In dvd il crudo universo della prostituzione di Hope lost, con Danny Trejo e Michael Madsen

Diretto nel 2015 dal David Petrucci che si occupò tre anni prima della vicenda di serial killer Canepazzo, approda in dvd sotto il marchio CG Entertainment (www.cgentertainment.it) Hope lost, rientrante, insieme ad Andròn: The black labyrinth di Francesco Cinquemani e 2047: Sights of death di Alessandro Capone, nello stuolo di produzioni di genere italiane messe in piedi da Andrea Iervolino e Monika Bacardi sfruttando un cast di divi internazionali.

Con un ottimo Diego Pagotto a fargli da spietato scagnozzo, infatti, sono il tarantiniano Michael Madsen e Danny”Machete”Trejo a gestire il traffico di prostituzione romana in cui finisce una giovanissima rumena, col sogno di diventare attrice, dalle fattezze della televisiva Francesca Agostini, dopo che ha incontrato in un club un produttore a quanto pare interessato a lanciarla in uno show televisivo.

Produttore incarnato da Andrey Chernyshov e che, insieme a Daniel Baldwin, completa un comparto attoriale in cui la Mischa Barton di The sixth sense – Il sesto senso si trova a fare da collega della strada della altamente ingenua protagonista, intenta come lei a cercare di fuggire dallo squallido mondo in cui sono finite.

Perché, riportando in un certo senso a quella nostra Settima arte degli anni Settanta che, tra Fernando Di Leo e i fratelli Corbucci, coinvolse star estere al fianco di caratteristi tricolori (ricordate i vari Jack Palance, David Hemmings e Richard Conte?), Hope lost è proprio uno squallido mondo che delinea nel corso della sua ora e mezza.

Uno squallido mondo che è, poi, quello in cui viviamo ma di cui molti indigeribili aspetti risiedono tutt’altro che alla luce del sole, in un universo tanto concreto quanto brutto, sporco e cattivo tempestato di individui unicamente interessati al profitto economico, a costo del sacrificio di vittime innocenti.

Uno squallido mondo che Petrucci racconta in fotogrammi senza scadere in moralismi e senza lasciar intravedere un filo di speranza, come il titolo stesso dell’operazione suggerisce; man mano che fa la sua entrata in scena anche Alessia Navarro nei panni di una misteriosa cliente omosessuale.

E, sebbene s’intraveda lo spettro del torture porn post-Hostel, non vi è, in realtà, nessuna immagine altamente esplicita e impressionante in Hope lost, scandito da una veloce narrazione che ne rende decisamente godibile il crudissimo miscuglio di noir, denuncia sociale ed evidente retrogusto a metà strada tra l’horror e l’action… fino ad una sequela di inaspettati colpi di scena.

 

 

Francesco Lomuscio