IL DECAMERONE: VIZI-VIRTU’- PASSIONI

Dopo Furioso Orlando, in scena il Decamerone

(dal progetto I Grandi Italiani di Baliani, Accorsi, Balsamo)

Il Decameron (iniziato nel 1349 e portato a termine due anni dopo) é, com’é noto, l’opera più famosa di Giovanni Boccaccio (Certaldo di Firenze, 1313),  considerato il padre della prosa volgare italiana e il più importante scrittore del XIV secolo (in Italia ed Europa) unitamente a Dante e Petrarca.

L’opera che racchiude cento novelle, fu composta negli anni immediatamente successivi alla tragica peste nera del 1348, che aveva ucciso il padre e numerosi amici dello scrittore. Reagendo a questo scenario di morte e distruzione,   Boccaccio  si rifugiò con un gruppo di  amici, in una villa fuori Firenze: sette donne e tre uomini trascorsero così dieci giornate (da cui il titolo dell’opera) intrattenendosi vicendevolmente con una serie di racconti narrati a turno. Un personaggio alla volta era  eletto re della giornata, con il compito di proporre un argomento che gli altri narratori erano tenuti a rispettare.

Quelle storie  servivano a rendere il mondo meno terribile, a immaginare altre vite, diverse da quella che stavano faticosamente vivendo. Servivano ad allontanare, per un poco di tempo, l’alito della morte.  La città era appestata e servivano storie che facevano dimenticare: storie di amori erotici e furiosi, storie grottesche e paurose, purché  storie, raccontate bene, perché la morte là fuori si avvicinava con denti affilati e agognava la preda.

“Abbiamo scelto di raccontare alcune novelle del Decamerone -ha spiegato il regista Marco Baliani alla cittadinanza riunita nella sala della Repubblica del Teatro Rossini di Pesaro il 31 gennaio per incontrare come di consueto la compagnia-  perché oggi ad essere appestato è il nostro vivere civile.  Viviamo in un momento molto difficile della nostra società, politicamente, storicamente ed economicamente e ci piaceva l’idea di creare questo parallelo, cioè recuperare questa importanza che ha il racconto: raccontare qualcosa a qualcun altro che decide di starti ad ascoltare, fino a creare un rito che crea vita ed energia. Non è un’energia che si consuma uscendo dall’attore, è un’energia che esce dall’attore, arriva a qualcuno che ascolta e torna all’attore, quindi tutti sono più forti dopo il rito teatrale. E quindi il racconto porta vita, speranza e tanto amore, anche in un momento in cui si fa fatica a sperare”.

“Possediamo tesori linguistici pari ai nostri tesori paesaggistici e naturali, un’altra Italia, che non compare nei bollettini della disfatta giornaliera con la quale la peste ci avvilisce – ha detto l’attore Stefano Accorsi –  Ci sono, dobbiamo ricordarcelo e da qui bisogna partire per liberarci da questo appestamento, oltre che  dalle nostre fragilità e debolezze: riconoscerle e riderci sopra, magari digrignando i denti. Non è che lo spettacolo vuol essere la soluzione, per carità, ma l’arte serve a questo: a tentare di proteggerci da questo assalto”.

Il Decamerone- Vizi, virtù, passioni é la seconda parte del progetto  Grandi italiani, ideato da Marco Baliani, unitamente ad Accorsi ed a Marco Balsamo, direttore de Nuovo Teatro, in scena  al Rossini di Pesaro (30-31 gennaio-1° febbraio 2015) in collaborazione con la Fondazione Teatro della Pergola di Firenze: il primo atto é stato dedicato lo scorso anno all’Ariosto (Furioso Orlando e Giocando con Orlando), il terzo sarà realizzato sulla base del  Principe di Machiavelli.

“Abbiamo deciso di portare in teatro la lingua di questi tre grandi italiani sfidando la complessità delle loro opere, per scoprire quanto ancora possiamo nutrirci delle loro invenzioni, dei loro azzardi, delle loro intuizioni. E per mostrare, con l’arte della scena, che la bellezza delle loro creazioni è un tesoro inestinguibile, a doppio filo legato a quell’altra beltà che è il nostro paesaggio italiano e le nostre opere d’arte – ha continuato  Accorsi – I classici sono straordinariamente fuori tempo perchè hanno la qualità letteraria necessaria per parlare dell’uomo al di là dei secoli. Questo progetto mi affascina molto e questo Decamerone é proposto in una formula diversa rispetto all’Ariosto con sei attori in scena: narrazione unita all’azione, recitiamo e raccontiamo. Io sono davanti e dietro la macchina da presa: chiedo molto alla mia  concentrazione, ma il ruolo del regista mi piace molto ed infatti sto scrivendo un film su una storia in parte vera (1992, la serie per Sky su Tangentopoli)”.

Sul palco, accanto ad Accorsi, ci sono Salvo Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu e Nike Silippo, con scene e costumi di Carlo Sala.  Firma la drammaturgia Maria Maglietta .

La struttura polifonica del testo – una selezione di sette novelle in bilico tra il sublime e il rozzo, il licenzioso e il poetico – ha il suo simbolo in un  carro-furgone parcheggiato al centro della scena, casa e teatro viaggiante della Compagnia.

“E’ un  omaggio ai figli dei fiori, agli anni ’60, gli ultimi – ha dichiarato Baliani – in cui si è sperato di costruire qualcosa”.

Ho assistito ad uno spettacolo indubbiamente originale, diverso rispetto a quelli che siamo soliti vedere. Personalmente, é la prima volta che vedo Accorsi in scena e non pensavo che fosse così bravo.

Dopo l’esordio al Teatro della Pergola di Firenze dal 9 al 14 dicembre 2014,

lo spettacolo é andato in scena un po’ ovunque, toccando, tra gli altri,

il Comunale  di Treviso dal 19 al 21 dicembre, quello di  Ferrara dal 7 al 9 gennaio 2015, il Verdi di Pisa dal 10 all’11 , quello di Salerno dal 15 al 18  ed il  Biondo di Palermo dal 20 al 28. La prossima programmazione toccherà nellle Marche la Nuova Fenice di Osimo il 14 febbraio e l’Alaleona di Montegiorgio il  giorno successivo.

Proseguirà  all’Ambra Jovinelli di Roma dal 19 al 1° marzo; alla Corte Stabile di Genova dal 10 al 15 , al  Morlacchi di Perugia dal 25 al 29  al Petruzzelli di Bari dal 7 all’8 aprile; all’Alighieri di Ravenna dal 10 al 13  (soltanto per citarne alcuni).

Paola Cecchini