Roberto Crespi firma un brano che racconta il prezzo dell’amore in una relazione tossica. Una ballata moderna che intreccia consapevolezza e malinconia, con radici nella grande canzone d’autore italiana. “Il cielo non è blu” è il cuore del suo album “Generazione a testa in giù”.

Come nasce il brano il cielo non è blu?
Nasce dal desiderio di raccontare una verità che generalmente si tende a tenere nascosta e che si stava verificando sotto gli occhi di tutti noi amici del protagonista.
Nel testo c’è una frase che colpisce molto stai con me non importa se pago è più una resa o una denuncia?
E forse più una resa che una denuncia la constatazione di come a volte l’innamoramento può annullare la capacità di ragionare razionalmente non rendendosi conto che l’amore ha senso unico non può avere vita lunga.
Che ruolo ha la musica in una società dove l’apparenza conta più dei sentimenti?
Secondo me la musica ha un ruolo importante perché possono cambiare i tempi ma fondamentalmente l’essere umano è lo stesso di sempre, apparentemente facciamo i moderni, ma quando siamo da soli pensiamo le cose che pensavano gli uomini di cento anni fa riguardo ai sentimenti.
Quanto è stato difficile per te accettare e raccontare una storia così personale senza filtri?
In effetti ho dovuto meditare a lungo prima di raccontarla. Ma valutando bene la questione Ho pensato che era il caso di raccontarla perché poteva essere d’aiuto a chi si trovava in una situazione simile.
Qual è oggi il tuo rapporto con l’amore?
È un rapporto bello perché ho la consapevolezza che nell’amore non c’è solo dare o solo prendere ma è una strada a doppio senso si dà e si prende e se manca una di queste due cose il cielo non è certamente blu per quella relazione.
Questo brano è uno sfogo un addio o una riflessione più ampia?
È certamente una riflessione più ampia non certo uno sfogo né un addio e la consapevolezza che esistono situazioni simili è che se la si sta vivendo non si è certo né i primi né gli ultimi a farlo ma può aiutare comunque a prendere decisioni importanti.
Guardando al futuro stai lavorando ad altri progetti o singoli che continueranno il percorso iniziato con questo album?
Certamente sì perché a me piace descrivere la vita che viviamo attualmente e nelle mie canzoni si riflette questo cercando di lasciare l’ascoltatore con messaggi positivi e di meditazione positiva inoltre sto lavorando ad un progetto che si chiama viaggio nel tempo il quale si propone di portare nelle città italiane uno spettacolo che parte dagli anni settanta novanta fino ai nostri giorni.
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