Quando nel 2004 il compianto cineasta coreano Kim Ki-duk cominciò a farsi notare nei maggiori festival europei, aveva già alle spalle una carriera abbastanza consolidata grazie ad una serie di pellicole – tra cui La samaritana, L’isola, Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera) che lo avevano presentato come l’artista sensibile e poetico che tutti abbiamo imparato a conoscere e che, grazie poi a Ferro 3 – La casa vuota, ha fatto breccia a livello globale nei cuori degli appassionati di Settima arte.

Il tutto grazie ad una storia che aleggia tra il sentimentale e il vissuto parlando di luoghi e persone come se gli uni sovrastassero gli altri.

La storia del giovane Tae-seok (Jae Hee), che nel corso delle sue giornate si intrufola nelle case disabitate vivendole e occupandole silenziosamente, senza proferire mai parola o dialogare con qualcuno.

All’interno di una di queste abitazioni fa la conoscenza della giovane Sun-hwa (Lee Seung-yun), la quale gli si aggrega in assoluto silenzio condividendo insieme a lui il resto dei giorni nell’entrare di nascosto nelle case vuote come fossero una comune coppia. E, di appartamento in appartamento, i due accrescono il proprio sentimento, andando anche incontro a dure realtà quotidiane che intendono separarli.

Titolo che maggiormente rappresenta il suo cinema e la sua ottica di regista dal cuore sensibile, Ferro 3 – La casa vuota è dunque l’opera che ha rivelato definitivamente a tutti le doti di Kim Ki-duk, grazie a quel suo modo di raccontare una piccola parabola sentimentale nel mezzo di un quotidiano non molto lontano dalle realtà di allora.

I protagonisti Tae-seok e Sun-hwa, resi dai bravi Hee e Seung-yun, sono degli animi puri che si aggirano in una società che della purezza se ne fa ben poco, il tutto senza mai dire nulla e facendosi avvolgere da un silenzio ammaliante, più incisivo di mille parole; perché comunicare in un mondo dove la comunicazione viene interdetta acquisisce alla fine poco senso, anzi, si annulla dinanzi alla verità dei fatti e degli amori incontrastati.

Ferro 3 – La casa vuota intende dire proprio questo, senza mai mancare di sensibilità e tramite quella cadenza ritmica che il buon Ki-duk ha sempre saputo gestire, tra lunghi silenzi e inquadrature emblematiche; evitando di dimenticare anche l’apporto di una lieve colonna sonora che entra nella mente e nei cuori degli spettatori di questo titolo immortale, che ha portato di lì a poco l’autore coreano a condividere la strada della gloria insieme ad atri colleghi connazionali (Bong Joon-ho, Kim Jee-woon,  Park Chan-wook), fino al giorno della sua prematura scomparsa avvenuta nel 2020 a causa del Covid-19.

Vincitore del Leone d’argento per la miglior regia al Festival di Venezia del 2004, è CG Entertainment (www.cgtv.it) a celebrare Ferro 3 – La casa vuota editandolo in blu-ray con trailer, sette minuti di making of, due di interviste e tre minuti di estratto Festival di Venezia 2004 nella sezione extra.


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