Il testimone invisibile: la versione italiana di un appassionante thriller spagnolo

Probabilmente, in pochi ricorderanno l’appassionante thriller Contratiempo, diretto dallo spagnolo Oriol Paulo, presentato in anteprima italiana all’edizione di Cinema Spagna 2018. Pur essendo passato tutto sommato in sordina nel nostro paese, il film è stato realizzato talmente bene da fare venire voglia ai produttori nostrani di realizzarne il remake Il testimone invisibile.

La regia è stata affidata a Stefano Mordini, che, fin dai suoi primi lavori, ha dimostrato uno sguardo votato a una certa “internazionalità” e che per l’occasione mette in scena le vicende di Adriano Doria (Riccardo Scamarcio), giovane imprenditore risvegliatosi misteriosamente all’interno di una camera d’albergo, di fianco al cadavere della propria amante (Miriam Leone).

Al fine di essere scagionato dall’accusa di omicidio, l’uomo incarica l’avvocato Virginia Ferrara (Maria Paiato), la quale si occuperà dell’intricata ricostruzione dei fatti, che hanno visto anche la scomparsa di un giovane ragazzo uscito di casa con la propria macchina.

Scegliendo come ambientazione le Dolomiti – e, nello specifico, la piccola e pittoresca Molveno – Mordini ricalca passo passo ciò che il suo collega spagnolo ha precedentemente realizzato, conferendo all’intero lavoro un taglio da thriller statunitense e dalla sceneggiatura ricca di riusciti e sorprendenti risvolti e di inaspettati ribaltamenti. Lo spettatore, dal canto suo, di volta in volta si sente disorientato, prendendo ora le parti di un personaggio, ora dell’altro, di fronte a una vicenda in cui nessuno è realmente senza peccato.

Tra le scelte migliori del regista, vi è sicuramente il cast, all’interno del quale ogni ruolo sembra scritto appositamente per chi lo interpreta e dove perfino Riccardo Scamarcio, dopo un inizio poco convincente, finisce per riprendersi del tutto, calandosi perfettamente nei panni del cinico Adriano Doria.

Eppure, se si pensa al precedente lungometraggio di Oriol Paulo, qualche perplessità rimane eccome. Ciò riguarda, nello specifico, determinati effetti speciali, eccessivamente blandi e che finiscono per rivelare ciò che si dovrebbe scoprire successivamente. Grave pecca, questa, per Il testimone invisibile, lavoro che, dalla sua, ha la capacità di tenere lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine.

 

 

Marina Pavido