Il sesso degli angeli: il sacro dietro al profano

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Il sesso degli angeli è una commedia di e con Leonardo Pieraccioni, prodotta da Levante e Rai Cinema e istribuita da 01 Distribution.

Pieraccioni torna a dirigere e interpretare uno degli stereotipi dell’italiano medio, scegliendo stavolta di impersonare e costruire una narrazione attorno ad un parroco un po’ sempliciotto: Don Simone, un prete di frontiera, con una chiesetta sempre in difficoltà e mai frequentata dai giovani, i quali preferiscono piuttosto lo “stare insieme” dei social.

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Un giorno Don Simone riceve una “fantastica” notizia: un eccentrico zio (incarnato da un immancabile Massimo Ceccherini) gli ha lasciato in eredità un’avviatissima attività in Svizzera che potrà risollevare le sorti economiche del suo oratorio sempre deserto; ma, arrivato a Lugano, il nostro prete scopre che si tratta nientemeno che di un bordello gestito da una sempre romanissima Sabrina Ferilli. Saprà districarsi tra sacro e profano? Il film è un classico pieraccioniano, soprattutto degli ultimi anni, basato sullo stratagemma narrativo degli equivoci. Una commedia che vuol far riflettere sull’Italia e sugli italiani, stavolta mettendo a confronto due mondi nettamente opposti. Durante il lungometraggio verrà fuori che poi queste differenze non sono così nette e che tutti possiamo cadere in tentazione. Lo sa bene il macchiettistico sagrestano interpretato da un brillante Marcello Fonte.

Dal punto di vista di resa scenica il regista-attore fiorentino è sempre una sicurezza. Per carità, non che si sia cimentato in chissà quale personaggio, tuttavia lui e Fonte si intendono bene e danno vita ad una serie di situazioni divertenti, ben scritte e ben interpretate. Forse un passo indietro lo fa la Ferilli, che non riesce a spiccare accanto ai due. Non possiamo però darle tutte le colpe, infatti si ritrova in un ruolo dalla scrittura piuttosto banale e, forse, volutamente secondario. Nella sua carriera, fortunatamente, ha interpretato parti più aderenti alle proprie capacità e alla prorompente personalità che ne Il sesso degli angeli esce estremamente ridimensionata. L’operazione, però si lascia vedere, ha una sua coerenza interna e sa coinvolgere lo spettatore. Col minimo sforzo il risultato viene portato a casa. Compitino.

 

 

Dario Bettati