Hasta la vista: un road movie con l’handicap

Diretto da Geoffrey Enthoven nel 2011, Hasta la vista venne presentato sugli schermi della Festa del cinema di Roma, nella sezione Alice, dedicata al pubblico dei ragazzi.

Un film per parlare senza pudore dell’handicap, un po’ sulla falsariga di Quasi amici – Intouchables, uscito nello stesso anno.

Autosave-File vom d-lab2/3 der AgfaPhoto GmbH

La storia raccontata è quella di tre giovani amici uniti dalla loro disabilità e che decidono di partire sulle loro fidate sedie a rotelle dal Belgio per un tour alla scoperta dei vigenti spagnoli. In realtà, il loro vero progetto è andare a perdere la ingombrante verginità in un bordello specializzato. Philip (Robrecht Vanden Thoren), Lars (Gilles De Schryver) e Jozef (Tom Audenaert) si mettono in viaggio lasciando il piovoso Belgio e le famiglie, ignare del loro progetto, accompagnati da una misteriosa infermiera.

Tutto il repertorio classico del road movie viene messo in atto, ma, ovviamente, con la variante della sedia a rotelle che porta ironia e divertimento. E anche l’amara comprensione di chi non accetta il diversamente abile.

Il risultato è una splendida pellicola su cui, come c’era da aspettarsi, gli Stati Uniti non hanno potuto fare a meno di mettere le mani per sfornare il loro inutile remake.

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Una storia che affronta senza pudori l’handicap, anche se dobbiamo dire che di passi da gigante (ci si conceda l’ironia) ne sono stati effettuati, cinematograficamente parlando, nei confronti dei disabili. Hasta la vista, sicuramente, coinvolge e diverte, consentendo di comprendere come il futuro sia sempre incerto e la solitudine e la difficoltà della malattia vadano affrontate con coraggio.

Il grande merito dell’insieme è soprattutto quello di non scadere nel facile buonismo o, comunque, di “citofonare” troppo la vicenda portata in scena.

Scegliendo un tetraplegico, un malato terminale e un quasi cieco che girano in carrozzella senza problemi in cerca di buon cibo e sesso, Enthoven centra il bersaglio.

La ricerca della normalità per sentirsi uguali ai più fortunati funziona e il road movie si rivela, come sempre, una delle scelte maggiormente valide quando si tratta di affrontare argomenti complicati e scomodi.  Quindi, se nel 2011 non avevate avuto modo di visionarlo, recuperatelo ora, a dieci anni di distanza, in quanto, come il messaggio stesso suggerito da hasta la vista: non è mai troppo tardi.

 

 

Roberto Leofrigio