In dvd La ragazza fuoristrada, Addio ultimo uomo e La bocca

La ragazza fuori strada, Addio ultimo uomo e La bocca sono tre titoli che entrano a far parte della sempre più ricca library dvd di CG Entertainment (www.cgentertainment.it), il primo e il terzo sotto il marchio Mustang.

Tre titoli completamente diversi tra loro e che hanno con ogni probabilità in comune soltanto la loro assenza fino ad oggi nel mercato dell’home video digitale italiano e il fatto che, in tre maniere del tutto differenti, tirino in ballo la tematica del sesso.

 

La ragazza fuoristrada (1973)

Secondo lungometraggio cinematografico interpretato dalla bellezza etiope Zeudi Araya, dopo l’esordio dell’anno prima La ragazza dalla pelle di luna, sotto la regia dello stesso Luigi Scattini la vede nei panni di una giovane nubiana che fa innamorare di sé un giornalista dai connotati di Luc Merenda, in Egitto per realizzare un servizio riguardante una nuova vettura fuoristrada.

Da qui, con l’uomo che convince la ragazza ad andare in Italia con lui per convolare a nozze, sulla scia della pellicola precedente qualcuno si sarebbe potuto aspettare un lungometraggio a forte componente erotica; mentre, sebbene fugaci “momenti caldi” non manchino, la quasi ora e mezza di visione si concretizza in un dramma sentimentale mirato a sfornare una forte critica nei confronti del razzismo, impensabile nell’Italia dell’epoca della realizzazione del film. Infatti, la Araya finisce per rappresentare l’elemento destabilizzante nella provincia tricolore raccontata, inizialmente tanto accogliente nei suoi confronti, ma in realtà impegnata a nascondere ostilità e timore nei riguardi delle persone di colore. E, se il cast, comprendente Giacomo Rossi Stuart, Martine Brochard, Lucretia Love e Tony Kendall (all’anagrafe Luciano Stella) appare decisamente ricco, la malinconica colonna sonora a firma di Piero Umiliani rappresenta un fondamentale valore aggiunto.

Ventuno minuti di intervista a merenda e quasi otto di dichiarazioni testuali del regista fanno da contenuti speciali.

 

Addio ultimo uomo (1978)

Con una onnipresente voce narrante dell’attore Riccardo Cucciolla impegnato a leggere testi scritti dal giornalista Vittorio Buttafava, un documentario etnografico che rappresenta il quarto tassello di un ideale pentalogia riguardante il Continente nero che si completa col successivo Africa dolce e selvaggia e i precedenti Africa segreta, Africa ama e Magia nuda.

Una pentalogia realizzata da Alfredo e Angelo Castiglioni, i quali si concentrano in questo lungometraggio su culture ancestrali come quelle dei Kapsiky in Africa centrale, dei Nuba del Sudan e degli Shilluk, immortalando lotta per la sopravvivenza, oroscopo dei granchi, guerre tribali, conflitti tra guerrieri, danze erotiche, riti volti a fertilizzare la terra, conventi dedicati al culto del fallo e celebrazioni funebri. All’insegna di un vero e proprio viaggio alla ricerca delle tribù primitive, ma che, allo stesso tempo, non manca neppure di mostrare la maniera in cui l’uomo metropolitano viva invece la solitudine cercando sensazioni violente nella pornografia in un mondo divenuto estraneo.

Nel corso di oltre un’ora e venti di visione che, infarcita anche di immagini decisamente liriche impreziosite dal commento musicale ad opera di Franco Godi, individua il proprio lato interessante nel lasciar emergere, tra un filmato impressionante e l’altro, come le pratiche maggiormente cruente siano, in realtà, quelle attuate dalla medicina occidentale (chirurgia estetica e liposuzione mettono decisamente a dura prova lo stomaco dello spettatore).

Parlando dei mondo movie, filone cinematografico in cui rientra Addio ultimo uomo, lo fa notare anche Davide Pulici della rivista Nocturno nella sezione extra del disco.

 

La bocca (1991)

La bella Tahnee Welch del vanziniano Amarsi un po’… è una ragazza prossima al matrimonio che, chiamata a restaurare un affresco in una villa in Toscana, giunta sul posto rimane incuriosita e affascinata dal figlio sordomuto della padrona di casa, sorta di giovane Apollo interpretato da Rodney Harvey e che vive in un mondo a sé.

L’incipit di circa un’ora e quaranta di visione in cui, man mano che scopre una serie di verità nascoste relative alla famiglia che la ospita e che solidarizza con l’anziana matriarca che vive relegata nelle proprie stanze, incarnata dalla indimenticabile Alida Valli, la protagonista sente farsi strada dentro di sé il dubbio esistenziale sulle scelte che sta per effettuare. In quanto, come recita la il retro della fascetta del dvd, abbiamo “la bellissima Tahnee Welch coinvolta in una spirale di sensualità, sullo sfondo di uno scenario dove l’arte, il dramma e l’amore si legano indissolubilmente”.

Uno scenario fascinosamente borghese immerso in un’atmosfera raffinata, morbida e morbosa da un Luca Verdone che, reduce dalla regia di 7 chili in 7 giorni, intendeva con questo film – che doveva inizialmente intitolarsi L’amore silenzioso – differenziarsi dal fratello Carlo e dagli altri colleghi dediti esclusivamente alla commedia. Un film che nella sua idea doveva essere una pellicola erotica sulla scia di quelle realizzate da Bernardo Bertolucci e il cui titolo potrebbe erroneamente spingere a pensare ad un’operazione “spinta” per cavalcare il periodo del successo dei vari La chiave e Miranda di Tinto Brass. Tipologia di elaborati in fotogrammi con cui non ha nulla a che vedere La bocca, che, con il sesso ridotto al minimo e un cast comprendente anche Monica Scattini, Massimo Bonetti e Claudine Augier, si risolve in un’analisi dei sentimenti dal respiro in parte francese, in parte anglosassone.

Con trentaquattro minuti di intervista al regista quale contenuto extra.

 

Francesco Lomuscio