I CLASSICI DELLA FANTASCIENZA ANNI 50: IL PIANETA PROIBITO

Il pianeta proibito (The forbidden planet, 1956)

Bene, oggi parliamo di una pietra miliare del cinema di fantascienza: chi non lo ha visto non può considerearsi un cultore del genere.
Siamo nel XXIII secolo. L’incrociatore C-57D, in grado di viaggiare a velocità-luce, è in vista del suo obiettivo: il pianeta Altair IV. Scopo della missione scoprire la sorte dell’astronave “Bellerofonte”, partita venti anni prima e mai più tornata. Ma prima che il comandante Adams (un giovane Leslie Nielsen) dia l’ordine di atterrare, il C-57D riceve una chiamata dal Prof. Morbius (Walter Pidgeon), unico sopravvissuto del “Bellerofonte”. Il messaggio è chiaro: il C-57D scende a suo rischio e pericolo, Morbius non vuole responsabilità. Tuttavia, Adams decide di scendere ugualmente. L’equipaggio del C-57D viene accolto da un enorme e goffo robot, Robbie, il quale carica sul suo veicolo Adams, il pilota Farman (Jack Kelly) e il Dr. Ostrow (Warren Stevens) per condurli da Morbius. Qui conoscono, oltre il professore, sua figlia Altaira (Anne Francis), che desta subito l’attenzione di Farman. Morbius spiega agli altri che il “Bellerofonte” venne distrutto da una mostruosa “creatura” che vive sul pianeta, e di essere sopravvissuto grazie alla tecnologia dei Krell, gli antichi abitanti del pianeta. Utilizzando un loro macchinario in grado di aumentare le facoltà intellettive, Morbius era riuscito a costruire Robbie, una macchina che, oltre a possedere una forza spaventosa, è in grado di riprodurre qualunque sostanza. Come se ciò non fosse bastato, Morbius è riuscito anche a “ricostruire” vari animali della Terra, come compagni di gioco della figlia. Nonostante Morbius lo inviti ad andarsene, Adams decide invece di restare sul pianeta, essendovi diversi punti oscuri: cosa è accaduto al “Bellerofonte” e perché Morbius vuole restare, se c’è un pericolo?


Inizia così uno dei film più suggestivi di tutti i tempi. Le immagini, con effetti speciali della Walt Disney, ricordano le copertine delle riviste di fantascienza dell’epoca, e le musiche elettroniche di Louis e Bebe Barron completano l’atmosfera. Di fatto è sempre stato considerato (molto liberamente, a dire la verità…) una versione futuribile della “Tempesta” di Shakespeare. Ma più concretamente  nel C-57D c’è già tutta l’”Enterprise” di Star Trek, con i suoi uomini e i suoi viaggi verso l’ignoto. Dopo aver visto le varie “pallottole spuntate”, oggi Leslie Nielsen fa un certo effetto nella parte di un proto-capitano Kirk, mentre Warren Stevens si vide anche in Star Trek nella parte di un alieno. Ricordiamo, infine, Richard Anderson, visto poi nell’ “Uomo da un milione di dollari” e nella “Donna bionica”. Quanto a Walter Pidgeon, interpretò in seguito “Viaggio in fondo al mare”. Anche Robbie interpretò un altro film, intitolato “Il robot e lo Sputnik”: inoltre l’enorme robot della serie televisiva “Lost in Space” (inedita in Italia) è, per certi versi, un suo “fratello”: infatti venne realizzato dagli stessi tecnici.

Giuseppe Massari