Lasciatasi alle spalle la lodata esperienza de La doppia vita di Veronica, dei primi anni Novanta, il compianto cineasta polacco Krzysztof Kieslowski si avventurò tra il 1993 e il 1994 in un’operazione seriale che vide la realizzazione di una trilogia incentrata sui valori della Francia e dei colori della sua bandiera: blu, bianco e rosso.

Tre colori relativi alle parole che fondano la crescita e lo sviluppo di questa nazione, cioè il motto della Rivoluzione “libertè, egalitè, fraternitè” (“libertà, uguaglianza, fratellanza”), e che Kieslowski affronta in Tre colori: film blu, film bianco e film rosso, un atto d’amore nei confronti della Settima arte e della poetica esistenziale che rivive ora nei blu-ray Tre colori: film blu, Tre colori: film bianco e Tre colori: film rosso, editi da CG Entertainment (www.cgtv.it) in collaborazione con Raro Video.

Tre colori: film blu (1993)

Reduce da una tragedia personale, Julie (Juliette Binoche) ha da poco perso suo marito Patrice (Hugues Quester), noto musicista di successo, e la figlia Anna in un incidente, spingendosi dunque a dare una totale svolta alla propria vita con lo scopo di dimenticare e ricominciare da capo; almeno fino a quando non incrocia il destino avverso di andare incontro a determinate situazioni, frutto della sua coesistenza col defunto e con la professione che svolgeva.

Aprendo le danze alla trilogia con questo perfetto lungometraggio ricco di impeccabili cromature fotografiche (a cura del fido Slawomir Idziak), Kieslowski dimostra un profondo metodo di regia che avvalora in modo eccellente il proprio sguardo analizzando e scrutando negli animi dei suoi protagonisti, in primis una superba Binoche, e parlando di come l’essere umano stesso sia poca cosa di fronte alle inaspettate sorprese del destino… almeno fino a quando non riuscirà ad impadronirsi della sua “libertà”.

Con il trailer originale e sette minuti di Lezioni di cinema nella sezione extra del disco, un’opera monumentale insignita al Festival di Venezia del Leone d’oro (ex-aequo con America oggi di Robert Altman) e della Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile alla Binoche, più tre César (gli Oscar francesi) per la miglior attrice, il miglior montaggio e il miglior sonoro e tre nomination agli americani Golden Globes per la miglior interpretazione femminile drammatica, la miglior colonna sonora e il miglior film straniero.

Tre colori: film bianco (1993)

Parigi. Sposato con la bella francese Dominique Vidal (Julie Delpy), il parrucchiere polacco Karol Karol (Zbigniew Zamachowski) vede d’improvviso finire il proprio matrimonio a causa della sua impotenza sessuale e, deciso a ricorrere alla giustizia, non trova soluzione e non riesce a convincere la donna a ripensarci, cadendo quindi nella disperazione e avviandosi verso una deriva esistenziale; fino al momento in cui decide di tonare in Polonia per svolgere una nuova attività, riprendersi la sua dignità e pianificare una vendetta nei confronti della ex consorte.

Con una punta di ironia che differenzia Tre colori: film bianco dal resto della trilogia, questo tassello mostra un lato più originale e inaspettato di Kieslowski, sempre pronto a poggiare il proprio occhio registico su un discorso vitale che porta a tirar le somme in favore di un’opera completa; qui in un’operazione mirata a parlare di persone all’apparenza vicine ma distanti per finalità esistenziali, destinate a condurre il loro arco della vita verso un percorso sentimentale tormentato ma destinato a portarle su uno stesso piano di “uguaglianza”.

Premiato con l’Orso d’argento per la miglior regia al Festival di Berlino del 1994, nel supporto blu-ray ospita come contenuti speciali il trailer Originale e dieci minuti di Lezioni di cinema.

Tre colori: film rosso (1994)

Ginevra. Valentine (Irène Jacob), ventitreenne studentessa che svolge l’attività di indossatrice, è legata sentimentalmente con il geloso Michel, che lavora a Londra e che contatta la ragazza con continue telefonate nonostante lei sia occupata in una campagna pubblicitaria per una nota gomma da masticare; fino al giorno in cui una sera lei investe accidentalmente un cane appartenente ad un misterioso sessantacinquenne di nome Joseph Kern (Jean-Louis Trintignant): un magistrato in pensione, dal carattere scostante e burbero, intenzionato a rimanere solo nella sua casa, dove la giovane scopre che trascorre il proprio tempo spiando i vicini di casa e ascoltandone anche le telefonate più intime.

Capitolo conclusivo di questa emblematica trilogia, Kieslowski prende i propri ritmi e le proprie visioni trasformandole in qualcosa che va di pari passo al concetto di “fratellanza”, in modo da tirare determinate somme nei riguardi dell’intera operazione come anche di tutti gli importanti personaggi del trittico; mentre mette uno di fronte all’altro due caratteri forti come la Valentine della Jacob e il Kern di Trintignant, perni di un discorso dettagliato che centra alla perfezione tra filosofia intellettuale e visiva.

Accompagnato dal trailer originale e da otto minuti di Lezioni di cinema nel comparto extra del disco, Tre colori: film rosso, presentato in concorso al Festival di Cannes del 1994, si guadagnò tre nomination agli Oscar (miglior regia, miglior sceneggiatura, di Kieslowski stesso assieme a Krzysztof Piesiewicz, e miglior fotografia di Piotr Sobocinski), più un César per la miglior colonna sonora di Zbigniew Preisner.


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