I’m your man è un film di fantascienza per raccontare i problemi dell’infelicità umana. Se già attraverso Metropolis di Fritz Lang la Germania anticipò ai tempi del cinema muto molti aspetti degli attuali problemi, è perfettamente in linea con il ritorno della Settima arte tedesca la regista e co-sceneggiatrice Maria Schrader.
Il suo film ricorda solo in parte l’idea di base di Lei di Spike Jonze, in cui Joaquin Phoenix si innamorava dell’intelligenza artificiale del proprio telefono. In questo caso si tratta invece di Mr.Right, bellissimo robot resistente a tutto e costruito sulle esigenze di poter soddisfare una donna sotto ogni aspetto.
La protagonista Alma si trova in una Berlino futuristica ma non troppo a partecipare ad un test di un gruppo di ricerca cui vengono affidate le “macchine” per essere collaudate. Tre settimana finalizzate a valutare l’oggetto sotto ogni aspetto per lei, seria archeologa che studia nel museo di Pergamo antichi testi. Per una donna che vive solo del suo lavoro, delusa dall’amore, dall’avere perso prima un bambino e, poi, di conseguenza, il rapporto con il compagno, rappresenta una vera sfida cercare di assecondare un robot che tenta in tutti i modi di soddisfarla.
La commedia sentimentale è basata su tantissime divertenti situazioni e molta ironia che ci portano all’interno della curiosa relazione della donna con il suo robot, il quale fa di tutto per cercare dimostrarle amore incondizionato, venendo però sempre respinto.
Il risultato è un geniale lungometraggio che espone i problemi del XXI secolo, delle difficoltà delle relazioni nonostante l’immensa mole di strumenti di comunicazione che, paradossalmente, stanno finendo per isolare l’umanità.
Un film che arriva nelle sale alla fine (speriamo) di una pandemia che ha acuito la solitudine e le difficoltà di rapportarsi con gli altri, anche causa del distanziamento sociale.
Il robot Tom rappresenta, in fin dei conti, l’uomo dei sogni per ogni donna, in quanto fedele servizievole, pronto a soddisfare ogni richiesta e ad ascoltare tutti i problemi e le ansie di Alma. Una riflessione che porta a far pensare che, forse (e spesso succede), solo in una macchina potremmo trovare la vera felicità. Splendidi i due interpreti Maren Eggert e Dan Stevens, i quali creano una coppia credibile con una chimica perfetta tra essere umano e robot. E, considerando l’innegabile successo già riscosso da I’m your man nel mondo, non ci stupirebbe l’improvvisa comparsa di un inevitabile e inutile remake made in USA.
Roberto Leofrigio
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