Halloween kills: il male non muore… Myers!

Superati i primissimi minuti di visione che provvedono immediatamente a collegare il tutto all’Halloween diretto nel 2018 da David Gordon Green, è alla notte del 31 Ottobre di quarant’anni prima in cui ebbe inizio la mattanza operata dal serial killer immortale Michael Myers che riporta Halloween kills, con dietro la macchina da presa nuovamente l’autore di Strafumati.

Del resto, il lungometraggio precedente, come era stato possibile apprendere, venne proposto in qualità di sequel dell’Halloween – La notte delle streghe firmato nel 1978 da John Carpenter, ignorando totalmente sia le sette continuazioni realizzate tra il 1981 e il 2002 che Halloween – The beginning e Halloween II di Rob Zombie.

Tanto che ne ha riportata in scena la protagonista originale Jamie Lee Curtis per ricalarla nei panni di Laurie Strode e rivelarci che non è affatto la sorella del trucida-giovani della vigilia d’Ognissanti, a differenza di quanto insegnatoci dalla saga originale.

La Laurie Strode che, affiancata dalla figlia Karen e dalla nipote Allyson, ovvero Judy Greer e Andi Matichak, ferita e convinta di aver annientato l’omicida dalla bianca maschera viene trasportata in ospedale, lasciando quasi immaginare che Halloween kills intenda proporre una rivisitazione del plot da massacro in corsia che fu alla base di Halloween II – Il signore della morte di Rick Rosenthal.

Lasciandolo solo immaginare, appunto, perché, con una Curtis che, in realtà, è in scena in pochissime sequenze di questo nuovo capitolo, l’azione si svolge quasi del tutto in esterni, alternandosi semplicemente tra le sanguinarie imprese di un ancor più feroce Myers e la furia dei cittadini di Haddonfield, sempre più propensi a dargli la caccia per cancellarlo dalla faccia della Terra.

Non è infatti difficile avvertire il forte retrogusto di riflessione/denuncia nei confronti del giustizialismo made in USA, già suggerita dal vero e proprio arsenale che Laurie sfoggiava in Halloween e qui ulteriormente accentuata dal clima di follia che, ad un certo punto del film, scoppia all’interno del nosocomio all’apparizione di un inquietante individuo.

Ma, fortunatamente diverso da quello che lo ha preceduto, questo tassello non si presenta in qualità di poco fantasioso frullato delle idee su cui venne costruito il franchise anni Ottanta e Novanta, ma, anzi, si mostra capace di giocare a dovere con omaggi e citazioni.

Dalla presenza delle maschere da teschio, strega e zucca viste in Halloween III – Il signore della notte di Tommy Lee Wallace al ritorno di personaggi che vennero introdotti attraverso il capostipite carpenteriano; a cominciare dagli allora bambini Tommy Doyle, Lonnie Elam e Lindsey, ora interpretati dall’Anthony Michael Hall di Edward mani di forbice, dal Robert Longstreet di Doctor Sleep e dalla stessa Kyle Richards della pellicola che incastonò nell’immaginario horror la brava Jamie Lee.

Pellicola da cui fanno ritorno anche Charles Cyphers e Nancy Stephens per riprendere i ruoli dello sceriffo Leigh Brackett e dell’infermiera Marion; man mano che, in mezzo a seghe circolari, lampade al neon usate come armi, teste fracassate e dita e coltelli conficcati negli occhi, prende forma quello che è, forse, il maggiormente numeroso e sanguinolento body count dell’intera epopea halloweeniana.

Rispolverando in maniera efficace gli stilemi dello slasher movie e conquistando, di conseguenza, il cuore degli appassionati; i quali, complice anche l’ottima fotografia dal sapore vintage per mano di Michael Simmonds, non possono fare di sicuro a meno di annoverare Halloween kills, narrativamente alternato tra passato e presente, nello stuolo delle più riuscite imprese cinematografiche dell’inarrestabile Myers… in attesa del già annunciato Halloween ends.

 

 

Francesco Lomuscio