I Protagonisti di Mondospettacolo: Michael Segal

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Si chiama Michael Segal ed è il protagonista di tante pellicole “sopratutto horror” del nostro cinema indipendente. Attore e scrittore, Segal vanta una lunga carriera iniziata già in giovane età. Voglio farvelo conoscere meglio con questa intervista.

Ciao Michael, benvenuto su Mondospettacolo, come stai innanzitutto?

Ciao Alessandro, io sto benissimo davvero, soprattutto da quando, due anni fa, mi sono licenziato dalla mia carica di direttore dell’agenzia di sicurezza più grande d’Italia dopo 20 anni di carriera e ho deciso di dedicarmi solo a scrivere libri e fare film.

Questo 2015 è stato per te uno degli anni più significativi della tua carriera, mi sto riferendo ad un importantissimo premio che hai ricevuto recentemente in California, me ne vuoi parlare?

Bè… non amo parlare di premi o di riconoscimenti, però si, ho vinto il premio come miglio attore non protagonista al Best Short Competition, l’equivalente degli Oscar per i cortometraggi, con il personaggio dell’Imperatore nel lavoro di Annamaria Lorusso, con Roberto D’Antona. Vincere concorsi o festival è relativo, dipende dal contesto… ho visto festival dove c’erano tre persone di pubblico e due film iscritti… nascono concorsi ogni 5 minuti, però il Best Short è uno di quelli veri ed importanti.

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I tuoi romanzi: In Articulo Mortis, e In Nomine Dei, diventeranno presto dei lungometraggi, raccontami un po’.

Si, il mio primo Film da “produttore”, IN ARTICULO MORTIS appunto, verrà diretto da Ivan Zuccon e partirà a gennaio sotto forma di teaser trailer con Roberto D’Antona, Silvia Boreale di Amici e Roberto Ciasca, personaggio televisivo ed orgoglio nazionale per quanto riguarda il make-up. Il progetto sarà proposto in USA per il crowdfounding, verrà mostrato ad alcuni produttori italiani, ma soprattutto verrà proposto direttamente, tramite un mio caro amico d’infanzia che vive nella Silicon Valley, a Mark Zuckenberg, Elon Musk, Larry Page e Sergey Brin, ovvero i signori Facebook, Paypal, Google e Youtube. In realtà c’è stato l’inizio di una trattativa con la 7 Bucks Production di Dwayne Johnson, visto che ho proposto a lui la parte del protagonista malvagissimo. Il lungometraggio, una volta raggiunta la cifra economica necessaria, verrà girato auspicabilmente entro la prima parte del 2016. Il secondo film basato su IN NOMINE DEI, dipende dal successo che avrà il primo, perché è decisamente un progetto più costoso.

La tua carriera di attore è legata a filo doppio ad un giovane regista “indipendente italiano”, sto parlando di Ivan Zuccon, come nasce la vostra amicizia e sopratutto come è nato il vostro sodalizio artistico?

Ivan lo conobbi un paio di decadi fa, durante il saggio di una scuola di recitazione cinematografica e fu “amore” a prima vista. Il nostro rapporto è innanzitutto di amicizia e poi di grande stima reciproca. Ivan è un vero autore ed artista a tutto tondo e l’ho convinto a tornare dietro alla macchina da presa, nonostante le prevedibili delusioni del mercato italiano su cui lui puntava molto in quanto grande amante del nostro paese.

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Recentemente il cortometraggio “The Choice” diretto da Annamaria Lorusso (alla quale facciamo gli auguri di buon compleanno) interpretato oltre che dalla stessa Annamaria, da un sempre più bravo Roberto D’Antona e da un Terrificante Michael Segal (sorrido) ha vinto il neonato Torino Comics Horror Fest, come è nata la tua partecipazione a questo corto?

Annamaria è una di quelle persone che chiunque sia sano di mente si augurerebbe di incontrare nella vita, con una sensibilità ed una intelligenza fuori dal comune. La mia amicizia con lei è nata spontaneamente e si è fortificata in pochissimo tempo. Ci siamo conosciuti in un momento estremamente particolare della mia vita e le raccontai, le confessai cosa si annidava nella mia mente, i miei pensieri e le mie paure. La sua presenza fu molto importante per me. Lei prese tutto ciò e mi omaggiò creando un cortometraggio che per me è molto personale, offrendomi la parte del mostro che, nella vita reale, mi lusingava quotidianamente.

Sei tra gli attori più presenti nei tantissimi horror indipendenti italiani degli ultimi anni, a cosa devi questo tuo successo?

Successo è una parola forte… sto lavorando molto più di altri, è vero, ma credo che la ragione sia principalmente la mia ecletticità, riuscendo a passare da un personaggio drammatico ad uno disperato, ad uno comico, ad un action hero, ad uno spietato assassino, ad un fifone, nonostante la mia fisicità, che di sicuro aiuta molto. Inoltre, ne sono certo, la mia serietà e professionalità fanno di me una persona piuttosto affidabile.

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Tra i tanti lavori ai quali hai partecipato quali ricordi con maggiore emozione e perché?

Ogni singolo lavoro che ho fatto mi ha trasmesso enormi emozioni. Ogni personaggio che ho interpretato è nato e cresciuto dentro di me e per ognuno di essi, separarmi da lui è stato malinconico ed in parte doloroso. Io mi affeziono molto ai miei personaggi, anche quelli cattivi e quando un lavoro finisce so che li devo salutare, ma fare l’attore è anche questo e li porto tutti sempre dentro di me.

Quando hai scoperto l’amore per il cinema e per la recitazione?

A 6 anni. Dopo aver visto “Artisti e modelle”, un film di Jerry Lewis. Finita la proiezione avevo le idee chiare. Nella vita io avrei fatto il lavoro di Jerry Lewis.

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In Italia, si fa tantissimo cinema horror indipendente, in molti casi anche di qualità, però stranamente il pubblico italiano fatica ad affezionarsi a questo tipo di cinema, all’estero invece, molti dei nostri prodotti nostrani trovano addirittura delle buone distribuzioni, come ti spieghi questo fenomeno, “Nemo Profeta in Patria” anche in questo caso?

Perché l’Italia non è un paese meritocratico. Lo si vede in ogni settore. Io scelsi 15 anni fa di rinunciare all’agente e tentare con la TV e le major del cinema perché l’ambiente faceva letteralmente schifo e al massimo un attore riusciva ad avere una parte dove dice una battuta o due in una serie tv orripilante o in un film che parla di mafia o dove per far ridere il protagonista è in mutande e fa dei rutti. Essere raccomandati o andare a letto con qualcuno è la regola. Non è quello che cerco e anche se sono consapevole che l’indipendente italiano non ha nessun tipo di futuro, faccio ciò che amo quindi ho già vinto. Vi faccio degli esempi: vi rendete conto che recita Monica Bellucci? Scamarcio… marito della Golino stranamente, Asia Argento… Boldi e tutta la combriccola dei filmetti di natale con tette e scoregge. Negli USA un prodotto è considerato indipendente se il suo costo è inferiore al milione di dollari. In Italia moltissimi lungometraggi indie sono realizzati con costi che vanno dai 500 euro ai 2.000. Secondo voi possiamo competere? Il cancro dell’indie italiano è internet. Gli italiani sono abituati a scaricare qualsiasi cosa e spesso la distribuzione straniera compra un prodotto nostrano con la clausola che esca in Italia l’anno successivo, altrimenti chiunque lo troverebbe su internet gratuitamente. E’ la mentalità dell’italiano medio che è sbagliata, non la competenza. Un italiano medio è disposto a spendere 15 euro per un cocktail in discoteca, o 100 euro per un paio di pantaloni della tuta a cavallo basso e con i risvoltini, ma non paga 5 euro per un film che ha dato lavoro a tanta gente. Con questi presupposti troppo radicati nel “furbo”, l’indie italiano userà sempre più spesso attori stranieri, sarà sempre più spesso girato in inglese e venderà solo all’estero. Per volontà stessa delle major che temono di perdere i privilegi della cricca, i finanziamenti europei e le raccomandazioni politiche, a favore del vero talento. Non a caso un prodotto vende se è adeguatamente reclamizzato, ma la pubblicità costa un occhio della testa e l’indie italiano non se lo può permettere.

Domanda per il Michael scrittore: quale è in assoluto il Romanzo/Racconto fantahorror che più ti è piaciuto?

Non ho mai letto libri horror. Prediligo i fantasy. Il mio libro preferito in assoluto è Le Pietre Magiche di Shannara di Terry Brooks.

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I tre film Horror che ti hanno colpito di più?

L’esorcista. Ritengo che sia il film più spaventoso di tutti i tempi.
The Descent. Claustrofobico, angosciante e diretto magistralmente.
Poltergeist. Quello originale non il remake.

Che cosa ti aspetti dal 2016?

Se devo essere concreto e non sognatore, mi aspetterei di continuare a fare quello che più mi piace, tanto alla fine della corsa ci si ritrova tutti nello stesso luogo quindi tanto vale fare il viaggio divertendosi e rispettando gli altri. Se invece parlassi per assurdo… mi aspetterei che molti produttori italiani decidessero di investire nell’indie e nella sua pubblicità e distribuzione, eliminando i dilettanti allo sbaraglio e tutti coloro che prendono uno smartphone in mano e dicono che fanno i registi 🙂

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Un motto o una frase che più ti rappresenta

Da anni sempre la stessa: Vivi libero e muori da eroe

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Michael la nostra chiacchierata finisce qui, prima di chiudere vuoi ringraziare qualcuno in particolare e/o mandare un saluto a tutti i tuoi fan?

Volentieri. Ringrazio la mia famiglia e mio figlio Ethan. Senza di loro, per motivi ovvi e meno ovvi, non sarei qui.

Grazie per essere stato con noi, complimenti per la tua carriera, un grandissimo in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri e ovviamente BUON 2016!

Alex Cunsolo

http://www.michaelsegal.altervista.org/