Ne I Liviatani – Cattive attidudini Orlando e il suo miglior amico, Biagio, si presentano alla famiglia della ragazza del primo, Diana, per chiedere ufficialmente la mano di lei.
Il divario sociale tra i due amici e la famiglia Liviatani è sin da subito evidente. Questi ultimi fanno parte dell’alta borghesia da generazioni. Biagio, mosso da innumerevoli dubbi e assurdi sospetti, farà di tutto per convincere Orlando a cambiare idea e portarlo via con sé. Entrambi, però, ignorano di essere ospiti di una simpatica quanto sanguinaria famiglia di serial killer.
Black comedy girata tra il lago di Bolsena e Capodimonte, ma a cui potremmo aggiungere tanti altri aggettivi per definire il genere, come pure una tutt’altro che velata critica sociale che la rende attualissima in tempi di Coronavirus.
Diretto con mano/camera ferma dall’esordiente Riccardo Papa, proveniente dai cortometraggi e dai documentari, I Liviatani – Cattive attidudini vanta un cast fin troppo valido comprendente un Fortunato Cerlino (assolutamente a suo agio in questa parte) accompagnato dalla moglie (nella finzione) Antonia Liskova, oltre a Eduardo Valdarnini, Federica Sabatini, Gabriel Lo Giudice, Giovanni Anzaldo, e, nel ruolo della figlia dodicenne, Giulia Cragnotti. Quest’ultima, nota per le serie teen di Rai Gulp, spinge qui il critico a scrivere che non sfigurerebbe affatto in un nuovo remake di Lolita.
Senza svelare altro, non rimane che consigliarvi di vedere al più presto il film, distribuito in un periodo (quello estivo) da sempre adatto al cinema horror. Anche se, come già accennato, nel caso del debutto di Riccardo Papa ci troviamo nell’ambito della black comedy. Ma una black comedy che è, in realtà, poco comedy e molto più black horror, sebbene un eccesso di splatter avrebbe giovato ancor di più all’insieme.
Una piccola e, al tempo stesso, grande operazione cinematografica da non perdere e al termine della quale, forse, anche voi vorrete entrare a far parte della famiglia dei Liviatani.
Roberto Leofrigio
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