IL CRITICONE, 3a PUNTATA: “SOPRAVVISSUTO – THE MARTIAN” E “PADRI E FIGLIE”

Sopravvissuto Padri e figlie Criticone

3a puntata della nuova rubrica “Il Criticone“. Con “Sopravvissuto – The Martian” e “Padri e figlie“, Marte e Patatina sono distanti anni luce!

 

SOPRAVVISSUTO – THE MARTIAN

Il grande ritorno di Ridley Scott con un filmone fantascientifico davvero gustoso e anche divertente.

Siamo su Marte, dove un gruppo di esploratori spaziali sta effettuando delle rilevazioni scientifiche. All’improvviso una tempesta di immani proporzioni li costringe addirittura a ripartire verso la Terra ma, nel tentativo di tornare a bordo, l’astronauta Mark Watney (Matt Damon) viene sbalzato via, colpito da un detrito e inghiottito dalla bufera. Gli altri componenti dell’equipaggio (tra cui Kate Mara e Michael Peña) e il capitano Melissa Lewis (Jessica Chastain), considerandolo ormai morto, non possono far altro che salire sulla navetta per tornare sulla Ares 3 che li riporterà a casa. Mark però è sopravvissuto e si ritrova da solo sul pianeta rosso, senza la possibilità di comunicare con l’esterno. Dopo un primo momento di sconforto decide di non darsi per vinto e si ingegna per restare vivo il più a lungo possibile. Tra le provviste rimaste trova delle patate e da botanico qual è ha un lampo di genio: usare la cacca (!) di tutti gli ex compagni (rimasta accumulata in sacchetti non smaltiti) per concimare un improvvisato campo di patate (Genio! Genio!). Di fatto la prima colonizzazione extra-terrestre. E mentre borbotta per l’unica musica che ha a disposizione, la disco dance anni ’70 (!) lasciata dal capitano, comincia a studiare un modo per riuscire a comunicare con la Terra.

Sopravvissuto 1

L’astronauta Mark Watney (Matt Damon)

Nel frattempo, a qualche mese dall’incidente, qualcuno alla Nasa decide finalmente di puntare i satelliti verso il luogo del disastro (cosa inspiegabilmente non fatta prima) e scopre che Mark è ancora vivo, ma la successiva missione marziana è prevista solo a distanza di 4 anni. Così il direttore della missione Mitch Henderson (Sean Bean) deve sudare parecchio per convincere il capo della Nasa Teddy Sanders (Jeff Daniels) ad approntare un complicatissimo piano di recupero. E mentre sull’Ares 3, in viaggio verso casa, tutti sono tenuti all’oscuro dell’aver abbandonato l’amico ancora vivo, sulla Terra inizia una frenetica corsa contro il tempo per capire come salvare Mark, che nel frattempo non avrà vita facile nella sua solitudine marziana…

Sopravvissuto 3

Mark solitario sul pianeta rosso

Un cast stellare composto anche da Chiwetel Ejiofor, Kristen Wiig, Sebastian Stan e Donald Glover, è al servizio di un Ridley Scott tornato finalmente in forma dopo i flop degli ultimi anni. E a differenza dei suoi cupi classici di fantascienza (da “Alien” a “Blade runner”), l’opera del regista ormai 78enne è condita da un’ottima dose di humor che la rende più leggera e che fa sopportare tranquillamente le 2 ore e 20’ di durata. Il tutto condito da un’irresistibile colonna sonora disco seventies, che non stona affatto nell’accostamento alle vicende marziane del convincente Matt Damon, il quale alla lunga non riuscirà a resistere al ritmo di “Hot stuff” di Donna Summer e “Waterloo” degli Abba (come accadeva a Kevin Kline in “In & out”). Il nostro nerdissimo sopravvissuto se le inventerà tutte pur di sopravvivere, strappando anche diverse risate al pubblico. Ovvio, questa “leggerezza” (tipo Sean Bean che autocita “Il signore degli anelli”) smorza in parte la tensione del film, ma il mix funziona alla grande. A differenza di “Interstellar” qui è tutto concreto e poco astratto, a differenza di “Gravity” qui è tutto terreno e poco spaziale. Ma insieme alle pellicole di Nolan e Cuarón, questo “Sopravvissuto” (tratto dal libro “L’uomo di Marte” di Andy Weir) è da considerare tra i migliori film di fantascienza degli anni 2000. E l’azzeccatissimo brano scelto per la scena finale/titoli di coda non fa altro che confermarlo! Anche il pubblico ha premiato il film con ben 54 milioni di $ nel primo week-end americano e già 5 milioni di € (e quasi 800.000 spettatori) totali in Italia.

VOTO: 8.5

Sopravvissuto 2

L’equipaggio dell’Ares 3 al completo

PADRI E FIGLIE

Ancora un film americano per Gabriele Muccino, alle prese con Russell Crowe e.. Patatina!

Siamo nel 1989 e Jake Davis (Russell Crowe) è uno scrittore di successo, tanto da vincere anche il Pulitzer con il suo primo romanzo “Lasciando la danza”. Vive in una bella casa con la moglie (Janet McTeer) e la piccola figlia Katie (Kylie Rogers) che lui chiama “Patatina”. Una sera, mentre tornano a casa in auto, hanno un incidente d’auto che costa la vita alla signora Davis. Lo shock post traumatico provoca a Jake attacchi epilettici sempre più incontrollabili, portandolo alla tragica decisione di affidare Patatina ai facoltosi zii materni (Diane Kruger e Bruce Greenwood) e di ricoverarsi per sette lunghi mesi in una clinica psichiatrica. Quando finalmente vi esce, apparentemente guarito, è costretto a contendersi la custodia della piccola Patatina con gli zii intenzionati a tutti i costi ad adottarla definitivamente. Dopo che il suo secondo romanzo “Tulipani amari” si rivela un flop (con buona pace della sua editor Jane Fonda), sarà proprio Patatina ad ispirarlo per scrivere “Padri e figlie”.

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Katie/Patatina (Kylie Rogers) col papà Jake (Russell Crowe)

Alternativamente, in un susseguirsi di salti temporali, ci immergiamo nell’attuale vita dell’ormai over 30 Katie (Amanda Seyfried) che, dopo un’infanzia a dir poco travagliata, lavora come assistente sociale, mentre nel tempo libero tende ad ubriacarsi e a farsi scopare da porci e cani incontrati nei peggiori bar (non di Caracas, ma di New York). Affezionatasi ad una bambina difficile (Quvenzhané Wallis) che si rifiuta di parlare e pressata dal suo capo (Octavia Spencer), l’ormai ex Patatina incontra finalmente un bravo ragazzo, Cameron (Aaron Paul) che sembra portare un po’ di luce nella sua complessa esistenza. Riuscirà finalmente a voltare pagina?

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L’adulta Katie (Amanda Seyfried) e Cameron (Aaron Paul)

Non è casuale che io abbia nominato così tante volte Patatina, perché è esattamente quello che succede per tutto il tempo. Il disperato Russell Crowe (e nella fattispecie il doppiatore Luca Ward) ripeterà “Patatina!” tante di quelle volte che già a metà film viene voglia di sparargli. Con l’ex gladiatore, Gabriele Muccino schiera un cast di lusso che può vantare la bellezza di 4 Oscar (più 10 nomination) e 10 Golden Globes (più 16 nomination), una cosa quasi mostruosa. E i suoi attori infatti sono tutti molto bravi, dalla stronzissima zia Diane Kruger fino alla piccola Patatina Kylie Rogers (già vista, in versione inquietante, nella serie tv “The whispers”), che sicuramente farà carriera a Hollywood. Stilisticamente Muccino lascia sempre la sua impronta, con lunghi piani sequenza e scene che ricordano (anche troppo) “L’ultimo bacio”. Non tutto però fila liscio e la sceneggiatura ha più di una pecca, con la melassa in cui si impantana il film a rendere pesantuccia tutta la vicenda. Al botteghino italiano il film non è andato benissimo, con soli 2 milioni e mezzo di incasso ed è improbabile che l’uscita nelle sale americane faccia chissà quale miracolo. Riassumendo direi che si può vedere, ma non lascia il segno. E se dovesse piacervi, attenti a non vederlo una seconda volta, perché la sovraesposizione ai vari “Patatina! Patatina!” rischierebbe di farvi venire gli stessi spasmi di Russell Crowe!

VOTO: 6+

Padri 3

Direttamente dal set del film, Seyfried, Muccino e Paul.

Sospendiamo momentaneamente la rubrica de “Il Criticone” e torneremo dopo la conclusione della Festa del Cinema di Roma (lo speciale QUI).

 

Ivan Zingariello

 

Sopravvissuto Padri e figlie Criticone