In dvd, da master in alta definizione torna La caduta degli dei di Luchino Visconti

Siamo nel 1969 e il grande cineasta italiano Luchino Visconti comincia un proprio percorso cinematografico che sarà riconosciuto poi come “trilogia tedesca”, considerata la natura delle produzioni in questione, realizzate grazie al supporto della Germania.

Una trilogia e che, conclusa attraverso Morte a Venezia e Ludwig, rispettivamente datati 1971 e 1974, è stata avviata dall’immenso La caduta degli dei, opera monumentale che parla del nazismo tramite l’occhio di una aristocratica famiglia tedesca, traendo ispirazione direttamente dal Macbeth di William Shakespeare e alle vicende della nota dinastia Krupp.

Siamo nel 1933 e il barone Joachim von Essenbeck (Albrecht Schönhals), anziano padrone di grandi acciaierie, intende cambiare le sorti della sua industria e cedere la vicepresidenza al prescelto Konstantin (Reinhard Kolldehoff), iscritto alle S.A.,  sostituendo di conseguenza l’attuale incaricato antinazista Herbert Thallman (Umberto Orsini). L’annuncio viene fatto proprio nel giorno del compleanno del barone, costringendo di conseguenza Herbert a lasciare la Germania; ma Friedrich Bruckmann (Dirk Bogarde), dirigente delle acciaierie e amante di Sophie (Ingrid Thulin), vedova del figlio di Joachim, uccide von Essenbeck, lasciando che la colpa ricada su Thallman. Inoltre, lo stesso Friedrich resce a sbarazzarsi anche di Konstantin, grazie alla epurazione della S.A. attuata da Hitler, e, di conseguenza, rincorre un obiettivo ben preciso per la sua ambiziosa carriera; senza però calcolare determinati elementi come Martin (Helmut Berger), figlio di Sophie, unico discendente diretto del barone, nonché maggior azionista dell’azienda, il quale, per il bene della stessa industria di famiglia, decide di metterla a disposizione del regime nazista.

Autore capace di descrivere minuziosamente i cambiamenti di un pensiero aristocratico nel corso dei tempi, che si tratti di storie d’amore intenso (Senso) o di saghe famigliari del sud Italia (Il Gattopardo), Visconti ne La caduta degli dei mette a disposizione tutto il proprio sapere di regista dal tocco elegante, parlandoci di una nuova epopea vissuta all’ombra degli albori del nazismo, tra maestose ricostruzioni storiche (scenografie a cura di Vincenzo Del Prato, costumi dell’immancabile Piero Tosi) e una fotografia d’epoca (gestita in tandem da Pasqualino De Santis e Armando Nannuzzi) che rende bene ncora oggi l’atmosfera alla base della vicenda raccontata.

Partendo dagli intrighi di una famiglia dai nobili passati, il regista di Rocco e i suoi fratelli miscela ambizioni di potere dentro e fuori la politica, prendendo come sfondo questo preciso momento storico degli anni Trenta per far sì che venga fuori anche un degno attacco verso l’ostracismo nazista, dettaglio determinante per il cinema di fine anni Sessanta e successivo.

Oltre alla bergmaniana Thulin (Il posto delle fragole, Sussurri e grida, Il silenzio), a riempire questo dramma storico troviamo volti cari del cinema viscontiano quali Bogarde e Berger, compagno di vita di Visconti che qui si esibisce in una riproduzione di una leggendaria sequenza de L’angelo azzurro di Josef von Sternberg, tanto da ricevere poi i complimenti da Marlene Dietrich.

Cinema elegante e diretto, che non fa a meno di rendersi poco accomodante in determinati frangenti (la storia tra l’adulto Martin e la piccola Lisa di Irina Wanka, la strage nazista), La caduta degli dei meritò una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale, stesa da Visconti stesso insieme a Nicola Badalucco ed Enrico Medioli, e due Nastri d’Argento per il regista del miglior film e per il miglior attore non protagonista, andato ad Orsini.

Edito in dvd, da master in alta definizione, grazie a Mustang Entertainment (www.cgtv.it).

 

Mirko Lomuscio