Il futuro siamo noi: non solo Greta Thunberg

Il futuro siamo noi è diretto da Gilles de Maistre, noto per un bel film di successo come Mia il leone Bianco, ma da sempre con il documentario nelle sue corde.

Stavolta ci porta all’interno di tante piccole storie di bambini, concentrandosi in particolare sui cinque candidati per il loro impegno umanitario ad un premio che ogni anno viene assegnato per l’ambiente in Svezia.

Sfruttando un semplice taglio documentaristico, il regista ci introduce nelle cinque storie con il difficile compito di non cadere nel solito buonismo e nel racconto didascalico, dove il ricco europeo guarderà con occhi compassionevoli per poi fare un piccola donazione solo perché potrà scaricarla dalle tasse.

Josè è un giovane peruviano che ha creato una banca per bambini, in modo di aiutarli con la raccolta della carta. Progetto che alcune banche hanno cercato anche di portargli via nell’avida idea di avere già giovani clienti. Poi incontriamo Arthur, che vive nel nord della Francia e che aiuta nel suo piccolo i senza tetto (a differenza del nostro paese, dove i più piccoli vengono mandati a mendicare da ricche famiglie provenienti dall’Est). Heena è invece una giovane indiana in un paese dove lo sfruttamento è pari a quello raccontato dai libri di Dickens, se non peggio. Lei si batte per il diritto di mandare i suoi  coetanei a scuola e avere un futuro migliore. E ci spostiamo in Guinea, dove la dodicenne Aïssatou combatte contro l’usanza delle spose bambine, che subiscono ignobili violenze e, ovviamente, perdono il diritto allo studio. Infine, i bambini Jocelyn, Peter e Kevin sono costretti a lavorare per aiutare la loro famiglia, venendo negato anche ad essi il diritto allo studio.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole per un’operazione validissima sotto ogni punto di vista e che spera che, magari, una piccola goccia delle fortune dei facoltosi possa ricadere sui questi ragazzi che rappresentano una parte del nostro futuro.

Gilles de Maistre affronta ne Il futuro siamo noi anche i problemi ambientali e tutte le storture create da società che ci ricordano. Ma, se l’Europa e gran parte del mondo occidentale sono ormai riuscite a superare queste sacca di povertà, il grido lanciato dai bambini è quello non solo di cercare un futuro migliore per loro, ma per tutta l’umanità.

 

 

Roberto Leofrigio