Quattro anni dopo essersi fatto notare con l’opera prima Sogno di una notte d’estate, datata 1983, l’allora neo regista del panorama italiano Gabriele Salvatores decise di tirare su una pellicola che cominciasse a mettere a nudo il proprio stile, innanzitutto prendendo nel cast un gruppo di volti che avrebbero fatto parte del suo immaginario cinematografico.
Ed è così che, coinvolgendo alcuni astri nascenti del cabaret quali Paolo Rossi, Gigio Alberti, Antonio Catania, Claudio Bisio, Bebo Storti e Silvio Orlando, più la partecipazione di Mara Venier e Nanni Svampa e la comparsata non accreditata di Diego Abatantuono, venne fuori il titolo Kamikazen (Ultima notte a Milano), assurda pellicola che guarda al mondo dei commedianti off, cucendo addosso a queste figure uno spaccato tra verità e pura finzione e traendo ispirazione da una piece teatrale di Trevor Griffiths.
La storia è quella di un pugno di cabarettisti che ricevono un giorno l’offerta di una vita da un manager truffaldino di nome Mario Corallo (Flavio Bonacci): pagando ciascuno la cifra di centomila lire avranno l’occasione di apparire in tv, davanti alle telecamere del noto programma Drive in.
Hanno ventiquattro ore di tempo per prepararsi, durante le quali tutto è consentito, pur di svoltare e di poter finalmente sfondare a suon di battute ironiche, sarcastiche e sardoniche.
Prima di avventurarsi nella trilogia della fuga iniziata con Marrakech Express, proseguita tramite Turnè e conclusasi grazie al premio Oscar Mediterraneo, Salvatores si dimostrò artista dall’occhio parecchio avanguardistico, utilizzando la sua narrativa oltreoceano che vacillava tra la cultura italiana e la tecnica estera con fare molto rivoluzionario. Cosa non da poco, se pensiamo che Kamikazen (Ultima notte a Milano) viene da quegli anni Ottanta che vedevano la città della “Madonnina” esclusivamente protagonista di pellicole ironiche e solari sul mondo “da bere”.
Il buon Gabriele decide di andare controcorrente, ne tira fuori un’immaginaria città notturna e urbana, dove è la periferia a prendere piede nella caratterizzazione dei suoi personaggi, tutte sagome borderline abitanti del sobborgo milanese. Volti che, con il passare degli anni, avrebbero trovato una loro strada cinematografica, confermando Kamikazen (Ultima notte a Milano) come film dalla scelta del cast più lungimirante di sempre.
Infatti, oltre ai nomi già citati, possiamo notare la partecipazione minimale degli esordienti Aldo Baglio e Giovanni Storti (sì, proprio i due del trio Aldo, Giovanni e Giacomo), di David Riondino e di Raul Cremona (quest’ultimo non accreditato), senza contare lo stesso regista in un piccolo ruolo.
Per rinfrescare la memoria agli amanti della commedia e del cinema di Salvatores, Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it) riedita Kamikazen (Ultima notte a Milano) in dvd nella collana La cineteca di Gianni Canova, con annessi interessanti come un’introduzione al film per mano del noto critico cinematografico (durata nove minuti) e un’intervista fatta dallo stesso a Gabriele Salvatores (durata venticinque minuti).
Mirko Lomuscio
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.