Il segreto della miniera: Hanna Slak racconta uno scomodo passato sepolto

Diretto da Hanna Slak, Il segreto della miniera testimonia l’ennesimo grande sforzo effettuato daCineclub Internazionale Distribuzione, società che si occupa della diffusione in Italia di film indipendenti e dotati di una grande forza espressiva e narrativa.

Pluripremiato, è un’opera notevole, non il solito film di intrattenimento, ma qualcosa che induce anche ad approfondire gli argomenti trattati, tanto più che è vicino a casa nostra che si svolge, non nel lontano e fin troppo celebrato Nord America.

La storia è basata sulla vera vita di un minatore bosniaco in Slovenia a cui è assegnato il compito di riaprire e ispezionare un vecchio tunnel per consentire ad una impresa privata  di chiuderlo definitivamente. Il minatore, abbattendo via via le barriere di roccia e mattoni presenti all’interno del tunnel, scopre un terribile  un segreto che doveva rimanere tale e, quindi, gli viene imposto di riseppellire subito tutto, dimenticando quello che ha visto.

Nonostante la presenza di attori del tutto sconosciuti agli occhi dei nostri spettatori, un lungometraggio che non manca di risultare molto coinvolgente fin dall’inizio, in quanto la regista riesce ad inglobare all’interno della storia una narrazione realistica e, al tempo stesso, emotiva, lasciando il segno.

Con un finale che rimane volutamente in sospeso (e molto spesso è la scelta più giusta in questa tipologia di film), Hanna Slak lascia allo spettatore il compito di riflettere sulla vicenda, mettendolo direttamente dinanzi al fatto che, ormai, si tende sempre più a dimenticare e, quindi, a lasciare sepolti (o, in questo caso, a riseppellire) ricordi di un passato scomodo.

Grande merito, dunque, a Il segreto della miniera, che in Italia esce il giorno della celebrata festa di Halloween per raccontarci le storie di quei morti dimenticati che non meritavano di finire in un pozzo oscuro, dove il protagonista lotta per ridare loro la  giusta dignità.

 

 

Roberto Leofrigio