È in una notte piovosa, con un sempre più grasso Russell Crowe che, armato di martello, scende dalla propria auto per entrare all’interno di un’abitazione ed attuare un massacro che prende il via Il giorno sbagliato, diretto dal Derrick Borte autore, tra l’altro, dell’omaggio clashano in fotogrammi London town.
Un Russell Crowe che, una volta superati i titoli di testa, non fatica nel ricordare il Michael Douglas di Un giorno di ordinaria follia dal momento in cui, al semaforo, si trova a discutere con una giovane mamma affiancata nella propria vettura dal figlio.
Mamma che, interpretata dalla Caren Pistorius di Macchine mortali, finisce per diventare la preda dell’uomo, il quale si trova in una delicata fase della sua esistenza in cui si sente impotente e invisibile e che, proprio per questo, non tarda a sfoggiare atteggiamenti da vero e proprio psicopatico.
Psicopatico che il gladiatore più famoso della Settima arte incarna magistralmente nel trasformare in maniera progressiva la giornata della donna in un autentico incubo ad occhi aperti immerso in una società d’inizio terzo millennio sempre più caratterizzata dai frenetici ritmi di vita delle trafficatissime società metropolitane e dallo stress.
Perché è proprio il fragile equilibrio di una società perennemente al limite quello che intende esplorare Il giorno sbagliato attraverso una vicenda destinata ad assumere presto i connotati di un thriller on the road mirato a ricordare, tra l’altro, che le parole e le azioni hanno conseguenze.
Un thriller on the road che, tra tesa situazione telefonica che vede coinvolto un avvocato dalle fattezze di Jimmi Simpson ed enigmi dinanzi ai quali la protagonista è costretta a scegliere chi dei suoi conoscenti dovrà finire nelle mani del folle, non cela neppure una certa influenza proveniente dalla popolare saga Saw, sebbene non intenda affatto replicarne le claustrofobiche ambientazioni.
Del resto, su sceneggiatura del Carl Ellsworth che, in fatto di tensione da grande schermo, si è occupato degli script di Red eye di Wes Craven, Disturbia di D.J. Caruso e L’ultima casa a sinistra di Dennis Iliadis, la circa ora e mezza di visione privilegia lo sviluppo di un gioco del gatto e del topo consumato prevalentemente in spazi aperti, tra serrati inseguimenti su quattro ruote e colossali incidenti stradali.
Rendendo Il giorno sbagliato una veloce operazione che, piuttosto violenta e fornita perfino di una cattiveria sempre più inusuale nella pulita e politically correct Hollywood del XXI secolo, intrattiene efficacemente il pubblico alla ricerca di uno spettacolo a base di suspense e stalker mieti-cadaveri a piede libero.
Francesco Lomuscio
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