IL 21 MARZO INIZIERANNO LE RIPRESE DI “NERO” NE PARLIAMO CON IL REGISTA GIUSEPPE PIVA

Oggi conosciamo Giuseppe Piva, regista di 37 anni conosciuto per le sue produzioni televisive e per il cortometraggio pulp Men Rapist uscito nel 2012 e che ha avuto un importante riscontro sul web con recensioni nazionali e, soprattutto, internazionali.

Da quel lavoro è nato Nero – La Serie. Una fiction noir/pulp di cui girerete i primi 6 episodi tra marzo e aprile. Puoi dirci di più?

Ciao amici e grazie per l’accoglienza sulle vostre pagine! Nero –La Serie è un lavoro che abbiamo in cantiere da più di un anno. L’ambientazione è quella della provincia perché fa parte del nostro vissuto, e perché l’asprezza di certe storie rimane impressa nel quotidiano molto più a lungo di quanto lo farebbe in città. Il paese assimila tutto in maniera molto più lenta, a volte ci sono dissapori che scavalcano generazioni. Quello che raccontiamo è parte delle strade deserte e delle persiane chiuse, dove tutti sanno tutto ma nessuno sembra voglia essere protagonista di nulla: uno degli esempi è quello di una famiglia benestante e ricca che nasconde un passato da incubo e vive in una sorta di invulnerabilità, data anche dalla distanza del grande centro urbano. Diciamo che è più difficile essere criminali in “centro”, se non con altri profili e altre aspettative. E sicuramente è difficile fare massa quando ci sono poche persone nel raggio di chilometri.

Quali sono le difficoltà che avete incontrato per organizzare un lavoro così complesso e impegnativo. 6 puntate da 30 minuti. Molto più che realizzare un lungometraggio. E non dimentichiamo che siete una produzione indipendente.

Crediamo fortemente nella nostra idea. E abbiamo trovato in giro per l’Italia tante persone che si sono affezionate a questo progetto. Una troupe di primissimo livello con la producer Sara Bertuzzi in primo piano. Una professionista che ha svolto una lavoro immenso per riuscire a contenere i costi e allo stesso tempo rendere ottimale e agevole il lavoro sul set. Una figura che farebbe comodo a qualsiasi produzione cinematografica o televisiva. Si sono aggiunti rapidamente professionisti molto competenti come Giacomo Armani che affianca Sara in produzione e il direttore della fotografia Ettore Sola. Il cast artistico è stato scelto in seguito ai provini che si sono svolti a Luglio 2013 a cui hanno partecipato tanti attori professionisti da ogni parte d’Italia.

Sappiamo che c’è già grande interesse per la vostra Serie. Ricordiamo che nasce per la televisione e non per il web.

Diciamo che il web arriverà in un secondo momento. Abbiamo scelto la strada della televisione perché abbiamo capito che le emittenti italiane hanno fame di prodotti di qualità e originali. Anche se dobbiamo dire che una produzione “big”, che durante il periodo di gestazione si è affacciata a noi, incuriosita dal progetto, ha poi storto il naso perché… in Italia “vogliono le commedie”. Testuali parole.

Il nostro lavoro è “pop”, in un certo senso, ma per ridere c’è tanto altro e fondamentalmente, non ci interessa far ridere. Speriamo di essere alla altezza  delle nostre aspettative, che forse sono le più aspre, e del lavoro duro e delicato che ci stiamo mettendo. Comunque per tornare alla domanda è vero abbiamo scelto la televisione come media principale per diffondere la Serie ma senza non togliere nulla alle produzioni strettamente web, alcune davvero notevoli, e che stanno avendo parecchio successo. Anzi: siamo solo contenti che qualcosa di italiano possa vantare uno spessore produttivo e stilistico grazie ad un medium che è per definizione più libero e giovane della tv, meno blindato.

Da chi nasce l’idea di base?

L’incontro con lo sceneggiatore Giosuè Cremonesi ha reso possibile lo sviluppo di una storia così complessa.  Con lui e Marcello Marchesini è nato un team di sviluppo affiatato che abbiamo completato con l’inserimento di Sara Bertuzzi: abbiamo fatto un vero e proprio lavoro di “recruiting” a tutti i livelli, e con Nero  crediamo di aver messo in campo una squadra artistica e produttiva di tutto rispetto. Professionisti prestati al progetto perché ci credono e perché il testo vero e proprio verte su una scrittura che ha un taglio davvero unico: una delle mie idee, sulla quale stiamo lavorando, è la stesura del trattamento per il cinema di Mai Avuto Sentimenti, il primo romanzo di Giosuè. Ho dovuto pagargli un migliaio di copie (è un libro “indipendente”) perché accettasse di cedermi temporaneamente i diritti cinematografici 🙂 . Speriamo di aprire qualche porta con questa serie, e poter proporre un lungometraggio basato su quella storia. È struggente e divertente allo stesso tempo. È il film che vorrei fare.

Parliamo di Nero. Una serie noir / pulp ambientata in quella che definite “provincia”. Presa di posizione contro una certa tendenza, tipica di genere, di ambientare storie in metropoli o tessuti urbani più complessi?

Le strade pericolose sono sempre alle derive degli agglomerati urbani. I ruoli sui quali si sviluppa la narrazione sono invece personaggi di passaggio, non tipici della provincia, che rimangono coivolti in una situazione cruda contro la quale non sono preparati e reagiscono immettendo caos e disordine in un contesto che nella normalità sarebbe rimasto intrappolato nel meccanismo del “so tutto, ma non vedo niente”.

Questo è un periodo difficile per le produzioni in genere. La vostra serie vuole essere televisiva, prima che web, almeno a quanto si legge nelle – per ora – poche parole spese sul progetto.

La fortuna è stata quella di avere come co-produzione un canale televisivo locale (Telelibertà), che ci ha permesso di poter costruire il progetto con una concretezza e una destinazione mediatica “sicura”. Sembra un discorso paraculo, ma lavorare con budget ridotto e con uno staff artistico e operativo di una ventina di professionisti è molto difficile, se davanti hai solo ipotesi e niente di certo.  Sicuramente il prodotto verrà poi pubblicato sul web, ma per noi rimane comunque un media, diciamo che come produzione non siamo… così schizzinosi, o orientati ad uno piuttosto che un altro. Media, la rete, con altre modalità di fruizione, ma fondamentalmente il pubblico è sempre quello, anche se ha trent’anni in meno di media. L’intenzione iniziale era e rimane quella attuale: portare a casa un bel film con un’identità originale e non scopiazzata da hollywood o che altro, e che raccontasse una storia senza dover per forza incontrare il favore del pubblico, ormai polverizzato, definito “nazional-popolare”.

La coppia Cremonesi-Piva ha già realizzato un progetto, un cortometraggio che sembra essere la puntata “zero” di una serie: Men Rapist. Dove è finita quell’idea?

Ottima domanda. Io e Giosuè, l’autore, ci siamo conosciuti proprio per lavorare a quella puntata zero. Il soggetto era mio e di Andrea Bernini, ma grazie a Marcello Marchesini – che collabora con noi ed è fondamentale per le produzioni – ho avuto modo di conoscerlo e di proporglielo. Posso dire che è stata una fortuna incontrarci, dal punto di vista artistico: da quel momento ci siamo confrontati su altri lavori, sui suoi scritti e sulle mie idee. Men Rapist è stata una prova di forza a tutti gli effetti. Produzione a budget zero, idea visionaria e complessa: ha avuto ottime recensioni da testate inglesi e americane, ma abbiamo capito in fase di post che non rivestiva del tutto l’essenza di quello che volevamo esprimere. È confluita in Nero – La Serie, in un certo modo: qualcosa del plot e molto, moltissimo degli interpreti (strepitosi Gianpiero Aceto e Massimo Barberi, come la misteriosa e bellissima Sara Giacobbe) ma con la Serie ci siamo confrontati per mettere in scena un immaginario meno drammatico, più dinamico e schietto.

Da quello che si accenna tratterete temi delicati nella Serie. La vendetta farà da sfondo a tutte le vicende che racconterete. Niente paura di scontrarvi con una reazione sporcata da giudizi ideologici e non strettamente legati allo spettacolo?

Mi sento molto d’accordo con alcune parole che ho letto in un’intervista a Bret Easton Ellis: non bisogna per forza essere d’accordo con quello che si mostra. Sarà per questioni di carattere, ma cerco e cerchiamo di astenerci da qualsiasi discorso morale o ideologico quando ci scontriamo nelle nostre lunghissime riunioni notturne a base di vino piacentino e sigarette. Mi fanno abbastanza ribrezzo le produzioni artistiche che vogliono insegnare qualcosa facendo pura demagogia: quello è compito della scuola, della famiglia, e su fino allo “Stato”. Noi vogliamo fare spettacolo e raccontare il nostro punto di vista. Ci mancherebbe, che siamo d’accordo con la violenza. Non lo siamo, ma i nostri personaggi potrebbero anche esserlo. E per questo il film potrebbe essere decisamente più profondo e interessante.

Ancora pochi giorni e sarete sul set.

Il 21 di Marzo iniziamo le riprese (anche se alcune parti sono state girate a Dicembre 2013). La producer Sara Bertuzzi sta completando l’organizzazione insieme a Giacomo Armani. Stiamo effettuando alcune prove tecniche col direttore della fotografia Ettore Sola. Il cast è al completo. Siamo pronti!

A.C.