Solitamente, il binomio alieni/cinema italiano non ha mai avuto un vero e proprio riscontro sui grandi schermi, non numerosissime volte intendiamo. Andando a memoria, possiamo ricordare giusto il grande successo, con protagonista Bud Spencer, Uno sceriffo extraterrestre…poco extra e molto terrestre di Michele Lupo, datato 1979, oppure l’efficace Luci lontane di Aurelio Chiesa, del 1987, interpretato da un Tomas Milian di mezza età e post-Monnezza.
Ora, con Tito e gli alieni è la regista Paola Randi ad azzardare tale escursione, dopo aver diretto nel 2010 Into paradiso, e lo fa prendendo ad esempio le lezioni di un cinema marziano che Steven Spielberg negli anni Settanta seppe creare tramite Incontri ravvicinati del terzo tipo.
Valerio Mastandrea veste i panni di uno scienziato italiano stabilitosi nel Nevada, proprio accanto alla famosa Area 51, trascorrendo gran parte del proprio tempo nella sua stazioncina, ascoltando i suoni dello spazio.
Dopo aver saputo delle gravi condizioni di salute del fratello Fidel (Gianfelice Imparato), nel suo personale osservatorio vengono presto a trovarlo, direttamente da Napoli, i figli di quest’ultimo, ovvero i nipoti Tito (Luca Esposito) e Anita (Chiara Stella Riccio), due intrepidi ragazzini che porteranno una rocambolesca aria di famiglia nell’esistenza del professore.
Una visita che non solo saprà riaprire i cuori verso affetti che sembravano ormai persi, ma si dimostrerà anche essere un’occasione per grandi scoperte al di là del pensabile.
L’opera della Randi, quindi, sa il fatto suo, giocando degnamente alcuni risvolti emotivi; perché qui si assiste prima di tutto alla storia di alcune persone che vogliono ritrovare un affetto, che sia andato perso (quello del professore con la sua ex compagna) o che si voglia provare di nuovo (quello del piccolo Tito nei riguardi del padre scomparso), poi la visione si fa sempre più piacevole quando, memore delle citate lezioni spielberghiane, vira nel fantascientifico, grazie all’ambientazione americana, tra sonde e osservatori spaziali.
Inoltre, Tito e gli alieni inscena un Mastandrea partenopeo ed efficace insieme ad una coppia di attori in erba, ovvero Esposito e Riccio, ben assortiti, ai quali si aggiunge una sottotrama sentimentale che vede l’entrata in scena di Stella, personaggio interpretato da Clémence Poésy.
La Randi, di conseguenza, gestisce un originale confronto tra scientifico e metafisico, usufruendo di una visione non priva di effetti speciali (una buona CGI è presente in più di un istante) e chiudendo il tutto con una commovente esplosione di emozioni, in modo da ricordare che perfino giocando di fantasia è possibile creare un giusto approccio tra lo spettatore e le più sincere impressioni.
Edito in blu-ray da Koch Media in collaborazione con Lucky Red, Tito e gli alieni è accompagnato negli extra da un backstage di venti minuti e dal trailer.
Mirko Lomuscio
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