Si chiama Horror Maniacs ed è la collana blu-ray di Warner Bros. Home Entertainment dedicata al cinema della paura, arricchitasi a partire dal 13 Ottobre 2020 di nuovi titoli, tra cui Poltergeist – Demoniache presenze e Nightmare – Dal profondo della notte, entrambi in custodia amaray inserita in slipcase cartonato.
Poltergeist – Demoniache presenze (1982)
Dal volto della sfortunata Heather O’Rourke, prematuramente scomparsa a soli dodici anni, la piccola Carol Anne Freeling parla con il televisore privo di segnale video ed esclama “Loro sono qui”. È ciò che accade nel corso dei primissimi minuti di visone di questo classico diretto dal Tobe Hooper che, insieme a Wes Craven, John Carpenter e George A. Romero, pose le basi per l’horror moderno americano grazie al suo capolavoro Non aprite quella porta, del 1974. Una situazione destinata a rappresentare soltanto il primissimo, inquietante segnale che precede inquietanti avvenimenti pronti a scagliarsi sulla famiglia della bambina, addirittura rapita da misteriose presenze. Mentre i genitori, la sorella e il fratellino si trovano ad avere a che fare con un tifone, un aggressivo pupazzo dai connotati di clown e un albero a forma di mano che riesce perfino a penetrare nella loro abitazione. Al servizio di un’insieme durante il cui svolgimento risulta non poco avvertibile la mano dello sceneggiatore e produttore: nientemeno che il Re Mida di Hollywood Steven Spielberg. Una mano avvertibile sia per quanto riguarda l’utilizzo della bella colonna sonora di Jerry Goldsmith, giustamente candidata all’Oscar insieme agli effetti speciali (si pensi soltanto al tizio che si scarnifica il volto) e al montaggio sonoro, sia per la maniera di inscenare il progressivo arrivo degli spiriti maligni come se si trattasse di un’invasione aliena. Man mano che entra in scena la memorabile medium Tangina cui concede anima e corpo la compianta Zelda Rubinstein e che emerge un’affascinante sottotesto-attacco alla televisione quale diabolica minaccia all’unione del nucleo familiare. Aspetti che non hanno potuto fare a meno di trasformarlo in breve tempo in uno dei più noti titoli del filone riguardante le case maledette, nonché capostipite di una trilogia cinematografica terminata nel 1988, generatore di una serie televisiva e di un remake e, soprattuttoi, evidente anticipatore della serie Insidious.
Con sezione extra del disco dispensatrice di un documentario diviso nelle due parti – della durata di circa un quarto d’ora ciascuna – Scienza degli spiriti e Comunicare con l’aldilà.
Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
Ispirandosi a reali fatti di cronaca nera riguardanti dei ragazzi misteriosamente deceduti nel sonno, Wes Craven – ex insegnante di lettere e drammaturgia già noto tra i fan dell’horror grazie a L’ultima casa a sinistra e Le colline hanno gli occhi – firma questoultra-classico del genere che, rifiutato all’epoca dalle major e vincitore ad Avoriaz del Premio della critica e di quello per l’interpretazione di Heather Langenkamp nel ruolo della protagonista Nancy, finì per essere prodotto dalla società indipendente New Line Cinema. La Nancy che, parlando con l’amica Tina, scopre che entrambi sognano un misterioso individuo sfigurato e armato di un guanto munito di quattro affilate lame all’altezza dei polpastrelli; fino al momento in cui la seconda viene massacrata nel sonno, portando la prima ad intuire la pericolosità della situazione e i suoi genitori a rifiutarsi di credere che Freddy Krueger, assassino di bambini giustiziato in segreto dalla popolazione locale, sia tornato per tormentare i giovani attraverso la dimensione onirica. La dimensione onirica che, in maniera geniale e innovativa – seppur con qualche debito nei confronti del quasi contemporaneo Dreamscape – Fuga nell’incubo di Joseph Ruben – viene rappresentata quale spazio delimitato, accessibile attraverso la semplice perdita dei sensi e in cui si può concretamente agire e rimanere uccisi. Uno stratagemma che Craven sfrutta al meglio generando continuità tra le situazioni di sogno e quelle reali, senza mostrare il momento in cui il personaggio in questione si addormenta. Introducendo, inoltre, la carismatica figura del citato Krueger incarnato dall’ottimo Robert Englund, caratterizzato da volto sfigurato, cappellaccio e maglione a righe orizzontali, nonché destinato a diventare il boogeyman cinematografico di maggior successo degli anni Ottanta, tornato all’opera in sei sequel, una serie televisiva, il cross over Freddy vs Jason e un reboot. Un’ammazza-adolescenti qui ancora sorta di ennesima variazione del maligno (Nancy, per proteggersi, fa perfino ricorso al vecchio stratagemma del crocifisso) e al centro di oltre un’ora e venti in cui tutto è da antologia, dagli artigli che strisciano sul tubo rovente alla sopra menzionata Tina squartata mentre rotea, sospesa in aria, come la Regan de L’esorcista; senza dimenticare un esordiente Johnny Depp risucchiato dal letto e successivamente vomitato in ettolitri di sangue.
Con ricca sezione extra che, oltre ad una funzione che consente di scoprire sequenze inedite e segreti della realizzazione direttamente durante la visione del film, annovera tre finali alternativi, due diversi commenti audio, sedici minuti riguardanti le origini degli incubi di Wes Craven, quasi cinquanta di making of e ventidue di escursus sulla celluloide dell’orrore prodotta da New Line Cinema, dai vari Nightmare al rifacimento di Non aprite quella porta.
Francesco Lomuscio
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