I piccoli mondi di carta di Gianni Maritati

Sulla passerella di Mondospettacolo oggi abbiamo incontrato il giornalista Gianni Maritati, un vero professionista, uno scrittore che attraverso le sue opere coinvolge sempre il lettore in maniera limpida e concreta, portando al centro dei suoi scritti temi attuali e concreti.
Riscopriamo attraverso i suoi libri il piacere di leggere, rispolverando quei valori che lui stesso mette in luce nei suoi testi oramai “annebbiati”. Una società che appare cambiata rispetto al passato.

E’ uscito il libro “Piccoli mondi di carta” dell’autore Gianni Maritati, giornalista Rai, è fondatore e presidente dell’Associazione culturale Clemente Riva e direttore della Festa del libro e della lettura di Ostia, nata su impulso dell’Associazione stessa nel 2010. Cura una Newsletter settimanale di arte, archeologia, cultura e spettacolo, “Prisma”.
Una lunga carriera costellata da tante soddisfazioni, fra i suoi libri “Azioni e prefazioni . In viaggio con i libri 2002-2018” (Cultura e dintorni editore 2018), “Cristiani contro. I grandi ‘dissidenti’ della letteratura italiana da Iacopone e Umberto Eco” (Tau 2017, Premio Anfiteatro d’Argento 2018), “Emozioni su Topolino. Il mondo Disney e i suoi valori da Biancaneve a Oceania” (Apl 2017) e la trilogia di Atti unici ispirati all’Antico Testamento “Palcoscenico Bibbia” (Apl 2015).
Il secondo libro, “Come gli alberti spogliati ad Aprile”, è un romanzo. A dieci anni dal terremoto de L’Aquila, un giovane e rampante avvocato di Roma, Bruno, torna nel paese abruzzese dove sono nati i genitori per disfarsi delle sue proprietà: gli fa compagnia Emilio, il figlio affetto da disturbi comportamentali. L’anomala empatia di Emilio con questi luoghi costringe Bruno a cambiare la sua prospettiva…
I suoi “Piccoli mondi di carta”, (Masciulli Edizioni), un saggio che tocca temi oggi più che mai attuali, come la potenza rivoluzionaria della lettura e della poesia, la portata educativa del cinema d’animazione, la necessità di riscoprire valori appannati come la tolleranza, la necessità di riscoprire valori appannati come la tolleranza e l’accoglienza, lotta del degrado delle relazioni sociali.
La prefazione è firmata dalla poetessa Silvia Elena Di Donato, che sottolinea “la gioia di inventare e la libertà di condividere che s’indovinano nella intelligente e dirompente mitezza delle pagine di Gianni Maritati a portata di mano per un tempo nuovo di letizia”.


Gianni Maritati, romano d’Ostia, origini Salentine, giornalista, scrittore, promotore di eventi artistici e culturali. Una lunga carriera, tanti libri e soddisfazioni. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questa carriera?

In primo luogo a spingermi è stata la curiosità di conoscere le persone e il mondo attorno a me: una curiosità irrefrenabile e incontenibile. Poi, mi ha sempre affascinato la comunicazione, il racconto, il porgere una notizia o una storia in modo tale che susciti la più grande attenzione possibile. Chi fa comunicazione e ama scrivere, è un “minatore” dell’esperienza umana.


Il tuo nuovo libro “Piccoli Mondi di carta”, edizioni Masciulli. Un saggio che tocca temi molto attuali con la prefazione della poetessa Silvia Elena Di Donato. La gioia di inventare e la libertà di condividere. Tra l’altro i diritti d’autore di questa opera saranno devoluti per sostenere una grande Istituzione o un importante restauro.

Il libro è nato come raccolta di tanti miei scritti sparsi: prefazioni, interviste, articoli, interventi… Un’operazione di salvataggio e di sistemazione, dunque. Poi, con lo scoppio della pandemia, è diventato una sorta di manuale di sopravvivenza al virus, di riscoperta dei valori che fondano la nostra società, delle proposte concrete che possono migliorare, anche nel piccolo, le vite di ciascuno di noi. Con i soldi ricavati dai diritti d’autore vorrei sostenere una Istituzione culturale come una biblioteca o un archivio, “giacimenti” di carta che custodiscono la nostra memoria e sviluppano la nostra identità..

Gianni, sei fondatore dell’Associazione culturale “Clemente Riva” e Direttore della Festa del Libro e della lettura di Ostia.

Cerco di dare una dimensione sociale al mio impegno personale per la cultura, l’arte, lo spettacolo. Associazione e Festa sono due “luoghi” di incontro e di partecipazione. In particolare, cerco di mantenere sempre vivo il ponte ideale che unisce il mondo della cultura e quello della solidarietà, della società civile, dell’impegno: con raccolte fondi, momenti educativi, anteprime editoriali.

In questo brutto periodo la cultura è stata molto penalizzata. Tu stai facendo presentazioni online?

Sì tantissime, sia promuovendole in prima persona sia aderendo a presentazioni organizzate da altri. Parlo dei miei ultimi libri ma anche di tante iniziative che si sono trasferite nel virtuale: raccolta fondi di solidarietà, partecipazione a convegni, consigli di lettura (dai libri ai fumetti), segnalazioni di film, mostre e spettacoli di vario genere. In qualche modo le tecnologie digitali hanno “salvato” la cultura in questo difficile periodo, ma solo come transitoria “sopravvivenza”. In realtà non dobbiamo mai dimenticare che la cultura è soprattutto incontro di persone e di esperienze, presenza e partecipazione di un pubblico attento, coinvolgimento e partecipazione, applausi e dissensi dal vivo. Naturalmente, ciò che di buono ci ha insegnato la dimensione virtuale non dobbiamo dimenticarlo dopo la pandemia.

Il tuo rapporto con il mondo letterario? Esiste ancora un luogo ideale d’incontro/scontro tra gli autori?

La mia esperienza mi parla di un mondo letterario molto frammentato, dove l’interesse prevalente degli autori è vendere sempre di più i propri libri e diventare “personaggi famosi” sui social e nei media. Raramente assistiamo a battaglie di grandi idee, prese di posizione coraggiose. Oggi gli intellettuali (non solo gli scrittori ma tutte le persone di cultura e di spettacolo) puntano soprattutto ai primi posti in classifica, alle luci della ribalta, alle collaborazioni prestigiose e vantaggiose. Si “salvano” soltanto – e non sempre – le associazioni locali, i piccoli comuni, i borghi, gli intellettuali “irregolari” e i programmi tv che vanno a notte fonda…

Esiste un libro che ha avuto una grande influenza nella tua vita? C’è uno scrittore che consideri il tuo mentore?

Citerei senz’altro Mario Pomilio, un autore da tempo troppo dimenticato, che ha scritto due romanzi bellissimi ed emozionanti: “Il Quinto Evangelio” (riproposto dall’editrice L’Orma) e “Il Natale del 1833”, dedicato ad Alessandro Manzoni, il mio scrittore preferito in assoluto insieme a Giacomo Leopardi. Due opere, quelle di Pomilio, che da ragazzo mi hanno segnato profondamente e che rileggo sempre con immenso piacere ricevendone tanti doni spirituali.

La tua opera è disponibile in tutte le librerie/online?

Sì, certamente. Si può anche ordinare sul sito dell’editore Masciulli, dove non si hanno spese di spedizione.

Il tuo prossimo lavoro?

Vorrei concludere la trilogia di “Cristiani contro”, edita dalla Tau di Todi. I primi due volumi sono usciti: in ciascuno, dodici ritratti di autori e autrici italiani visti nel loro rapporto con la dimensione del sacro, con la fede e la religione, con Cristo e la Chiesa. Ventiquattro autori in tutto, da Jacopone da Todi ad Andrea Camilleri, con tante sorprese, illuminazioni, proposte di nuove letture e interpretazioni. Il terzo volume conterrà altri dodici ritratti riferiti però alla poesia e alla letteratura internazionale.

Gianni Maritati è presente sui principali social: Facebook, Twitter e Instagram.

Loredana Berardi