Uscito nei cinema e, successivamente, in home video con il titolo Ator l’invincibile, torna in dvd come Ator – The fighting eagle l’heroic fantasy firmato da Aristide Massaccesi con lo pseudonimo David Hills e non con il suo solito Joe D’Amato.
Un heroic fantasy riscoperto dalla stessa Quadrifoglio che, in fatto di celluloide di genere tricolore risalente ai primi anni Ottanta, porta su disco digitale anche I predatori di Atlantide, diretto da Ruggero Deodato. Entrambi i titoli sono corredati di rispettivo trailer esteso nella sezione extra.
Ator – The fighting eagle (1982)
Nato con lo stigma di colui che distruggerà il Culto del Ragno che governa la Terra, il piccolo Ator viene preso di mira dal sommo sacerdote dell’Antico, temendo tale profezia tenta invano di ucciderlo; per la sua sicurezza, quindi, viene affidato ad una coppia che lo alleva in un villaggio perduto.
Ed è il Miles O’Keefe allora popolare grazie all’appena precedente Tarzan, l’uomo scimmia di John Derek ad incarnare il cresciuto protagonista destinato ad innamorarsi della sorellastra Sunya alias Ritza Brown, la quale finisce per essere rapita insieme ad altre donne proprio dai soldati del Culto del Ragno nel giorno in cui convola a nozze con l’uomo. Protagonista che intende chiaramente essere una risposta italiana al barbaro Conan di Arnold Schwarzenegger, approdato sul grande schermo nello stesso anno; man mano che prende forma un’avventura in fotogrammi riecheggiante a suo modo determinati b-movie degli anni Sessanta. Un’avventura che, con orsetto mascotte in agguato, viene orchestrata dal buon Massaccesi – anche sceneggiatore affiancato da un Michele Soavi ancora sconosciuto – sfruttando tutto il campionario fantastico del caso, dai guerrieri armati ai sortilegi; mentre la Sabrina Siani di Sangraal, la spada di fuoco si cimenta in uno dei suoi consueti ruoli di femmina combattiva e il cast include, tra gli altri, Edmund Purdom e la Emanuelle nera Laura Gemser. Al servizio di oltre un’ora e venti di visione che, come sempre, l’autore de La morte ha sorriso all’assassino e Buio omega mette in piedi sfruttando al meglio i pochi mezzi a disposizione… fino alle due sequenze cult basate su un combattimento a suon di spade contro alcune ombre e sull’incontro con il gigantesco aracnide.
I predatori di Atlantide (1983)
Due avventurieri intenzionati a raggiungere il centro America a bordo di uno yacht raccolgono un fisico nucleare, un pilota d’elicottero, una dottoressa e altri due naufraghi di una piattaforma oceanica colpita da un violentissimo tornado e da una gigantesca onda mentre stava ultimando al largo di Miami il recupero di un sommergibile atomico affondato… fino al momento in cui, diretto verso la terra, il gruppo si ritrova su un’isola misteriosa dove regnano morte e distruzione.
Ed è nel 1994 (quindi in epoca futura, se si considera l’anno di realizzazione dei film) che il maestro dei cannibal movie ambienta questo altamente movimento mix di generi messo in piedi tra La casa sperduta nel parco e Inferno in diretta. Un mix che prende avvio alla maniera di un disaster movie, con tanto di evidenti modellini spazzati via dall’inondazione, per poi trasformarsi in un avventuroso dal sapore post-apocalittico quando comincia ad entrare in scena una banda di tutt’altro che rassicuranti motociclisti dal look bizzarro, ovviamente tendenti a richiamare alla memoria i personaggi della saga Mad Max. Un mix il cui titolo strizza chiaramente l’occhio a I predatori dell’arca perduta, con tanto di Harrison Ford ricordato nei connotati attribuiti sulla locandina al protagonista Christopher Connelly, facente parte di un buon cast comprendente, tra gli altri, la bellissima Gioia Maria Scola, Ivan Rassimov, Tony King e il George Hilton divo dei poliziotteschi e dello spaghetti western. Del resto, tra la memorabile decapitazione di uno dei minacciosi motociclisti ed echi provenienti dal cinema di George A. Romero e del John Carpenter di Distretto 13 – Le brigate della morte e 1997: Fuga da New York, è proprio alla maniera di un western che vengono costruite le dinamiche dei diversi scontri a fuoco.
Francesco Lomuscio
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