Il sogno di una nuova Olimpiade: l’intervista ai campioni Della Monica – Guarise

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L’Oro di Torino e il sogno di una nuova Olimpiade: i campioni nazionali di pattinaggio di figura Della Monica – Guarise si raccontano a MondoSpettacolo

Su quel podio c’erano saliti già tre volte, ma si erano sempre dovuti “accontentare” della medaglia d’argento. Il 2015, invece, li ha finalmente premiati, ricompensandoli del grande lavoro portato avanti con passione e dedizione, e consacrandoli nell’olimpo dei grandi che possono fregiarsi di quel titolo nazionale tanto ambito. Le stelle di Nicole della Monica e Matteo Guarise hanno brillato nel cielo delle coppie di artistico, dentro il Palavela e in tutto il cielo di Torino, a conclusione del campionato nazionale di pattinaggio di figura dello scorso dicembre. Primi dopo lo short, nel libero Nicole e Matteo sono stati superati dai super favoriti, la coppia Marchei / Hotarek, ma nessuno stavolta è riuscito a privarli della gioia della medaglia d’oro, finita comunque al loro collo col punteggio di 184.28 contro i 182.62 dei favoriti.

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Un risultato importante, che mancava nel palmarès e che porta la firma dell’allenatrice Cristina Mauri, coadiuvata da Cristina Pelli, e, da quest’anno, anche della grande Nina Mozer,  mentre Paola Mezzadri e Corrado Giordani hanno curato le coreografie. Un successo che è anche il frutto di un impegno costante, non solo in pista ma nella vita di tutti i giorni, per creare il giusto affiatamento all’interno della coppia. A contatto quasi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per diventare un tutt’uno da tradurre in arte in quei pochi minuti di gara in cui, sul ghiaccio, parte tecnica e components devono fondersi per lasciare senza fiato.

Ma chi sono i nuovi campioni italiani Nicole Della Monica e Matteo Guarise? Bergamasca di Trescore Balneario lei, nata il 3 giugno del 1989, romagnolo di Rimini e classe 1988 lui, scoprono il mondo del pattinaggio in modo radicalmente diverso. La piccola Nicole eredita l’amore per il ghiaccio dai genitori, e debutta nell’individuale femminile. Nel 2007 la svolta, in coppia con il francese (naturalizzato italiano) Yannick Kocon. Nel 2011, però, anche questa esperienza giunge al capolinea.

Nel frattempo Matteo, che, invece, in una città che si affaccia sul mare non poteva che iniziare con le rotelle, in coppia aveva già toccato le vette più alte, fino a diventare campione del mondo. Ma anche qui manca qualcosa, c’è il sogno dell’Olimpiade che bussa incessantemente alla porta, ma con le rotelle imprimersi sulla pelle i cinque cerchi non è possibile. Ed ecco allora la coraggiosa decisione: via le rotelle, arrivano le lame, e poco importa che in passato questa sia stata un’impresa riuscita a pochissimi atleti in tutto il mondo.

L’incontro con Nicole, e il debutto, sono del novembre 2011, il talento e la caparbietà faranno il resto. La cavalcata trionfale che li ha visti diventare campioni nazionali, poche settimane fa, è partita a fine ottobre da Graz, in Austria, in occasione dell’IceChallenge 2015, gara per la quale si sono preparati a lungo, dedicandole praticamente tutti gli allenamenti estivi, al confine tra la Francia e l’Italia.

E allora conosciamoli un po’ meglio, cercando innanzitutto di capire chi siano Nicole e Matteo off ice. “Siamo due persone molto semplici – spiega Nicole – che vivono la vita giorno per giorno, apprezzandone ogni momento”. “Abbiamo tanti sogni e tante paure – continua Matteo – e siamo due ragazzi normalissimi a cui piace, oltre al pattinaggio, vivere la vita con gli amici e la famiglia e ogni tanto rompere qualche regola”.

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Oltre il ghiaccio: i valori e le passioni irrinunciabili…

Nicole: Credo che per entrambi i valori fondamentali siano rappresentati dalla famiglia e dagli amici. A me piace molto cucinare e disegnare, e appena posso mi prendo del tempo per fare queste cose, così quando Matteo arriva a casa trova le mie sorprese!
Matteo: Siamo due persone diverse e, come tali, ad ognuno piace coltivare le proprie passioni: per Nicole la cucina e il disegno, per me la pesca in acqua dolce.

Come avete trascorso le festività natalizie e cosa succederà, in termini di gare, allenamenti e galà vari nelle prossime settimane? Insomma, la vostra agenda!

Nicole: La nostra agenda in questi giorni di festa è stata molto fitta. Abbiamo trovato, per fortuna, un paio di giorni da poter passare con le nostre famiglie; per il resto, quasi ogni giorno abbiamo avuto uno spettacolo e il 6 gennaio siamo partiti per Mosca dove ci alleneremo due settimane con il gruppo delle coppie russe di vertice in vista dei prossimi campionati d Europa.
Matteo: Avendo un attimo di pausa dagli allenamenti, abbiamo approfittato delle feste per dedicarci agli spettacoli e abbiamo trascorso il giorno di Natale in famiglia. Subito dopo, in vista dei campionati europei di Bratislava, abbiamo iniziato con la preparazione seria.

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Dai primi passi alle medaglie e al titolo di campioni nazionali. Quanto è stata lunga e irta la strada?

Nicole: arrivare fino a qui non è stato facile, ma, come diciamo sempre, “se fosse stato facile, tutti l’avrebbero fatto!”. Guardando indietro, non cambierei niente di quello che è stato perché tutto, nel bene e nel male, ci ha portati a crescere in ogni senso e a diventare le persone che siamo oggi. Questo titolo prestigioso è solo un piccolo passo nel nostro cammino e, di certo, non è il punto di arrivo. Continuiamo sulla nostra strada in salita, perché noi atleti, si sa, siamo un po’ masochisti e non amiamo la vita facile…
Matteo: La strada percorsa insieme é stata lunga e non sempre rose e fiori, come nella vita ci sono alti e bassi. Solo tenendo bene in mente l’obiettivo ci si diverte in questo percorso tortuoso.

I pattinatori italiani, di ieri e di oggi, che hanno fatto (o stanno ancora facendo) la storia del pattinaggio nazionale e ai quali amate ispirarvi?

Nicole: Non posso non dire che, sicuramente, fonte di ispirazione è stata per me Carolina Kostner che, con le sue cadute e le sue risalite, ha sempre saputo rialzarsi nonostante le critiche ed è diventata, con gli anni, la grande campionessa amata da tutti che è oggi. Spero un giorno di diventare come lei…
Matteo: Sono tanti i pattinatori da cui prendere esempio, e non sempre sono grandi campioni. Diciamo che guardiamo alle esperienze degli altri, ma cerchiamo di creare la nostra strada.

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Raccontatemi la vostra giornata tipo. Quante ore di studio e di allenamento ci sono dietro le coreografie eleganti ed impeccabili che poi vediamo sul ghiaccio?

Nicole: Le nostre giornate sono standard, iniziamo abbastanza presto e finiamo nel primo pomeriggio dopo una mattinata intensa, così da avere del tempo per riposare e poterci dedicare ad altro.
Matteo: Quando siamo a Milano iniziamo ad allenarci alle 9.00, con un po’ di attivazione con le scarpe e una serie di esercizi specifici; alle 10.00 la prima sessione,  alle 11.30 balletto e alle 13.00 la seconda sessione. Poi la pausa pranzo e ancora ginnastica alle 15.00.

Da Cinderella a La Traviata, dal Fantasma dell’Opera a Romeo e Giulietta: il programma che finora avete amato di più interpretare?

Nicole: Senza dubbio lo short di questa stagione sul “Magnificat” di Mina, perché ogni volta che parte la musica la sento vibrare dentro e ci trasporta lungo il nostro programma, come una magia.
Matteo: Condivido il pensiero di Nicole: ogni volta su queste suggestive note sentiamo di riuscire a trasmettere al pubblico tutte le nostre emozioni!

Quelli di quest’anno, per l’appunto, sono Magnificat e Cosmic Journey: punti di forza, punti deboli e quanto vi possono portare lontano?

Nicole: Penso che i programmi di questa stagione ci calzino molto bene, ci piacciono molto entrambe le musiche e credo che siano davvero nelle nostre corde. Stando ai tifosi e ai giudici, la cosa bella è che quando li interpretiamo non riescono a staccare gli occhi da noi, perché diamo il senso di una forte sintonia. Perciò, credo davvero che siano quelli giusti e che ci porteranno delle belle soddisfazioni.
Matteo: Il libero, in particolare, ci permette di avere un buon tempismo sull’esecuzione degli elementi difficili e di farci trasportare con l’aumentare della musica sul finale, aiutandoci a concludere con tanta energia.

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Nicole, tu hai iniziato la tua carriera nell’individuale femminile ma subito dopo hai optato per la coppia. Perché?

Sono stata per tanti anni una pattinatrice di singolo e mi è sempre piaciuto, ma in un momento di crisi in cui le cose non andavano e avrei voluto smettere, mi è stata proposta la coppia e il vedere delinearsi davanti a me nuovi obiettivi e nuovi stimoli mi ha dato la spinta giusta per continuare. La coppia mi ha dato e mi da ancora tantissimo, perché posso condividere con un’altra persona quello che faccio in gara; nel bene e nel male si è in due, e ci si sostiene l’un l’altro. Inoltre, la coppia mi ha dato risultati che in singolo non so se avrei potuto ottenere.

Matteo, tu invece sei passato dalle rotelle al ghiaccio…

Le rotelle per me sono state una scuola di vita e mi hanno insegnato disciplina e dedizione, che sono proprio le cose che mi stanno aiutando sul ghiaccio e nella vita.

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L’esperienza a Sochi (e per Nicole anche a Vancouver), i ricordi e il sogno di una nuova Olimpiade. Quanto e su quali elementi c’è principalmente da lavorare per essere competitivi nello scenario mondiale? 

Nicole: Pensare che ne ho fatte due è una cosa bellissima. L’Olimpiade è il sogno di ogni atleta e io non solo l’ho vissuto doppiamente, ma ho anche la possibilità di raddoppiare. Sono state due esperienze molto diverse, ma entrambe a loro modo speciali e le porterò per sempre nel mio cuore. Per la prossima, cercheremo di alzare al massimo delle nostre possibilità la qualità di tutto, sia degli elementi tecnici che del nostro modo di pattinare e interpretare.
Matteo: Sochi per noi é il ricordo di un’esperienza fantastica, ma anche di una gara veramente difficile a causa del mio infortunio al ginocchio destro. Ci piace pensare che sia stata un’Olimpiade di preparazione per la prossima, (ndr: in Corea, nel 2018) che ci vedrà maggiormente consapevoli della gara cui andremo incontro. Il livello si prospetta estremamente alto, ma noi lavoreremo principalmente sulla qualità di ogni singolo elemento, cercando il più possibile di maturare sotto ogni aspetto.

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A Torino vi siete finalmente presi il titolo di campioni nazionali battendo i super favoriti Marchei/Hotarek. Che emozione è stata e quale diventa, a questo punto, l’obiettivo della stagione?

Nicole: È stata certamente una grande emozione, oltre alla grandissima soddisfazione che ci ha ripagato di tanto lavoro fatto e di tanti sacrifici. È l’ennesimo segno che siamo sulla strada giusta, e una bella ricompensa per tutti quelli che in noi hanno sempre creduto, nonostante le difficoltà e i periodi bui. Il prossimo obiettivo è migliorarci sempre di più.
Matteo: Vincere il campionato è stata una grandissima emozione,  abbiamo lavorato tanto e ci abbiamo creduto fino alla fine! Gli obiettivi adesso sono di superarci di gara in gara,  il risultato verrà da se’, noi non ci vogliamo pensare, la nostra strategia consiste  nel concentrarsi su noi stessi.

Che cosa ha, secondo voi, il pattinaggio italiano in più e/o in meno rispetto a quello di altre grandi nazioni? Russia e Giappone in primis…

Nicole: Da buoni italiani, noi abbiamo le emozioni. Tanti sono più freddi, e si vede anche nel loro modo di pattinare. Magari siamo meno forti tecnicamente, ma in tutto quello che facciamo ci mettiamo l’anima e il cuore.
Matteo: In Italia abbiamo un patrimonio culturale enorme e quando riusciamo a trasmetterlo sui pattini diventiamo i migliori. Le altre nazioni, invece, hanno molti più centri di allenamento forniti di tutte le comodità e le agevolazioni, e questo permette di avere un numero molto più elevato di pattinatori a tempo pieno sin da piccolini.

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Un vostro giudizio su come sta crescendo il movimento che ruota attorno al pattinaggio in Italia e sul vivaio azzurro, che rappresenta il futuro dell’Italia sul ghiaccio…

Nicole: Ci piace seguire le gare dei più piccoli durante la stagione, proprio per vedere come si evolve la nostra tradizione nel pattinaggio. Abbiamo molti giovani atleti davvero in gamba e vorremmo dire a tutti di non mollare mai, perché in questo sport vince chi ha pazienza e non si scoraggia nonostante le sconfitte.
Matteo: Pensiamo ci siano tante nuove leve in grado di dare prestigio all’Italia nel mondo, le seguiamo e, quando possiamo, diamo il nostro aiuto. Per quanto riguarda le coppie d’artistico, ci piacerebbe, una volta finita la carriera, avviare una vera e propria scuola dove i bambini potranno divertirsi a praticare la nostra specialità.

Valentina Frasca