Il grande rock di Vinnie Vin con il cd 4+IV

Artista poliedrico e originale Vincenzo Ianniello, in arte Vinnie Vin, ha appreso alla perfezione la lezione del glam rock e l’ha rivista con il suo personale gusto e il suo grande estro. Il nuovo album del talentuoso musicista e cantante si intitola 4 + IV ed è un misto di poesia e sperimentalismo che alterna momenti di grande emozione ad altri carichi di temperamento, in un interessantissimo insieme con venature prog rock che mostrano piglio e determinazione.

Abbiamo intervistato Vinnie Vin per farvi conoscere meglio questo originale rocker tutto scoprire…

 

Vinnie, come stai promuovendo il tuo ultimo cd 4+IV?

Al momento lo sto presentando ufficialmente, a novembre mi orienterò di più sulla band e nel 2020 sono seriamente intenzionato a proporre le mie canzoni in giro.

 

Secondo te oggi quanto è importante l’immagine per imporsi nel mondo della musica? E’ una domanda che ti facciamo dal momento che tu hai un look curato e originale..

Non curo molto la mia immagine. Oggi bisogna essere belli, tirati a lucido, basta vedere ciò che ci propinano i media. Non mi piace giudicare, ma questo giochetto di immagine uguale espediente per attirare pubblico non fa per me. Io sono e resterò sempre fuori da questo circolo vizioso, fatto di apparenza e poca sostanza. Dopo il successo momentaneo nessuno più ricorda i personaggi spinti dai media un paio di anni prima… per cui, meglio lasciar perdere. C’è un misto di pena e tristezza da parte mia verso questo sfruttamento mascherato da beneficenza. Per cui, non curo la mia apparenza, piuttosto creo un personaggio ad ogni mio nuovo lavoro. Nel L’altra parte di me il mio primo disco, ho tirato fuori la dualità umana, fatta più di mimica che altro. Più complesso il discorso per 4+IV. Il personaggio di questo album è un giocoliere del tempo che crede in una vita fatta di apprezzamenti per le cose essenziali (a partire dai quattro elementi aristotelici), uno che crede che la vita vada vissuta in modo lento ed easy, uno che invecchia fuori ma con le sue macchinazioni (orologi che arrivati a sei ripartono da uno), clessidre poste in orizzontale piuttosto che in verticale per non far scendere la sabbia , ladro di ingranaggi per bloccare gli orologi che poi ci gioca sulla back cover. Questo è il mio apparire, dare un senso al mio essere. Vinnie Vin è buono-cattivo, istintivo-riflessivo, bianco e nero nell’altra parte di me. Vinnie Vin è sognatore, essenziale, una sorta di Peter Pan in 4+IV. Questo è Vinnie Vin, e questo propongo, non quello che mi dice una strategia di marketing.

 

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno è stato esaudito, fare nella vita quello che mi piace fare. Il mio primo disco tributo a Sean Delaney, L’Altra parte di me, il secondo dedicato ai Kiss. Tutti sogni esauditi. Io non ho sogni da esaudire perché sto bene così. Ok, forse a pensarci bene un sogno ce l’ho. Nel 2014 dopo aver scritto il primo disco avevo pensato ad un progetto ambiziosissimo e costoso : scrivere una storia fantasy del quale sono un appassionato e trasformarla in un musical. Ho scritto la storia: il segreto dell’orchidea, e quattordici canzoni che ne sono la colonna sonora. Per come lo vedo io dovrà essere un cd doppio ebook e musica. Non so ancora quando, spero presto, pubblicherò in cartaceo la storia de “il segreto dell’orchidea”. I proventi saranno donati in beneficenza per i bambini affetti da leucemia, un gesto che devo a mamma e agli angeli che l’hanno assistita.

 

Personalmente preferisci il lavoro in studio o ti piace di più esibirti on stage?

A me piace creare, sviluppare, inventare. Sicuramente preferisco il lavoro in studio, ciò non toglie che se ascolto una mia canzone cantata da un’altra persona provo un’emozione fortissima. Sono una persona molto introversa ma se vedo il trasporto divento irrefrenabile.

 

Parlaci della cover del tuo cd. Chi l’ha ideata e realizzata?

Ideata e concepita completamente da me per intero. . Devo ringraziare il mio caro amico Sergio Duccilli (suona anche le tastiere in alcune tracks del disco) che ha trasformato le mie idee in pixel. E poi un grazie speciale anche a Mariapia (Mortisia) Morelli ideatrice di me “giocoliere del tempo” sulla back cover riportato su carta con tecnica carboncino.Un lavoro di squadra. Sono molto fiero di me, di loro e del nostro risultato finale.

 

A chi pensi di dover dire grazie per il percorso artistico che hai fatto fino adesso?

In primis, mia mamma e mia moglie. Mamma perché è stata una mia grande fan, mi ha appoggiato e quando faceva le pulizie di casa ascoltava il mio cd che è ancora là nel lettore dove lo aveva lasciato lei. Mia moglie perché mi supporta e sopporta soprattutto, e vi assicuro non è facile. Enrico Landi, il mio fratellino del 45° parallelo studio, e tutti i musicisti. Ok, mi faccio voler bene, ma voglio bene veramente a tutti loro, con alcuni ha un rapporto davvero speciale. Sono fortunato lo so.

 

In passato hai lavorato nello staff tecnico di diversi artisti noti nel panorama della musica nostrana. Cosa pensi di aver imparato da quell’esperienza?

Sinceramente la cosa più bella che mi porto dentro è il fatto di aver lavorato con Giuseppe Landi, successivamente diventato il mio padrino di cresima. Giuseppe è un secondo padre per me visto che io mio l’ho perso a diciassette anni. Per me è stato bello vivere la musica anche in quel modo. E’ stata più un’esperienza umana e oggi fa parte del mio bagaglio. Degli artisti famosi che ho conosciuto mi è rimasto ben poco, se non nulla addirittura, a parte qualche loro musicista. Ho lavorato benissimo ed in sincronia con tutta la squadra dello staff tecnico. Sono stati tempi bellissimi, li porterò nel cuore.

 

Tu sei un cantante ma anche un bassista. Quali sono i tuoi bassisti preferiti e quali quelli a cui ti sei ispirato?

Il più suonato da me sicuramente è stato Gene Simmons, soprattutto perché ho militato in una tribute band dei Kiss: gli PsychoKiss. Ho interpretato tanti bassisti, suonando in genere musica pop italiana. Non è che non apprezzi la perfezione e la bravura (essendo autodidatta, probabilmente non sarei nemmeno in grado di recepirla al 100%). A me piacciono le cose belle e non è detto che le cose perfette siano belle. Il mio orecchio è il mio cuore. Se una cosa bella mi colpisce cerco di capire come e perché è bella. Come bassista mi piacciono: Geddy Lee dei Rush, Roger Waters dei Pink Floyd, Jack Bruce dei Cream, John Deacon dei Queen, Phil Lynnot dei Thin Lizzy. Come vedi non sono virtuosi. Sono e sono stati, però dei bravissimi musicisti che hanno creato delle cose magnifiche.

 

Susanna Marinelli