Visto nelle sale cinematografiche italiane a Maggio 2021, approda in home video Rifkin’s Fetsival, diretto dal maestro dell’umorismo graffiante Woody Allen.
Un film che parla di cinema dentro e fuori, sfruttando come soggetto una vicenda ambientata durante il noto Festival di San Sebastian, kermesse della Settima arte che si svolge in Spagna.
La storia raccontata è quella dell’insegnante e storico del cinema, ora in pensione, Mort Rifkin (Wallace Shawn), sposato con la Sue (Gina Gershon) addetta stampa nel mondo dello spettacolo. I due intraprendono, appunto, un viaggio a San Sebastian per presenziare al festival, dove uno dei clienti di lei, il giovane regista francese Philippe (Louis Garrel), sta presentando la sua ultima opera, tra clamore e grande attesa. E in questo contesto Mort cerca di tirare le somme per la relazione con la moglie, la quale sembra avere un certo feeling proprio con Philippe, decidendo di rincorrere i suoi ricordi e i primi amori cinematografici. Mescolando alla sua pacata esistenza la magia dei fotogrammi creati da alcuni mitici autori, da Orson Welles a Fraçois Truffaut, fino a Ingmar Bergman e Federico Fellini, invaghendosi inaspettatamente della giovane dottoressa spagnola Jo Rojas (Elena Anaya).
Quindi, alla sua cinquantunesima regia, Allen non può fare altro che ricordarci quanto lui stesso ami l’universo della Settima arte, rincarando attraverso Rifkin’s Festival la dose, trattandosi di un ennesimo gioiellino pregno di senso della narrazione e occhio da grande autore quale è. Perché la sua sagace maniera di far ridere riesce a trarre delle somme esistenziali mettendo in gioco direttamente determinati registi legati alla propria crescita artistica. Infatti, supportato dalla fotografia dell’infallibile Vittorio Storaro, ricrea alla perfezione le scene clou di alcuni capolavori del cinema. Divertenti ma, allo stesso tempo, altamente affascinanti parentesi in cui assistiamo a spezzoni-rivisitazioni di Quarto potere, Jules e Jim, Un uomo,una donna, Fino all’ultimo respiro, 8½, Il settimo sigillo e tanti altri. Sfoggiando anche quell’alto senso per la tecnica senza barriere e senza limiti che abbiamo imparato a conoscere negli anni.
Un Allen totale è quello che si mette in gioco in Rifkin’s Festival: un vecchio artigiano della cinematografia che parla di cinema stesso e che lo fa muovendo le fila da una vicenda a base di sentimenti intrecciati e ironicamente gestiti. Tirando in ballo il destino da un semplice lettino di analista su cui prende avvio la visione in compagnia della voce narrante del Mort di Shawn, sodale alleniano (era anche in Manhattan, Radio days e Ombre e nebbia).
Lo rende disponibile su supporto blu-ray CG Entertainment (www.cgentertainment.it).
Mirko Lomuscio
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.