Home Movies lancia in dvd Sete da vampira e il suo sequel

Chi c’era e non si accontenta esclusivamente di ciò che appartiene alla grande distribuzione e che passa sui grandi schermi tricolori, nel 1998 non può certo essersi lasciato sfuggire Sete da vampira, esordio dietro la macchina da presa per il bergamasco Roger A. Fratter.

Esordio che, realizzato a bassissimo costo, uscì all’epoca direttamente in videocassetta, portandoci a conoscenza della succhiasangue cui fa riferimento il titolo: Carmilla Thompson (ogni riferimento a Sheridan Le Fanu è puramente casuale?), la quale, con il volto e il corpo di Elisabetta Principe, si aggira per i boschi alla ricerca di vittime nell’intenzione di saziare la propria sete di emoglobina che le porta sofferenza.

Una figura non molto vestita che ricorda non poco quelle femminili proposte spesso dallo spagnolo Jess Franco (vi dice nulla Un caldo corpo di femmina?), evidente punto di riferimento principale insieme allo specialista d’oltralpe in saffo-vampire Jean Rollin.

Due modelli appartenenti alla produzione exploitation degli anni Settanta, decennio al quale Fratter guarda anche per quanto riguarda la colonna sonora in omaggio al gotico italiano, confezionando coraggiosamente un’operazione nostalgica proprio in un’epoca che, escludendo Dellamorte Dellamore di Michele Soavi, MDC – Maschera di cera di Sergio Stivaletti e qualche lavoro argentiano, vide definitivamente tramontato il genere caro a Mario Bava e Lucio Fulci.

Operazione nostalgica che, orchestrata in mezzo a sedute spiritiche, rituali di sangue ed estasi erotiche, si evolve nella sua oltre ora e dieci di durata in un’atmosfera perennemente sospesa tra l’onirico e il surreale; ricorrendo anche a lunghe sequenze unicamente accompagnate dalle musiche, le quali testimoniano una certa capacità di Fratter di uscire fuori dagli schemi della Settima arte ordinaria.

Attenta alla scoperta e riscoperta delle produzioni indipendenti e dei b-movie, Home Movies lo rende disponibile su supporto dvd corredato, tra l’altro, di contenuti extra che, oltre a tre trailer, una scena inedita di sesso, una still gallery, sei minuti riguardanti le differenze tra la versione distribuita in vhs e questa su supporto digitale e tredici di intervista al giornalista Davide Pulici, includono commento audio del regista e breve conversazione telefonica con quest’ultimo sulle varie edizioni home video del film.

Ma non è finita, perché all’interno del disco è presente anche il tardo sequel Fame da vampira, realizzato nel 2017 dallo stesso Fratter insieme a Davide Pesca, al quale si deve, tra l’altro, Suffering Bible.

Un sequel che è, in verità, un cortometraggio di neppure mezz’ora in cui lo stile goticheggiante del primo dei due cineasti incontra quello decisamente più estremo e volto allo splatter del secondo, anche curatore degli effetti speciali.

Del resto, è proprio un momento altamente sanguinolento a chiudere questa continuazione che, infarcita anche di calda lesbo-situazione, cala la fotomodella Mery Rubes nei ridottissimi panni della carnefice-vampira e Beata Walewska in quelli della sua vittima Elga; mentre nei fotogrammi che scorrono ascoltiamo la soundtrack recuperata da Non si deve profanare il sonno dei morti di Jorge Grau.

E nella citata sezione extra, al fianco del materiale relativo a Sete da vampira, è presente anche quello legato a Fame da vampira, rappresentato da una still gallery, sette domande alla Rubes, due minuti di immagini rubate sul set e nove di intervista a Pesca.

 

 

Francesco Lomuscio