In blu-ray il travagliato Waterworld con Kevin Costner

Noto come uno dei maggiori insuccessi della storia del cinema, Waterworld, con protagonista Kevin Costner, in verità è un’opera che vive di un proprio culto, amato da uno zoccolo duro di estimatori del filone futuristico e che, secondo alcune stime, non è neanche rientrabile tra i più grossi flop di sempre (a fronte di un budget di centosettantacinque milioni di dollari ne incassò duecentosessantaquattro a livello globale: non un trionfo, ma almeno rientrò nelle spese).

Eppure, l’opera continua a portarsi dietro questa nomea, considerata oltretutto quella che inclinò la gloria fino ad allora guadagnata dalla star Costner, reduce dal successo di Guardia del corpo e dagli Oscar conquistati con Balla coi lupi.

Immerso in un immaginario post-apocalittico simil Mad Max, ma in versione acquatica, Waterworld inscena un mondo a venire ormai sommerso dai ghiacci sciolti e completamente invaso da solo mare in lungo e in largo. Un mondo in cui i sopravvissuti vivono su abitazioni galleggianti o girovagando a bordo di imbarcazioni d’assalto. Tra essi vi è un navigatore solitario (Costner) che s’imbatte presto nella più sensazionale delle scoperte: l’esistenza di un angolo di terra ancora non sommersa, dispersa in un posto nascosto del pianeta chiamato Dryland. L’unica via per arrivarci, però, è tenuta in segreto da una bambina di nome Enola (Tina Majoerino), sulla cui pelle è tatuata la probabile mappa che ne indica la strada; e la piccola, in compagnia di Helen (Jeanne Tripplehorn), si unisce al navigatore proprio per arrivare a Dryland. Anche se sono consapevoli di essere inseguiti dai temuti criminali di mare chiamati Smokers, guidati dal perfido e spietato Diacono (Dennis Hopper).

Per la regia di quel Kevin Reynolds che lanciò proprio la carriera di Costner tramite il giovanilistico Fandango, per poi dirigerlo nuovamente in Robin Hood – Principe dei ladri, Waterworld è un condensato di azione adrenalinica che si svolge, appunto, sulle acque, ingegnoso nell’utilizzo delle location oceaniche e notevole nella capacità di ricreare un mondo costantemente galleggiante con scenografie degne di nota (create da Dennis Gassner e Nancy Haigh); ma una lavorazione complicata portò anche qualche dissidio tra il regista e il buon Kevin (qui anche produttore), tanto che si ruppe il loro longevo rapporto professionale. La costruzione del film non è poi esclusivamente mirata al facile intrattenimento, in quanto un discorso naturalistico di fondo provvede a lasciar emergere un messaggio anti-inquinamento.

Ad affiancare Costner, che si cimenta in numerose sequenze d’azione, un Hopper mefistofelico e una Tripplehorn reduce dal successo di Basic instinct; oltre ad uno stuolo di volti di contorno cari ad un certo cinema di genere (Robert Joy, Neil Giuntoli, Leonardo Cimino, Zitto Kazan, Kim Coates, Sean Whalen), più una piccola apparizione per un Jack Black alle prime armi.

Il seguito sventurato avuto ai botteghini ha portato al lungometraggio ben quattro nomination ai Razzies Award (peggior film, peggior regia, peggior attore protagonista a Costner e non protagonista Hopper, quest’ultimo l’unico a conquistare l’immeritato premio), ma anche una candidatura agli Oscar per il miglior sonoro, a cura di Steve Maslow, Gregg Landaker e Keith A. Wester.

Waterworld, quindi, merita una rivalutazione che è ora possibile grazie al blu-ray edito da CG Entertainment (www.cgentertainment.it) in collaborazione con Universal, corredato di trailer quale contenuto speciale.

 

 

Mirko Lomuscio