragazzi?

Il progetto “Senti chi rappa!” è nato in modo naturale, come il frutto di connessioni costruite nel tempo e di una profonda passione condivisa per la musica e l’arte. In collaborazione con GO VILLAZ, lo abbiamo letteralmente cucito su misura per i ragazzi, valorizzando la loro predisposizione verso il rap, un genere che sentono vicino e attraverso cui riescono a raccontarsi, ma accompagnandoli, per la prima volta, lungo l’intero processo creativo e produttivo: dalla scrittura alla registrazione, fino alle grafiche e alla distribuzione del brano.

Questo approccio ha avuto un impatto significativo, ha risvegliato entusiasmo, ma soprattutto ha rivelato in loro una sorprendente serietà, impegno e desiderio di mettersi in gioco. Hanno partecipato con costanza, curiosità e un crescente senso di responsabilità. Per noi organizzatori, il successo più grande è stato proprio questo: vedere accendersi nei ragazzi un forte interesse e un autentico attaccamento a ciò che insieme siamo riusciti a costruire.

A dare ulteriore forza al progetto è stata anche la sinergia tra le realtà coinvolte. Il Collettivo Ikaros APS è composto in gran parte da professionisti attivi nei loro rispettivi ambiti e questo ha garantito un approccio strutturato ma sensibile, vicino ai bisogni dei ragazzi. Inoltre, la connessione con Qanto Records è profonda e autentica poiché l’etichetta è stata fondata proprio da due membri del collettivo, questo rende ancora più organico e coeso il lavoro tra le due realtà.

“Senti chi rappa!” non è stato solo un laboratorio musicale, ma un percorso di crescita personale e collettiva, crediamo che abbia lasciato un segno nel modo in cui i ragazzi si relazionano con la musica, con se stessi e con la loro comunità.

In che modo il Centro Giovani GO VILLAZ ha rappresentato un punto di partenza fondamentale per la crescita personale e collettiva?

GO VILLAZ è un luogo speciale dove ogni giorno i ragazzi si ritrovano e si sentono accolti. È uno spazio vivo, animato da educatori preparati, attenti e sinceramente affezionati a loro, capaci di creare un clima di fiducia e libertà. Qui ognuno può esprimersi senza paura di essere giudicato, anche e soprattutto attraverso la musica.

Abbiamo trovato proprio quello che cercavamo da tempo. Un ambiente autentico, stimolante e profondamente umano, che ha reso possibile trasformare un’idea in un percorso reale. Fare musica insieme, condividere emozioni e crescere come gruppo è diventato qualcosa di naturale, quasi inevitabile, grazie all’energia che si respira ogni giorno in quel posto.

La musica per questi ragazzi è un mezzo espressivo, ma anche uno strumento di riscatto. Tu e i ragazzi sentite il peso di rappresentare la vostra comunità?

Non sentiamo questo come un peso, ma siamo consapevoli che ci sono centinaia di ragazzi che pensano e vorrebbero dire le stesse cose. Magari non ci conoscono, oppure non hanno ancora trovato il coraggio di partecipare.

Quello che sentiamo davvero è una responsabilità. Quella di trasmettere alle nuove generazioni che raccontare il mondo che ci circonda è possibile. Che dare voce a ciò che si vive dentro può alleggerire l’anima, dare forza e, per alcuni, anche diventare un lavoro.

La musica è qualcosa di meraviglioso. Fa bene all’essere umano, lo accompagna, lo aiuta. Esiste da millenni proprio per questo. Se anche solo un ragazzo riesce a scoprirlo grazie a questo percorso, allora tutto quello che abbiamo fatto ha già avuto senso.

Che ruolo ha avuto il Collettivo IKAROS A.P.S. nel trasformare un’idea in un progetto artistico strutturato e credibile come quello di GO VILLAZ PROJECT?

Collettivo IKAROS è il motore di tutta l’iniziativa. È da qui che è partita l’energia, la visione e la volontà di dare concretezza a un’idea che da tempo sentivamo urgente e necessaria.

Ci siamo occupati della scrittura progettuale, della creazione dei contenuti formativi, della gestione delle risorse e del coordinamento tra le realtà coinvolte. Ma soprattutto, abbiamo fatto da ponte tra il mondo “dei grandi” e quello “dei ragazzi”, garantendo uno spazio in cui potessero sentirsi valorizzati, ascoltati e soprattutto protagonisti.

Il nostro ruolo è stato anche quello di coordinarci con Qanto Records per rendere visibile tutto questo lavoro, raccontandolo all’esterno con gli strumenti giusti, in modo che non fosse solo un bel laboratorio, ma un vero percorso artistico con un’identità forte, radicata nel territorio e capace di parlare anche oltre i suoi confini.

Il brano è patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Unione dei Comuni Savena-Idice. Quanto è importante per Go Villaz Project sentire il sostegno delle istituzioni locali?

È la conferma che ciò che facciamo ha un senso profondo e un valore condiviso, non solo per noi come organizzatori e operatori culturali, ma per tutta la comunità.

Questo ci spinge a fare sempre meglio, a coinvolgere un numero sempre maggiore di ragazzi e a raccontare con ancora più convinzione le loro storie.

Ci auguriamo di poter ampliare presto il progetto, di accedere a risorse e collaborazioni, e soprattutto di rafforzare il legame tra il mondo artistico e quello sociale.

Sapere di avere alle spalle enti che credono nella musica come strumento di crescita e inclusione rende il nostro lavoro ancora più prezioso e ci fa guardare al futuro con grande fiducia.

Qual è secondo te il messaggio sociale più urgente che “Non c’è posto per noi” e Go Villaz Project vuole trasmettere?

Il messaggio più urgente che “Non c’è posto per noi” vuole lanciare è che là fuori ci sono tantissimi ragazzi validi, pieni di talento e desiderosi di dare il meglio di sé. Hanno sogni, idee e voglia di costruire, ma spesso si trovano a dover fare i conti con un contesto che non sempre li accoglie o li supporta come dovrebbe.

I ragazzi di GO VILLAZ sono fortunati ad avere già a disposizione un luogo così prezioso, un punto di riferimento dove sentirsi accolti, ascoltati e liberi di esprimersi. Questo spazio rappresenta un modello concreto di ciò che serve: un ambiente inclusivo, sicuro e stimolante, dove la creatività e l’energia dei giovani possono trovare terreno fertile.

Tuttavia la realtà è che questi spazi di crescita e partecipazione vanno sostenuti e potenziati, perché da soli non possono bastare a rispondere a tutte le esigenze e ai bisogni di una comunità giovanile così variegata e numerosa.

Per questo il nostro appello è rivolto soprattutto alle istituzioni: serve un impegno concreto per migliorare la sostenibilità sociale delle nostre comunità, creando spazi di incontro che siano davvero inclusivi, sicuri e stimolanti. Solo così potremo contrastare il senso di esclusione e marginalità che spesso accompagna i giovani.

“Non c’è posto per noi” è una chiamata a tutti – adulti, istituzioni, comunità – a fare spazio, non solo fisico ma anche sociale e soprattutto culturale, per le nuove generazioni. Solo dando loro fiducia, risorse e attenzione potremo costruire un futuro più equo e autentico, in cui ogni ragazzo possa sentirsi davvero a casa.

Quali sono i prossimi passi per far crescere il progetto e continuare a dare spazio ad altre voci invisibili?

Ditelo a tutti, perché noi siamo pronti e determinati a fare sempre di più. Stiamo già lavorando per portare “Senti chi rappa!” a un numero sempre maggiore di ragazzi e in nuovi luoghi di incontro, ampliando così la rete di spazi inclusivi e creativi.

Il nostro obiettivo è creare un percorso replicabile, capace di adattarsi a realtà diverse, mantenendo però sempre vivo il cuore del progetto: dare voce a chi spesso rimane invisibile, raccontare storie autentiche e promuovere la crescita personale attraverso la musica.

Per farlo, stiamo costruendo collaborazioni con altre realtà culturali, educative e istituzionali, perché solo unendo le forze potremo davvero amplificare l’impatto sociale del progetto.

Inoltre, vogliamo continuare a supportare i ragazzi già coinvolti, accompagnandoli in nuovi passi artistici e personali, affinché “Senti chi rappa!” non sia solo un’esperienza momentanea, ma un vero e proprio punto di partenza per il loro futuro.


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