di Alessandro Cunsolo, per Mondospettacolo

Nel mondo sempre più connesso dell’intelligenza artificiale, le grandi aziende tech stanno affinando i loro strumenti utilizzando un ingrediente fondamentale: i dati. Un recente articolo de La Stampa (14 aprile 2025) ha messo in luce come Meta AI stia sfruttando i dati pubblici degli utenti europei – dai post di Instagram alle foto di copertina di Messenger – per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale. Ma Meta non è sola in questa corsa: anche Grok, l’IA sviluppata da xAI, sembra seguire una strada simile. Ma cosa significa questo per gli utenti europei e per la loro privacy? Scopriamolo insieme.

Meta AI: Dati Pubblici al Servizio dell’Innovazione

Meta ha annunciato un aggiornamento ai suoi termini di servizio, notificando gli utenti tramite app ed email. L’obiettivo? Utilizzare contenuti pubblici come post, immagini del profilo e nomi per migliorare le prestazioni della sua IA, rendendola più “europea” nel linguaggio e nella comprensione culturale. L’azienda sottolinea che i dati non pubblici e quelli degli utenti minorenni sono esclusi, e offre un’opzione di opt-out tramite un modulo dedicato. Tuttavia, la notizia ha sollevato dibattiti, con la Irish Data Protection Commission (IDPC) e l’European Data Protection Board (EDPB) che tengono d’occhio la conformità al GDPR, la rigida normativa europea sulla privacy.

Grok e xAI: Un Approccio Simile?

Grok, l’IA di xAI, non è da meno. Secondo le politiche di privacy aggiornate al 2025, xAI utilizza “dati pubblicamente disponibili, contenuti utente e post pubblici da X per maggiorenni” per addestrare i suoi modelli. Proprio come Meta, xAI basa questa pratica sugli “interessi legittimi” e offre agli utenti la possibilità di opporsi, contattando il team privacy o modificando le impostazioni del proprio account. Ma c’è un dettaglio interessante: xAI è strettamente legata a X, la piattaforma social acquisita dalla stessa azienda. Questo legame ha fatto alzare qualche sopracciglio, soprattutto dopo un’indagine della DPC nel 2024 che aveva messo in discussione l’uso dei dati di X per Grok. Anche se xAI ha dichiarato di aver sospeso alcune pratiche, i post pubblici di X rimangono una risorsa chiave per il training dell’IA.

Privacy in Bilico: Cosa Cambia per gli Utenti?

Sia Meta AI che Grok sottolineano la trasparenza, offrendo opzioni per gli utenti che vogliono proteggere i propri dati. Ma la domanda resta: quanto siamo consapevoli di ciò che condividiamo pubblicamente? Un post su Instagram o un tweet su X possono sembrare innocui, ma quando finiscono nel calderone dell’addestramento IA, contribuiscono a plasmare tecnologie che influenzano il nostro quotidiano. E mentre il GDPR offre una rete di protezione, le sfumature legali – come il concetto di “interessi legittimi” – lasciano spazio a interpretazioni che non sempre rassicurano.

Il Futuro dell’IA: Tra Innovazione e Responsabilità

La competizione tra Meta AI e Grok evidenzia un trend più ampio: l’IA non è solo una questione di codice, ma di dati, e i dati siamo noi. Entrambe le aziende stanno investendo per rendere le loro IA più vicine agli utenti europei, ma questo richiede un equilibrio delicato tra innovazione e rispetto della privacy. Per ora, gli utenti hanno il potere di scegliere – opt-out o consapevolezza nella condivisione – ma il dibattito è tutt’altro che chiuso.

In un mondo dove ogni like e ogni post può diventare carburante per l’intelligenza artificiale, la vera sfida sarà trovare un compromesso che soddisfi sia le ambizioni delle aziende tech sia il diritto alla privacy degli individui. E voi, siete pronti a dire “no” ai vostri dati nell’era dell’IA?

Fonti: La Stampa, xAI Privacy Policy, TechCrunch, Euronews


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