Il Criticone n.9 – “Io che amo solo te”, ennesima commedia pugliese e “The last witch hunter” con Vin Diesel caccia streghe

Io che amo e Last witch

Nuova puntata de “Il Criticone”. Oggi parleremo del film italiano “Io che amo solo te” e dell’americano “The last witch hunter”.

 

IO CHE AMO SOLO TE

L’ennesima commedia italiana girata in Puglia si mantiene nella media, ma è vincente al botteghino anche grazie all’ottimo cast.

Nella cittadina di Polignano a mare, ridente località balneare vicino a Bari, si sta organizzando il matrimonio tra Damiano (Riccardo Scamarcio) e Diana (Laura Chiatti). Lui è figlio di un importante imprenditore locale, Don Mimì (Michele Placido) e dell’acida Matilde (Antonella Attili); lei invece è di umile famiglia e, orfana di padre, vive con la verace mamma Ninella (Maria Pia Calzone) e la vivace sorella Nancy (Angela Semeraro) in una modesta casa con tanto di immancabile vicina impicciona (Crescenza Guarnieri). Questo però non sarà un matrimonio normale, perché i due consuoceri Don Mimì e Ninella in gioventù si sono amati e poi sono stati costretti a lasciarsi, continuando a covare un sentimento reciproco negli anni. Per le nozze, che saranno celebrate dal simpatico Don Gianni (Uccio De Santis), arrivano i vari parenti: il fratello di Damiano, Orlando (Eugenio Franceschini) accompagnato dalla “fidanzata” Daniela (Eva Riccobono); gli zii di Diana, la nevrotica Dora (Luciana Littizzetto) e il sottomesso marito Modesto (Dino Abbrescia) e a sorpresa anche lo zio Franco (Antonio Gerardi), appena uscito di prigione. E mentre il grande giorno si avvicina, una serie di eventi rischieranno di destabilizzare i futuri sposi, mettendo a rischio il matrimonio stesso.

Io che amo solo te 1

I futuri sposi Damiano (Riccardo Scamarcio) e Diana (Laura Chiatti)

Questa ennesima commedia girata in Puglia (grazie alle inesauribili finanze dell’Apulia Film Commission) è tratta dal romanzo omonimo di Luca Bianchini, il quale ha voluto personalmente alla regia il suo amico Marco Ponti. Il film è un ritratto della classica vita di quello che è poco più di un paese, in cui si conoscono tutti, in cui le voci girano, in cui si rinuncia ad un amore per motivi di etichetta, in cui la mentalità retrograda prevale sul buonsenso e in cui l’apparenza è più importante della sostanza e spesso si rinuncia alla propria autenticità, persino nei rapporti amorosi. La storia di Ninella e Don Mimì, la vicina impicciona che spia perennemente ogni movimento/discorso, i commenti del paese al ritorno di Franco dalla prigione, i “diversi” costretti ad emigrare altrove, sono tutti esempi (spesso anche troppo stereotipati) dell’ambiente in cui si vive nelle realtà del sud.

Io che amo solo te 2

I consuoceri Ninella (Maria Pia Calzone) e Don Mimì (Michele Placido)

Comunque il duo Scamarcio/Chiatti, già insieme nella serie tv “Compagni di scuola” (2001) e (in)dimenticabili protagonisti del moccianoHo voglia di te” (2007), funziona abbastanza, anche se l’accoppiata Placido/Calzone gli ruba assolutamente la scena. L’ex commissario Cattani è ormai abituato a fare il patriarca pugliese, mentre l’ex Donna Imma sta bene praticamente ovunque. Brava e notevolmente vipera Antonella Attili, che ricorda molto Madre di “Sensualità a corte” (quella di Jean Claude). Buone anche le altre interpretazioni, dall’ex Di Pietro di “1992” Antonio Gerardi, al remissivo zio Modesto (di nome e di fatto), che sogna di liberarsi della castrante moglie (tanto da leggere il libro “Come uccidere la moglie e perché”), una Littizzetto forse leggermente sottotono rispetto ai suoi standard.

Io che amo solo te 3

Franco (Antonio Gerardi), Nancy (Angela Semeraro) e Modesto (Dino Abbrescia)

Inaspettatamente esilarante l’ex modella Eva Riccobono nel suo personaggio di “accompagnatrice”, così come Dario Bandiera in versione “truccatrice-sfranta”, mentre completano il nutrito cast Enzo Salvi, Beppe ConvertiniMichele Venitucci. C’è inoltre la (inutile) partecipazione speciale di Alessandra Amoroso (sic!) che (ri)canta il brano di Sergio EndrigoIo che amo solo te“, che ha dato il titolo al libro e poi alla pellicola (nei secoli dei secoli.. amen). Il film alla fine non è niente di speciale, si lascia vedere (anche grazie al super cast) e stop. Il pubblico però lo ha premiato, mandandolo al 1° posto del box office. E per il cinema italiano, perennemente in crisi d’astinenza, nonostante tutto è sempre una buona notizia.

Io che amo solo te R

Alessandra Amoroso, il regista Marco Ponti e lo scrittore Luca Bianchini

VOTO: 6


 

THE LAST WITCH HUNTER

Vin Diesel cacciatore di streghe ai nostri giorni, forse sarebbe meglio fosse rimasto nel 1200.

Kaulder (Vin Diesel) è un barbuto cacciatore di streghe del XIII° secolo che combatte contro le forze del male capeggiate dalla Regina delle Streghe (Julie Engelbrecht). Quando i due si trovano faccia a faccia, Kaulder riesce ad ucciderla, ma la Regina morente lo maledice condannandolo all’immortalità. Per questo l’indistruttibile guerriero continua a combattere le forze oscure nel corso dei secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri. Oggi è l’ultimo cacciatore rimasto, e protegge anche l’Ordine dell’Ascia e della Croce, che con lui contribuisce a mantenere la fragile tregua che c’è tra le streghe e gli ignari esseri umani. A capo dell’Ordine si succedono (come i Papi) i Dolan, sacerdoti di cui il 36° (Michael Caine) ormai anziano sta per andare in pensione.

Kaulder (Vin Diesel) e Chloe (Rose Leslie)

Il successore designato, il 37° (Elijah Wood) è invece un giovane minuto e volenteroso, ma allo stesso tempo ancora impreparato ad affrontare le forze del male. Quando il giorno dopo il Dolan 36° viene trovato morto, Kaulder inizia a sospettare che l’improvvisa dipartita sia opera di qualche strega, e realizza che c’è in atto un piano maligno per riportare in vita dopo 800 anni la malefica Regina. Con l’aiuto di Chloe (Rose Leslie), proprietaria di un bar per maghi e streghe (come lei) dato alle fiamme dal cattivissimo emissario del male Belial (Ólafur Darri Ólafsson), inizia una lotta contro le forze oscure per evitare la resurrezione di colei che secoli fa uccise la sua famiglia e lo condannò ad una vita eterna e senza affetti.

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Dolan 36° (Michael Caine) e Dolan 37° (Elijah Wood)

Il film di Breck Eisner è abbastanza mediocre da diversi punti di vista, a cominciare dalla storia abbastanza scontata e diverse forzature qua e là. L’ennesima storia di streghe, seppur ambientata ai giorni nostri, sa di già visto e stravisto, con l’immortalità ormai anaffettiva di Kaulder che rimanda direttamente ad “Highlander“. Vin Diesel è come al solito un pupazzone inespressivo e nelle sequenze medievali con la barbona è addirittura quasi comico (una specie di Obelix). Rose Leslie se la cavicchia, mentre il mai cresciuto Elijah Wood si vede per qualche (inutile) minuto e poi viene messo da parte praticamente per tutto il resto del film. Anche Michael Caine è completamente sprecato, mentre Ólafsson sembra un tardo Orson Welles (ma solo fisicamente!). Gli effetti speciali non sono male, ma è decisamente poco.

Last witch 2

La malefica Regina delle Streghe (Julie Engelbrecht)

Tra mille trovate già viste e già sentite, ce n’è almeno una carina: il bambino che su un marciapiede inizia a seguire una scia di orsetti gommosi fino al giardino sul retro di un palazzo dove c’è (o almeno il maleficio vorrebbe farlo credere) addirittura l’albero (!) degli orsetti gommosi.. praticamente il sogno di ognuno di noi! Ad Hollywood si ostinano a girare questo tipo di prodotti di genere per il pubblico di bocca buona, che comunque ha dimostrato di gradire, con oltre 2 milioni e mezzo incassati in Italia e 24 milioni negli Stati Uniti. E per fortuna loro (e purtroppo per noi) vogliono farne un sequel e forse addirittura un franchise, come annunciato in estate dallo stesso Diesel. Quindi questo non sarà “L’ultimo cacciatore di streghe“. Contenti loro…

Last witch 3

Chloe, Kaulder e Dolan 37°

VOTO: 5


 

Nella prossima puntata de “Il Criticone” parleremo di film italiani “Belli di papà” e “Alaska

 

Ivan Zingariello

 

Io che amo e Last witch