I PERSONAGGI DI MONDOSPETTACOLO: GIULIO NEGLIA

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Giulio Neglia, è un giovane artista italiano, non è semplice definire questo talentuoso ragazzo, che passa con grande disinvoltura dal ruolo di attore a quello di regista e dal set cinematografico a quello televisivo, non tralasciando però il teatro!

Ciao Giulio, benvenuto su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alex, sono contento di essere qui, grazie di cuore per l’invito.

Parlami della tua formazione artistica, dove e come ti sei formato?

Fare dell’arte il proprio mestiere è principalmente coraggio, soprattutto di questi tempi. Ma, in assoluto, è accettare di vivere con il sapore del rischio; certamente questo mestiere, se fatto con dedizione, sacrificio e qualità, ti mette nelle condizioni tali di vivere al di sopra delle normali aspettative, ma questo non deve mai essere l’obiettivo: la fama, la celebrità, il profitto non sono altro che conseguenze di un ottimo lavoro fatto. Alla fine della corsa la qualità premierà sempre e quindi bisogna avere il coraggio di saper rischiare con tenacia e con una sana testardaggine. Vivere l’attimo per programmare il futuro è sicuramente l’arma vincente.
Io nasco formativamente come attore, dopo diversi studi di recitazione a Lecce, la mia città, con il Maestro Salvatore Della Villa, mi sono trasferito a Pisa diplomandomi professionalmente alla Sanremo Productions Academy diretta da Ermanno Croce, studiando con grandi docenti del calibro di: Michael E. Rodgers, David Wayne Callahan, Fioretta Mari, Carmela Moffa, Matteo Setti, ecc. Successivamente ho concluso il mio percorso formativo presso il “CFC Centro di Formazione Cinematografico” di Fonderia delle Arti a Roma, città che ormai è diventata la mia seconda casa. Registicamente non ho frequentato accademie o scuole, ma ho sempre condotto le mie regie parallelamente agli studi attoriali: partendo da vari cortometraggi col tempo mi sono trovato a dirigere spot pubblicitari, videoclip musicali, documentari, docu-fiction, serie web, per conto di alcune tra le migliori società di produzione cinematografica in Italia. Il tutto poi correlato con altre mie collaborazioni attoriali in diversi format cinematografici, televisivi, teatrali oppure ricoprendo ruoli di Assistente alla Regia e Aiuto Regista per alcuni videoclip musicali di artisti internazionali o film distribuiti nelle sale nel panorama nazionale e oltre.

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Prima di domandarti delle tue esperienze attoriali, ti chiedo come è nata la tua passione per la regia e quali sono i lavori da te diretti che ricordi con più emozione.

Il desiderio è sempre stato presente e non l’ho mai negato, né ho mai finto di non vederlo. Più che desiderio dunque è sempre stata una volontà quella di essere un regista, non ho mai avuto paura di sentirmi tale e di accettare che la mia vita fosse questa, non c’è una spiegazione razionale, è un’indole, un istinto primordiale che non ho mai represso. La mia verità è sempre stata quella di essere regista. Come ho detto precedentemente, non ho frequentato Accademie con indirizzo di regia ma prettamente attoriale, benché io fossi sempre spinto emotivamente dalla vita da set con il tormentone “quanto sarebbe bello fare un film”. La tenacia, la testardaggine, il senso del rischio, mi hanno portato sul set, toccando con mano la possibilità di gestire una squadra, confrontandomi e dirigendo sin da quando avevo 17 anni gente molto più grande di me e con molta più esperienza. Questo tipo di formazione mi ha portato a essere fortunatamente apprezzato da veri professionisti del settore, che mi hanno dato la possibilità di crescere e salire di livello arrivando al tanto atteso professionismo.
Probabilmente il lavoro che amo di più è il prossimo che realizzerò. Tutti i miei prodotti, nel loro periodo, sono stati coccolati, accarezzati, amati e solo grazie a loro sono l’uomo e il professionista di questo tempo. Se dovessi necessariamente farti un titolo, cito “Confratelli” un documentario di prossima uscita, prodotto da Oz Film e Apulia Film Commission: in vista della sua presentazione ufficiale, l’emozione è ancora fresca e scalpitante.

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Veniamo ora al Giulio “Attore”, so che recentemente sei stato in tournee con lo spettacolo teatrale: “Ammazza che…coppia!”. Raccontami un po’ di che si tratta e come è andata la Tournée?

Lo spettacolo “Ammazza che…coppia!” è commedia sottile e moderna, intelligente e ironica che fa, del classico tema del triangolo amoroso, dileggio dei luoghi comuni, dei ruoli e degli stereotipi relazionali, delle dinamiche tra le persone, giocando a scomporre le parti e a ricombinarle secondo un canovaccio inaspettato, talvolta bizzarro, a tratti noir e carico di sorprese. Già nel titolo un inizio di verità, l’amore che mostra il suo opposto: il desiderio di sopprimere l’altro, di farlo fuori. Chi ammazza chi? Il tutto diretto da un grande professionista e amico Giulio Cancelli, che ha saputo estrapolare da tutti i personaggi la loro bipolarità, senza tralasciare le loro sfumature emotive che come in un vortice si susseguono rendendo il pubblico sempre attivo. Mi sono divertito tantissimo a interpretare Paolo Lelli, un uomo così diverso da me e forse per questo l’ho tanto amato. La tournee estiva, durata circa un mese, è stata assolutamente faticosa ma pregna di soddisfazioni, conclusa il 2 ottobre con un sold-out nella magica cornice del Teatro Paisiello di Lecce. Ritorneremo a Roma, con “Ammazza che…coppia!” dal 4 al 14 febbraio 2016 al Teatro L’Aura.

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Parliamo ora delle tue esperienze televisive, “Task Force 45” e “Non è stato mio figlio” che ruolo ti è stato affidato e che tipo di esperienza è stata quella di lavorare in 2 importanti fiction?

E’ sempre mediatico e nazional popolare conoscere e/o chiedere ad un attore delle sue esperienze televisive che a tappeto rimbombano nel palinsesto delle nostre emittenti nazionali; ma nonostante ciò io sono davvero lusingato di aver fatto parte attivamente in queste due fiction: “Task Force 45 – fuoco amico” e “Non è stato mio figlio”. Entrambe avranno una distribuzione Mediaset, nei primi mesi del 2016. In “Task Force 45 – fuoco amico” , diretto da Beniamino Catena, interpreto Marco Polledro, agente dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) follemente innamorato di Giulia De Santis (Pilar Fogliati), sorella del maggiore Enea De Santis (Raoul Bova): la storia è ambientata a Herat in Afghanistan, dove il maggiore Enea De Santis (Raoul Bova) è capo di un reparto scelto del gruppo di intervento speciale dell’esercito italiano, la Task Force 45, nel cast anche Megan Montaner e Andrea Sartoretti. Nella fiction “Non è stato mio figlio” diretta da Alessio Inturri interpreto un Hacker che sarà determinante a sciogliere l’intreccio intorno al caso di Andrea Veraldi (Gabriel Garko): la trama ruoterà intorno a complotti e scene ad alta tensione, nel cast anche Stefania Sandrelli.
Lavorare in queste due fiction è stato importantissimo, mi ha dato la possibilità di confrontarmi attorialmente con grandi professionisti del nostro panorama, lavorare con queste persone dà molti stimoli, adoro le sfide, tanto quanto vincerle: mantenere sangue freddo e tenere per mano il proprio personaggio, all’interno di un meccanismo televisivo in cui è facilissimo distrarsi e questo non deve accadere; i ritmi televisivi non sono per niente distesi, bisogna avere una grande concentrazione, per poter “portare a casa” la migliore scena nel minor tempo possibile, quindi l’attore (eternamente insoddisfatto e perfezionista) è sempre sotto una grande prova di nervi, lottando per non cedere allo stress.

Potendo scegliere, che ruolo ti piacerebbe interpretare in un ipotetico film futuro?

Sicuramente un antieroe. Un personaggio che si presenta come l’eroe imperfetto o parzialmente cattivo, inteso come oggetto della simpatia e dell’immedesimazione del pubblico, poiché, nonostante sia solitamente portatore di tratti negativi e quindi possa assumente il ruolo di personaggio negativo e/o cattivo, non è mai completamente o realmente malvagio, ma magari si è opposto al bene per altre ragioni, mascherando una personalità originariamente positiva. Mi piace molto confrontarmi con personaggi controversi che richiedono un’attenzione emotiva e psicologica accurata e non didascalica, dandomi la possibilità di ricercare delle evoluzioni, alle volte camaleontiche.

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Il tuo regista preferito?

Ne ho diversi, per lo stesso concetto di poliedricità: Giuseppe Tornatore – Gabriele Salvatores – Daniele Luchetti – Martin Scorsese

Ultimo film visto?

“Whiplash” di Damien Chazelle, con uno straordinario J.K. Simmons.

Attori si nasce o si diventa?

Si nasce. Ci sono predisposizioni naturali che non t’insegna nessuna accademia. Il talento, il sano egocentrismo, l’amor proprio, il carisma, sono qualità che o ce l’hai o non ce l’hai: un’accademia può modellare l’aspetto tecnico ed esperienziale, ma non può farti acquisire per osmosi proprietà che nella tua natura non possiedi. E’ questa secondo me la differenza tra un’artista vero e un automa.

Dove ti vedremo prossimamente?

Sicuramente nelle prossime due fiction “Task Force 45 – fuoco amico” e “Non è stato mio figlio” entrambe distribuite sull’emittente Mediaset; il 15 novembre 2015 inizierò le riprese del cortometraggio “Appunti di viaggio” diretto da Andrea Natale, che mi vedrà protagonista della storia; a dicembre invece inizierò le riprese di una serie tv Rai, che mi vedrà protagonista, della quale però ancora non posso svelare nulla, e infine ovviamente a teatro con la commedia brillante “Ammazza che…coppia!” dal 4 al 14 febbraio 2016 presso il Teatro L’Aura di Roma.

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Un tuo motto o una frase che più ti rappresenta?

Citando Giorgio Gaber “Ognuno ha l’infinito che si merita”, una frase che mi ha sempre accompagnato e che non ha bisogno di spiegazioni.

Giulio, la nostra intervista finisce qui, grazie per essere stato con noi e un grande in bocca al lupo per la tua carriera!

Grazie a te Alex e un saluto a tutta la Redazione di MONDOSPETTACOLO! Ciao

Alex Cunsolo