“Da casa nasce cosa” recita la locandina de L’amore a domicilio, diretto dall’Emiliano Corapi autore nel 2011 del riuscito dramma a tinte thriller Sulla strada di casa, interpretato da Vinicio Marchioni e Daniele Liotti.
Una commedia romantica volta a ribadire che l’amore ti sveglia e ti fa fare cose che non avresti mai pensato di fare tirando in ballo il sentimentalmente pavido Renato, giovane venditore romano di polizze assicurative dalle fattezze di Simone Liberati, tenutosi sempre lontano da relazioni che lo coinvolgessero davvero. Fino al giorno in cui conosce in strada la bella Anna, cui concede anima e corpo Miriam Leone, alla quale offre un passaggio in auto per scoprire presto, però, essere una tipa piuttosto sbandata.
La ragazza, infatti, è in realtà agli arresti domiciliari, quindi costretta a non poter uscire all’aria aperta e a rimanere chiusa tra le quattro mura di casa, dove vive insieme alla madre, incarnata da Anna Ferruzzo.
Una situazione che basta per costruire un’evoluzione narrativa lontanamente analoga, in un certo senso, a quella che fu alla base di 50 volte il primo bacio con Adam Sandler. Man mano che, se da un lato Renato non esita a ricoprire quotidianamente Anna di regali e attenzioni e a supportarla nel cercare di alleggerirne la complicata situazione, dall’altro entra in scena il delinquente Franco, ovvero Fabrizio Rongione camaleontico come di consueto e che balbetta soltanto durante le rapine (!!!).
Un nome che, insieme a Luciano Scarpa nei panni del “collega di criminalità” Sergetto e Antonio Milo in quelli di un poliziotto, completa il cast principale e in grandissima forma di circa un’ora e mezza di visione destinata sì a ricordare che lo sentiamo quando qualcuno ci ama veramente, ma anche e soprattutto ad alternare storia d’amore e momenti chiaramente volti a divertire lo spettatore.
Perché è evidente che l’ironia risulti tutt’altro che assente ne L’amore a domicilio, soprattutto se pensiamo alla sequenza del grottesco colpo a mano armata commentato dalle note di C’est extra di Lèo Férré, nel corso della quale è possibile inoltre intuire come Corapi sfrutti il ralenti in maniera nient’affatto banale e funzionale, in questo caso, all’effetto comico.
In blu-ray sotto il marchio CG Entertainment (www.cgentertainment.it), quindi, un’operazione in fotogrammi decisamente gradevole e lontana dal rischio di annoiare.
Francesco Lomuscio
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