IL RITORNO DI CAROSELLO…?

La notizia circolava da tempo, e la RAI aveva iniziato a tempo debito la propaganda: il 6 Maggio torna Carosello. Ovvero la trasmissione più mitica ed originale partorita dalla TV italiana, alla quale hanno partecipato veramente tutti gli attori e i registi italiani (con due sole e vistose eccezioni, Fellini e Mastroianni) e che ha inventato di tutto, attingendo da ogni genere di spettacolo, dal teatro alla scenetta comica al cabaret, passando anche per i cartoni animati e la musica leggera.
Visto con gli occhi di oggi, Carosello era un tripudio della pubblicità ingannevole, non c’era prodotto che non millantasse virtù taumaturgiche e superiorità assoluta e totale su qualunque altro prodotto concorrente, detersivi, shampoo e dentifrici contenevano sostanze misteriose e miracolose che a volte (nella finzione delle scenette) venivano concupite da gangsters senza scrupoli.
Carosello aveva tutte le sue regole ben precise, a cominciare dalla censura (le zanzare animate di un noto insetticida vennero censurate perchè si ritenne che la loro proboscide avesse forma fallica), per finire sulla durata, rigorosamente 2’ per ogni scenetta, dei quali gli ultimi 30” erano dedicati al “codino”, ovvero lo spazio per parlare diffusamente ed esclusivamente del prodotto reclamizzato.
Negli ultimi anni sono uscite diverse “antologie” di Carosello per la gioia degli esegeti come il sottoscritto (una è attualmente in corso di pubblicazione, siamo già al DVD 18 e gli arretrati sono introvabili), precedute quasi 20 anni fa da un eccellente libro di Marco Giusti (noto estimatore del cinema “alternativo”, ovvero quello generalmente snobbato dalla maggioranza dei critici).
Rifare Carosello 36 anni dopo (come ognun sa terminò il 1 Gennaio 1977) era una sfida quanto meno rischiosa: oltre al fatto che comunque oggi i gusti e i tempi televisivi sono molto cambiati, c’era già stato un tentativo-flop alcuni anni fa…
Ero comunque curioso di vedere il risultato di questo “Carosello-reloaded”, con una sigla aggiornata che richiama quella originale con alcuni alementi di modernità…


Non potendo presumo citare prodotti e committenti, tenterò di fare una descrizione nei limiti del possibile.
Il primo carosello parte molto aggressivo: riprende infatti un vecchio carosello animato dei tempi d’oro, per pubblicizzare analogo prodotto (e committente), e lì per lì quasi non riesco a crederci.
Ma il sottoscritto, oltre a possedere buona memoria, possiede TUTTE le raccolte di caroselli fin qui pubblicate, e capisce subito che qualcosa non va. Si nota infatti che la scenetta è notevolmente tagliata e accorciata, chi è nato dal 1977 in poi non può accorgersene ma io sì. Tagliata per fare posto ad un “codino” attuale e contemporaneo che contiene, piaccia o no, quello che normalmente c’è nello spot “normale” del medesimo prodotto. Vabbé, andiamo avanti.
Il secondo è quello di un gestore telefonico: generalmente gli spot telefonici sono i più mostruosamente banali alla faccia dei testimonial di grido (solo Fiorello, da par suo, aveva dato il guizzo in più, seguito forse dall’orso di Abatantuono), e anche questo carosello non sfugge alla regola: non si vede praticamente la differenza con uno spot normale, forse un pelo più lunghino.
Il terzo è quello di una catena di supermercati, e di fatto è una versione “gonfiata” e rimontata dello spot tradizionale: un pelino più lungo, fantasia zero.


Infine il quarto, di un ente petrolifero: qui almeno si nota un minimo di sforzo in più, cerca di fare una scenetta inedita (e animata) di gusto più attuale, e perlomeno si apprezza il tentativo. Ma a questo punto ho voluto togliermi l’ultimo dubbio e mi sono attaccato al cronometro: i nuovi caroselli durano circa 1’, in altre parole la metà dei caroselli originali. Un po’ pochino per farne uno spettacolo a sé stante come il modello originale. Senza contare il fatto, a ben pensarci sconcertante, che questo carosello è compresso tra due blocchi pubblicitari “normali”… la colpa è anche dei mutati tempi ed esigenze televisive, però l’effetto lascia un po’ allibiti.
Concludendo, qualche buona idea e la necessità assoluta di superare gli attuali modelli pubblicitari (o di tornare a quelli antichi…?) se si vuole andare avanti con questa iniziativa (anche un po’ pleonastica, visto che nulla è stato toccato del palinsesto preesistente, compreso il gioco dei pacchi e le summenzionate inserzioni pubblicitarie “tradizionali”), altrimenti questo nuovo remake di Carosello rischia la fine di quello precedente, ovvero di non reggere il confronto con l’originale e sparire nel nulla.

Giuseppe Massari