Il Criticone, 7a puntata: le commedie “Tutto può accadere a Broadway” e “Tutti pazzi in casa mia”

Tutto può e Tutti pazzi

Nuova puntata della rubrica “Il Criticone” con due commedie degli equivoci come “Tutto può accadere a Broadway” e “Tutti pazzi in casa mia“.

 

TUTTO PUÒ ACCADERE A BROADWAY

Il ritorno al cinema del maestro Peter Bogdanovich con una frizzante commedia ricca di ottimi attori.

A New York sbarca Arnold Albertson (Owen Wilson), importante regista teatrale che sta preparando il suo nuovo spettacolo a Broadway. La sera prima delle audizioni, fingendo di chiamarsi Derek, telefona ad un’agenzia di escort. Gli arriva quindi in hotel la giovane e bellissima Izzy (Imogen Poots), che nel corso della serata gli rivela che il suo sogno è fare l’attrice, non conoscendo l’identità del suo cliente. A fine prestazione Arnold le offre 30.000 $ in regalo (!!!), ma solo dietro la promessa di smettere di prostituirsi e intraprendere seriamente la carriera sognata. Incredula per l’inaspettata generosità, Izzy accetta l’accordo e torna a casa dai vulcanici e litigiosi genitori (Cybill Shepherd e Richard Lewis). L’indomani, alle audizioni, Arnold viene raggiunto dai due protagonisti dello spettacolo: sua moglie Delta Simmons (Kathryn Hahn) e l’acclamato (soprattutto dalle donne, e non si sa il perché..) attore Seth Gilbert (Rhys Ifans), che la sera prima aveva visto Izzy sgattaiolare fuori dalla stanza del regista. Con loro c’è anche lo sceneggiatore Joshua Fleet (Will Forte), che subito nota una delle ragazze presentatesi al casting: Isabella Patterson.

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 L’escort Izzy (Imogen Poots) e il regista Arnold/Derek (Owen Wilson)

Quando è il momento della sua audizione, Arnold si accorge che Isabella è proprio la Izzy che lui stesso aveva pagato e incoraggiato la sera prima e, colto dal panico per la presenza della moglie, cerca sbrigativamente di passare oltre, con Seth che se la ride sotto i baffi. Joshua invece tenta l’approccio invitando la ragazza a cena, nonostante sia già fidanzato con la procace psicologa Jane Claremont (Jennifer Aniston). Quest’ultima, una donna iraconda e schizofrenica più dei suoi stessi pazienti, si ritrova in terapia proprio l’inconsapevole Izzy e anche l’ex giudice Pendergast (Austin Pendleton), un anziano talmente ossessionato dalla bella ex escort (più volte incontrata) da ingaggiare un investigatore privato, Harold (George Morfogen). E molto presto tutti gli incroci fra questi personaggi provocheranno reazioni a catena e imprevedibili sviluppi, con l’inevitabile scoperta di tutti gli altarini e tanti guai in vista.

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Lo sceneggiatore Joshua (Will Forte) e la psicologa Jane (Jennifer Aniston)

Il grande Peter Bogdanovich (“Paper Moon“, “L’ultimo spettacolo“, “Ma papà ti manda sola?“) torna dietro la macchina da presa dopo ben 13 anni dal suo ultimo film, “Hollywood confidential” (2001). E questo grazie all’intervento di Noah Baumbach e Wes Anderson che si sono offerti di produrre questa pellicola che Bogdanovich aveva iniziato a scrivere con l’ex moglie già nel 1999. Presentato al Festival di Venezia del 2014, e arrivato solo ora sugli schermi italiani, questo “She’s funny that way” (letteralmente “Lei è divertente così“) è una movimentata commedia degli equivoci, che ricorda molto il cinema hollywoodiano anni ’30 alla Lubitsch. E le citazioni cinematografiche non mancano, a cominciare dalla più volte citata (e fondamentale) frase “scoiattoli alle noci” tratta da “Fra le tue braccia” (1946), proprio del maestro tedesco. Finale assolutamente geniale. Ottimo e amalgamato il grande cast, composto anche da Illeana Douglas, Debi Mazar, Ahna O’Reilly, Tovah Feldshuh e i cameo di Tatum O’Neal, Michael Shannon (ma non solo), che trova in un’isterica e incazzosa Jennifer Aniston la caratterizzazione più divertente e debordante (una vera matta!), mentre Imogen Poots ricorda molto la Audrey Hepburn di “Colazione da Tiffany” e sicuramente tutti vorremmo avere il suo culo (inteso non come deretano, ma come “trovare uno che ci regali 30 mila $”). Esordio al 10° posto nel box office italiano, meriterebbe decisamente di più.

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Buona parte del cast: Aniston e Ifans, Poots e Forte, Hahn e Wilson

VOTO: 7


 

TUTTI PAZZI IN CASA MIA

La commedia francese campione di incassi in patria, qui da noi convince poco.

In un sabato qualunque il dentista Michel Leproux (Christian Clavier) girando per i mercatini di Parigi scova un raro disco jazz che cercava da anni, “Me, myself and I“, primo album di Niel Youart. Entusiasta dell’acquisto, corre a casa per ascoltare il vinile e si chiude nel salone, ma non appena la puntina del giradischi inizia a suonare, succede praticamente di tutto. Sua moglie Nathalie (Carole Bouquet) proprio in quel momento decide di parlargli di un suo vecchio tradimento, mentre la raffreddata colf Maria (Rossy de Palma) tra un aspirapolvere e una tirata di naso(ne), deve pulire il salone in cui Michel ha assoluto bisogno di silenzio per gustare quel momento che aspettava da anni.

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Michel (Christian Clavier) e il suo prezioso disco

Come se non bastasse, nell’altra stanza ci sono dei maldestri e rumorosi operai polacchi che stanno buttando giù un muro a martellate, e intanto arriva anche il figlio bamboccione Sébastien (Sébastien Castro), che abita nel monolocale al piano di sopra. Poi è il turno del (fin troppo) espansivo vicino di casa Pavel (Stéphane De Groodt) che ha organizzato una festa di condominio. Poi c’è anche l’amante di Michel, Elsa (Valérie Bonneton) che vuole rivelare tutto alla moglie, il suo migliore amico Pierre (Christian Charmetant) in cerca di un prestito, e la madre che continua a chiamarlo al cellulare. Il povero Michel, in realtà uomo egoista e bugiardo, è travolto da questo turbine di personaggi che faranno di tutto per impedirgli (involontariamente) di ascoltare il tanto agognato disco.

Une heure de tranquillité, un film de Patrice Leconte, scénario de Florian Zeller, avec Christian Clavier (Michel), Carole Bouquet (Nathalie), Valérie Bonneton (Elsa), Rossy de Palma (Maria), Stéphane de Groodt (Pavel), Sébastien Castro (Sébastien)

Michel e la colf Maria (Rossy de Palma)

Une heure de tranquillité” (“Un’ora di tranquillità“), quella che Michel vorrebbe per poter ascoltare l’LP che bramava da anni, è tratto da una pièce teatrale di successo interpretata da Fabrice Luchini, il quale ha rifiutato di ripetere il ruolo anche al cinema dichiarando di “aver passato già troppo tempo con quel personaggio“. Il film aveva tutte le carte in regola per essere esilarante. Invece il solitamente ottimo Patrice Leconte sforna una messa in scena con poco ritmo e davvero poco divertente, nonostante tutte le situazioni paradossali (forse troppe) presenti nella storia. E tutto ciò è francamente incomprensibile, visto che raramente si vede una commedia degli equivoci che non fa praticamente ridere. Si segue la vicenda, ogni tanto si strappa un sorriso, ma nulla di più. L’ormai appesantito Christian Clavier ce la mette tutta con le sue smorfie e faccette, ma i tempi di Asterix sono lontani. Fra i comprimari nota di merito alla sempre fantastica Rossy de Palma con il suo nasone, mentre risulta un po’ monocorde la bella Carol Bouquet. Inspiegabilmente il film ha incassato molto in patria, visto da ben un milione di francesi, mentre da noi ha esordito con un deludente (ma meritatissimo, vista la mediocrità) 14° posto. Un’occasione davvero sprecata.

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Il cast semicompleto: Bouquet, De Groodt, de Palma, Castro, Bonneton e sotto, Clavier

VOTO: 5


 

Nel prossimo appuntamento (ri)parleremo dell’attesissimo 007 “Spectre” e di “Freeheld“, entrambi già visti alla Festa del Cinema di Roma.

 

Ivan Zingariello

 

Tutto può e Tutti pazzi