Dopo il suo ultimo lungometraggio Solo una vita, Salvo Campisano riprende in mano la macchina da presa per girare il mockumentary Il capo del mondo, distribuito nelle sale cinematografiche il solo 23 Maggio 2025 in occasione della Giornata della legalità, data simbolo della ricorrenza della strage di Capaci.
Salvo Gulisano è un giovane regista siciliano che, interpretato dallo stesso Campisano, si reca a Catania pensando di avere l’occasione della vita quando viene contattato da un misterioso produttore locale per dirigere un film documentario su un importante imprenditore del luogo.

L’incontro si svolge nei pressi del porto, e da subito l’atmosfera si fa surreale: il logorroico produttore Prezzavento, incarnato da Turi Condorelli, infatti dà pochissime delucidazioni circa la figura del fantomatico imprenditore, quasi costringendo il regista ad accettare l’incarico con un’offerta che non si può rifiutare. Il cast viene scelto direttamente da Prezzavento, e ognuno dei componenti ha delle caratteristiche molto peculiari: dal fonico che per conto della mafia si occupa di intercettazioni ambientali fino al capo elettricista che installa allacci abusivi e collega cavi sospetti. Gulisano, resosi conto della pericolosa situazione, cerca in tutti modi di venirne fuori, con esilaranti conseguenze… ma nel frattempo le riprese del film proseguono.

La cifra stilistica che utilizza Salvo Campisano si rifà a Cinico TV di Franco Maresco e Daniele Ciprì, puntando il focus della vicenda sull’assurdo, sospesa tra ilarità ai limiti del surreale con derive grottesche. In un periodo storico in cui serie televisive e film diventano sempre più violenti, quasi a prendere come esempi da imitare personaggi negativi, Il capo del mondo viaggia in direzione opposta. Mette infatti in risalto la figura di un regista che ha il coraggio di opporsi alla criminalità organizzata appena viene a sapere che l’imprenditore protagonista del documentario non è certo uno stinco di santo. E il gesto tra i più significativi dell’operazione avviene quando Salvo Gulisano si rifiuta di girare una scena in cui deve essere ucciso un bambino.

Campisano scandaglia dunque in profondità un mondo molto sfaccettato che annovera personaggi come Cavallo pazzo, una sorta di cantante neomelodico che viene imposto per la colonna sonora del film – con un testo alquanto esilarante – commissionato da Prezzavento. Questo genere di intrattenimento si sottolinea in modo ironico, come da tempo faccia parte di un contesto sociale in bilico tra legalità e criminalità. Il regista de Il capo del mondo, poi, si cala perfettamente nella parte di Gulisano mediante l’operazione del mockumentary, denunciando in maniera satirica, coraggiosa e libera la mafia che è presente sul territorio.
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