In blu-ray la magnificenza storica di Arca russa

Esperimento cinematografico che ha dato i suoi frutti in alcuni frangenti e altrettante occasioni, realizzare un film unicamente in pianosequenza è una pratica affrontata da pochi noti. Viene subito mente l’Alfred Hitchocock di Nodo alla gola, capace di portare  a compimento ciò grazie a una serie di stacchi invisibili, mirati a legare un’unica sequenza indirizzata a far salire la tensione tra quello lo spettatore sa e quello che i protagonisti, invece, neanche immaginano.

Ma, più del maestro del brivido, chi è riuscito a filmare un intero lungometraggio tramite un solo pianosequenza è il cineasta russo Aleksandr Sokurov, il quale, nel 2002, ha portato sui grandi schermi un vero e proprio miracolo in fotogrammi, un elogio totale all’arte e alla magnificenza storica che si porta alle spalle.

Attraverso Arca russa, il noto autore trascina lo spettatore in un viaggio immaginifico tra passato e presente, in mezzo a cavalieri e damigelle che si incrociano e si rincorrono nel palazzo dell’Ermitage, storico museo di San Pietroburgo.

Qui seguiamo il percorso di uno sconosciuto (Sergey Dreyden), un diplomatico francese che, guidato da una voce del tempo (in originale appartenente a Sokurov stesso), si aggira tra le stanze dell’immenso stabile ripercorrendo tre secoli di arte storica, in mezzo a numerose magnificenze e punti di vista di ogni epoca.

Un continuo battibecco, quello tra la voce e l’uomo che viene seguito istante per istante, senza che la macchina da presa perda di vista l’intero percorso effettuato dentro lo sfarzo del bellissimo Ermitage.

Nato come esperimento documentaristico, Arca russa è, ad oggi, un’opera magnifica che esprime ogni validità artistica del caso puntata a far salire, di anno in anno, il valore del film.

Sokurov ci accompagna in una vera e propria lezione storica, che diventa, al contempo, un metodo per insegnare come girare un lungometraggio unico, novanta minuti di un pianosequanza senza stacchi che, a diciassette anni dalla loro uscita in sala, non hanno trovato eguali nella completezza scenica.

Per concretizzare l’operazione, Sokurov e il suo direttore della fotografia Tilman Buttner hanno dovuto fare affidamento ad una telecamera digitale Sony HDW-F900 montata su steadycam, capace poi di immagazzinare nell’hard disk ben cento minuti di girato; in più sono, stati necessari quattro anni di prove e la presenza di quattromilacinquecento persone che vi hanno lavorato, tra cui ottocentosessantasette attori (gran parte vestiti con abiti d’epoca).

Un intenso lavoro che sfociò al 23 Dicembre 2001, unico giorno in cui fu possibile girare il film dentro l’Ermitage.

Prima di arrivare alla versione definitiva, inoltre, furono effettuati tre tentativi, poi andati male, e il suono, a detta dello stesso Buttner, venne registrato in seguito, in un secondo momento rispetto al video.

I risultati parlano da sé, portando al cospetto dello spettatore un compendio di totalità cinematografica e artistica che esclusivamente Arca russa riesce a regalare, grazie alla notevole accuratezza palpabile di minuto in minuto, senza un solo dettaglio che possa sfocare sull’intera operazione.

Edito in blu-ray da CG Entertainment (www.cgentertainment.it), con extra comprendenti il making of In one breath: Alexander Sokurov’s Russian Ark (quarantatré minuti), il commento del critico cinematografico Enrico Ghezzi (tredici minuti) e un trailer.

 

 

Mirko Lomuscio