Ne Il caso Belle Steiner, diretto da Benoît Jacquot, una ragazza viene uccisa, strangolata in casa dei coniugi Constant che l’hanno ospitata, e la polizia indaga sul delitto.

Il lungometraggio è ispirato al romanzo di Georges Simenon La morte di Belle, datato 1952, ove non compare l’ispettore Maigret.

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In una cittadina della provincia francese il professore di matematica Pierre Constant e sua moglie Cléa, senza figli e rispettivamente interpretati da Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg, ospitano in casa Belle, figlia di un’amica di lei. Una notte in cui Pierre resta solo tra le mura domestiche, poiché sua moglie è da amici e lui deve correggere i compiti in classe, la giovane rientra bussando prima alla finestra dello studio del professore, facendo un cenno di saluto con la mano. Pierre sarà l’ultima persona ad averla vista in vita, prima del ritrovamento del corpo da parte di Clèa, l’indomani, nella stanza della ragazza. Le indagini della polizia iniziano con l’interrogare i coniugi: mentre la donna ha un alibi, suo marito no, reo anche di non aver sentito alcun rumore equivoco provenire dal piano superiore della casa. Da qui il sospetto nei propri confronti comincia a serpeggiare nella cittadina, minando la sua reputazione.

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Il caso Belle Steiner fonda le basi sull’ottima sceneggiatura scritta dallo stesso Jacquot insieme a Julient Boivent e tratteggia soprattutto le caratteristiche di Pierre Costant, che con lo svolgersi delle indagini vengono messe a nudo insieme alla sua passione per la matematica. L’ossessione per i numeri lo tiene “prigioniero” nel suo studio, mentre si concede derive voyeuristiche osservando la vicina, che sembra posare nuda per lui dalla finestra dell’abitazione di fronte. Tra i punti di forza del film rientrano i dialoghi: serrati e asciutti, senza impennate d’enfasi da parte della polizia e del sospettato durante gli interrogatori, e colmi di non detto tra i due coniugi (vengono ben dosate allusioni circa un ex amante di Cléa, ma quasi prive di sospetti reciproci riguardo il delitto). Questa particolarità aumenta la curiosità, permeando d’incertezza tutto il lungometraggio, dinanzi al quale lo spettatore disorientato dubita dei personaggi principali invischiati nelle indagini. Al contempo, invece, empatizza con loro piuttosto che con la vittima.

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Man mano che sorgono altre ipotesi e indiziati e il caso si allarga, divenendo anche uno show mediatico in cui la morte della povera Belle sarà occasione di congetture della gente del posto e il crimine il pretesto per raccontare il cinismo della società odierna. La musica diegetica approfondisce ulteriormente la conoscenza con il professore, amante dei componimenti classici, e dotato di una mente raffinata e solitaria. Un trionfo sinfonico in cui le note sono anch’esse frutto di un’espressione di calcolo e alimentano con la suspense la regola del sospetto che lo perseguita. Pierre e i suoi enigmi fatti di parole dosate con cura e di silenzi che si disgregano in equazioni e in incognite di una trama che quasi elude il dramma della vittima ne Il caso Belle Steiner. In una specie di gioco di prestigio e di contraddizioni alla maniera di un assurdo matematico, ma dove ogni tassello è al suo posto come ogni inquadratura, compreso un finale di gran classe.


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