Eagle pictures edita in blu-ray inserito in slipcase cartonata CODA – I segni del cuore, aggiudicatosi i premi Oscar per il miglior film, attore non protagonista (Troy Kotsur) e sceneggiatura non originale.
Ma procediamo in ordine. Tutto iniziò nel 2014, quando in Francia Éric Lartigau ha realizzato la piacevole commedia La famiglia Bélier, con protagonista una ragazza amante del canto facente parte di una famiglia di muti. Un accostamento che sortì i suoi effetti e che ha determinato un buon successo per il titolo in questione. Tanto che nel 2021, appunto, il cinema americano ha deciso di di riadattare il tutto in questo remake; chiaramente attraverso la poetica dell’intrattenimento yankee e rielaborando la trama con una famiglia di sordomuti costituita da attori realmente affetti da tale handicap. Infatti, abbiamo Marlee Matlin, vincitrice dell’Academy Award per Figli di un dio minore, Troy Kotsur e Daniel Durant; affiancati dalla giovane Emilia Jones, la quale veste i panni dell’unica componente di questo nucleo familiare in grado di sentire e parlare.
Sono loro i protagonisti di CODA – I segni del cuore, di Sian Heder (un solo titolo alle spalle, Tallulah con Elliot Page), da tempo nel campo della pesca, attività che hanno svolto di generazione in generazione. Papà Frank (Kotsur), insieme ai figli Leo (Durant) e Ruby (Jones), navigano in mare di giorno in giorno grazie al proprio piccolo peschereccio; mentre mamma Jackie (Matiln) li attende in casa, vivendo quotidianamente una routine che mai destabilizzerà il loro equilibrio.
Ma Ruby sente di avere determinate ambizioni: amante del canto, decide di iscriversi al corso di coro della scuola del professor Bernardo Villalobos (Eugenio Derbez), anche perché frequentato dal compagno di scuola Miles (Ferdia Walsh-Peelo), di cui è segretamente innamorata. E si troverà di conseguenza a dover fare i conti con la propria famiglia, rischiando di inclinare il rapporto con i suoi cari.
Con uno sguardo meno leggero del suo predecessore d’oltralpe, CODA – I segni del cuore sa farsi amare per il modo in cui riesce a gestire la trama attraverso un occhio “diverso”; sia perché cambia determinate ambientazioni (lì come attività vi era una fattoria al posto del peschereccio), sia perché gestisce il materiale ricorrendo maggiormente alla serietà.
Intendiamoci, sempre e comunque di un prodotto leggero stiamo parlando, in CODA – I segni del cuore la Heder tratta l’argomento con fare molto rispettoso e dovuto, uniformando una storia ricca di emozioni e di grandi interpretazioni, come era giusto che fosse. Un lungometraggio che parla di comunicazione e di come la stessa sia molto importante, a voce o per mezzo dei segni. In quanto tra persone che si amano o che, semplicemente, si conoscono, comunicare è importante, come anche condividere le emozioni altrui. E il film arriva a toccare certe corde emotive rare da sfiorare, commuovendo e facendoci sentire persone migliori a visione conclusa.
Con il booklet Breve manuale LIS (lingua dei segni italiana) incluso nella confezione e il trailer più interviste alla Jones, Kotsur, Durant, Derbez e la Heder nella sezione extra del disco.
Mirko Lomuscio
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