Il mistero dei cerchi del grano al Cab 41 di Torino

“SERATA MISTERO” ultimo appuntamento stagionale! 
Speciale “Cerchi nel grano” a cura di Umberto Visani con la conduzione di Fabrizio Brignolo.
L’appuntamento è per lunedì 27 Maggio alle ore 21,00 
Ingresso gratuito – Per prenotazioni 011504985

"SERATA MISTERO" ultimo appuntamento stagionale! Speciale "Cerchi nel grano" a cura di Umberto Visani con la conduzione di Fabrizio Brignolo.L'appuntamento è per lunedì 27 Maggio alle ore 21,00 Ingresso gratuito – Per prenotazioni 011504985

Pubblicato da CAB 41 su Domenica 19 maggio 2019

Ho chiesto allo studioso e scrittore Umberto Visani di descrivere brevemente ai nostri lettori il mistero dei cerchi del grano!

Ciao Umberto, bentornato su Mondospettacolo, vuoi spiegare brevemente ai nostri lettori  il fenomeno dei cerchi del grano?

Ciao Alex, grazie come sempre per l’accoglienza, volentieri, ti parlerò quindi dei Crop Circles.

Il fenomeno dei cerchi nel grano ha visto una vera e propria escalation negli ultimi trent’anni. Da semplici cerchi, le formazioni presenti sui campi sono diventate via via più complesse. Siamo però certi che, prima degli anni Ottanta, il fenomeno non esistesse già?

Cerchi nel grano nel passato

Nel 1991 due anziani signori inglesi, Doug Bower e Dave Chorley, vennero alla ribalta affermando di avere realizzato numerosi cerchi nel grano negli anni precedenti. La loro dichiarazione diede modo ai più scettici di etichettare l’intero fenomeno cerchi nel grano come una burla creata intenzionalmente dai due.

Tuttavia, se si esaminano cronache più antiche, è possibile notare come casi di misteriosi cerchi sul terreno risalgano a ben prima degli anni Ottanta.

Nelle tradizioni di area celtica, il tema dei “cerchi delle fate” o “anelli dei fairy” è presente in maniera massiccia. A inizio Novecento, un famoso antropologo statunitense, Evans Wentz, incontrò alcuni anziani di Howth, cittadina irlandese nelle vicinanze di Dublino, che gli mostrarono un “anello dei fairy” e gli dissero che i fairy esistono e che spesso danzano nei campi, formando cerchi all’interno dei quali l’erba viene schiacciata, per poi non ricrescervi più. Evans Wentz apprese anche di casi, in Cornovaglia, relativi a fairy giunti la notte per devastare il grano dei contadini.

Questo filo rosso è visibile anche procedendo a ritroso: nel Cinquecento, in Svezia, il vescovo Olaf Magnus analizzò formazioni circolari nel grano e nell’erba e giunse alla conclusione che fossero da attribuirsi alla danza degli elfi i quali avrebbero lasciato dei segni nel terreno così profondi e delle bruciature così gravi da impedire la ricrescita dell’erba.

Il primo caso ufficiale di cerchio nel grano risale al 1678. In un pamphlet inglese di quell’anno, intitolato “Il Diavolo Mietitore”, si vede il disegno di un campo sul quale un essere diabolico munito di falce taglia il grano, producendo una formazione circolare. Nel pamphlet si legge che un agricoltore facoltoso, irritato per l’aumento richiesto dal suo bracciante, rispose che avrebbe preferito che venisse il diavolo in persona a mietergli il terreno, piuttosto che essere costretto a riconoscergli simile aumento. La notte stessa, come testimoniato da molte persone, il suo campo andò parzialmente in fiamme e il giorno dopo l’agricoltore notò che il grano era stato tagliato e piegato come nessun uomo avrebbe potuto fare in una sola notte. La presenza di fiamme e luci può consentire parallelismi con la casistica più recente, per quanto manchino elementi conclusivi dovuti al fatto che il pamphlet stesso non spiega in maniera dettagliata quanto accaduto.

I casi recenti e la scienza.

Dagli anni Ottanta i cerchi sono diventati via via più complessi. Alcuni sono certamente prodotti dall’operato dell’uomo, ma altri no, come evidenziato da scienziati del calibro di Eltjo Haselhoff (ricercatore olandese collaboratore dei Los Alamos Laboratories) e William Levengood (professore della università del Michigan), i quali hanno mostrato come i cerchi ritenuti non realizzati dall’uomo presentino aspetti anomali quali la deformazione dei semi, la poliembronia, l’ingrossamento dei noduli dello stelo, la presenza di ossido di ferro all’interno del cerchio, tutti aspetti non presenti al di fuori delle formazioni misteriose. Sempre Haselhoff ha dichiarato sulla celebre rivista Physiologia Plantarum <<L’allungamento dei nodi nelle varie posizioni all’interno dei cerchi corrisponde alla distribuzione del campo elettromagnetico di una sorgente sferica di radiazione, ad un’altezza di 4 metri e 10 centimetri sopra il campo>>.

Il mistero rimane aperto, e si comprende da subito come sia antiscientifico etichettare l’intero fenomeno come una semplice “burla”.

Grazie Umberto, allora non ci resta che venire a vedere la conferenza che terrai lunedì sera al Cab 41 di Torino.

Grazie a te Alex e a tutti coloro che ci hanno letto e che verranno a vederci lunedì sera al Cab.

Alex Cunsolo