In dvd due titoli per riscoprire il cinema di Maurizio Nichetti: Volere volare e Stefano Quantestorie

Se dobbiamo parlare di un autore italiano che sia stato un valido visionario almeno negli ultimi trent’anni, è impossibile non pensare a Maurizio Nichetti, che, milanese di nascita, ha mosso i primi passi nello spettacolo realizzando sceneggiature per Bruno Bozzetto; prima ancora di studiare l’arte del mimo e di esordire dietro la macchina da presa, nel 1979, con l’atipico Ratataplan, che riscosse un enorme successo.

Da quel momento la sua carriera prese un avvio ininterrotto, lasciando che, col tempo, realizzasse una serie di titoli assurdi quanto comici, tutti atti ad estrapolare l’arte del far ridere secondo i vecchi canoni del cinema muto.

Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it) riedita in dvd due lavori appartenenti alla sua filmografia: il fantasioso cartoon umano Volere volare, che Nichetti co-dirige insieme all’animatore Guido Manuli (anche lui viene dalla scuola di Bozzetto e tra le sue regie troviamo Aida degli alberi), e il singolare Stefano Quantestorie, che anticipò in un certo senso Sliding doors con Gwyneth Paltrow.

 

Volere volare (1991)

La storia è quella del rumorista Maurizio (Nichetti), il quale gestisce insieme a suo fratello Patrizio (Patrizio Roversi) uno studio di doppiaggio; ma, mentre quest’ultimo incentra la sua attività sul mondo del porno, il primo realizza suoni esclusivamente per cartoni animati. Ciò lo spinge a girare per la città all’inseguimento dei rumori più disparati e immaginari, ma in una delle sue ricerche fa conoscenza con la singolare Martina (Angela Finocchiaro), donna che vive sola e che svolge un’attività di assistente sociale particolare, considerando che viene pagata per assecondare persone dalle proposte ridicole quanto indecenti. L’incontro tra i due si rivela essere galeotto, tanto da approdare ad un appuntamento in cui Maurizio scopre una parte di sé ancora sconosciuta, colorata, irreale e simile ad un cartone animato.

Ed è evidente che la realizzazione di questo lungometraggio sia stata spinta dal successo che aveva ottenuto appena tre anni prima il famosissimo Chi ha incastrato Roger Rabbit, ma, anziché scimmiottare quel titolo prodotto dalla Disney, Nichetti decide di mettere mano ad una pellicola atipica, strana per la sua concezione di cartoon umano. Basta pensare che la trama si indirizza verso una storia d’amore estremizzata, adulta in superficie, senza disdegnare nudi femminili (della generosa Finocchiaro) e incentrandosi sulla scoperta del sesso.

Tanto di cappello per il coraggio dimostrato in questo frangente, tanto che Volere volare diventa forse il film che maggiormente rappresenta il cinema di Nichetti, unendo le sue due passioni cardine (i cartoni animati e la celluloide muta) e facendo sfoggio di volti scelti a dovere (oltre ad una bravissima Finocchiaro, da segnalare un Roversi in versione fratello scaltro con le donne e di una Mariella Valentini nel ruolo di un’amica di Martina in cerca perenne di un uomo).

Superlativi gli effetti visivi utilizzati, che nulla hanno da invidiare alle produzioni hollywoodiane dell’epoca (compresa la citata opera di Zemeckis), e premio per la miglior sceneggiatura (ad opera di Nichetti e Manuli stessi) ai David di Donatello.

Ricco il comparto extra del disco: Galleria fotografica, trailer, Premi e Autori, sei minuti di intervista a Nichetti e Manuli, cinque di provino alla Finocchiaro e la Valentini, cortometraggio di prova comparato con il girato di Volere volare, un diario delle riprese in undici estratti testuali, il dietro le quinte Lavorazioni speciali, diviso in tre parti, otto locandine internazionali del film e commento degli autori.

 

Stefano Quantestorie (1993)

Questa è la storia di Stefano (Nichetti), le storie di Stefano, che in un’ipotetica varietà di vite intrecciate faceva il carabiniere, l’insegnante, il sassofonista, il pilota di aerei o il padre di famiglia annoiato, generando ulteriori ipotesi esistenziali per il bene dei suoi genitori (Renato Scarpa e Milena Vukotic) e amando di volta in volta svariate donne, che si tratti della hostess Angela (Elena Sofia Ricci), della petulante Costanza (Caterina Sylos Labini) oppure della misteriosa giocattolaia Chiara (Amanda Sandrelli). Solo il destino saprà dirgli quale è la giusta vita da intraprendere, andando così incontro all’happy end ricercato e ambito.

Assurdo quanto poco venga ricordato negli anni questo titolo diretto da Nichetti, lungometraggio enormemente intriso di quella creatività che oggi il cinema italiano può soltanto sognare. Colpisce la maniera in cui questo originale racconto misceli diversi punti di vista e modi gestire una storia, concedendo al suo regista/interprete di sviluppare originali giochi di montaggio (a cura della brava Rita Rossi) che incalzano di minuto in minuto il calibratissimo script (a firma di Nichetti stesso insieme a Laura Fischetto).

Si spazia quindi dalla commedia al sentimentalismo, con un pizzico di dramma e perfino di crime movie, mentre Nichetti mette in piedi un’operazione talmente originale che è facile pensare possa aver ispirato anche lungometraggi d’oltreoceano (al di là del citato Sliding doors, si pensi anche a Melinda e Melinda di Woody Allen, del 2004).

Arricchiscono la riuscita del film la presenza di volti noti come quelli dei bravissimi Scarpa e Vukotic, più le altrettanto valide Ricci, Sylos Labini e Sandrelli. Nota curiosa: la presenza di un semi esordiente James Thiérrée nei panni di Stefano da adolescente, rampollo della famiglia Chaplin che qui sfoggia doti comiche memori di suo nonno Charles, omaggio voluto e gradito da Nichetti.

Trailer, due minuti di prove costumi e acconciature, nove di finale alternativo, un diario delle riprese diviso in undici estratti testuali), commento audio e filmografia del regista, galleria fotografica, il manifesto e Versione interattiva (gioco che consente di scegliere una vita per il protagonista Stefano) arricchiscono la sezione extra del disco.

 

Mirko Lomuscio