In dvd l’animo rivoluzionario de La costanza della ragione di Pasquale Festa Campanile

Nome intramontabile della nostra cinematografia, prima di intraprendere la carriera di regista Pasquale Festa Campanile è stato un prolifico sceneggiatore che ha contribuito parecchio alla costruzione della cosiddetta Commedia all’Italiana, mettendo mano al trittico cominciato con Poveri ma belli di Dino Risi e ottenendo addirittura ad una nomination agli Oscar per Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy.

Il salto dietro la macchina da presa avvenne nel 1963 con Un tentativo sentimentale, seguito l’anno dopo da Le voci bianche; contemporaneamente al quale derivò da un romanzo di Vasco Pratolini un’opera appartenente ad un periodo a dir poco rivoluzionario, prossimo al ribaltamento che sarebbe poi verso il 1968: La costanza della ragione.

L’intenzione era quella di portare su grande schermo una storia italiana con sprazzi di pura Nouvelle vague, che nei primi anni Sessanta andava per la maggiore, in modo da analizzare alla perfezione l’animo anticonformista di alcuni giovani dell’epoca. Infatti il protagonista Bruno Santini (Sami Frey) è un giovane idealista cresciuto con i consigli rivoluzionari dell’amico di famiglia Millo (Enrico Maria Salerno).

Una volta raggiunta l’età adulta, il ragazzo vorrebbe entrare a lavorare in una grande azienda, ma senza perdere un briciolo dei suoi principi; proprio per questo, però, non riesce a raggiungere l’obiettivo, guardando oltre. Soltanto dopo aver conosciuto la bella Lori (Catherine Deneuve) decide di rivedere la sua situazione, in quanto l’amore per la ragazza lo porta a cambiare idea, ribaltando completamente le sue posizioni idealiste ed estreme.

Pellicola in bianco e nero appartenente ad una celluloide italiana ormai lontana anni luce, La costanza della ragione è una piccola operazione che parla del Bel Paese che fu e che da un po’ di tempo non vediamo più, nonostante i dettagli di fondo di determinati argomenti (la vita industriale, il tradimento dei propri principi per un obiettivo preciso).

Festa Campanile riesce a creare uno spaccato sincero della nazione, mettendo in piedi un racconto che affronta crisi interiori ed esteriori, diritto al lavoro e desiderio di amare, miscelando col giusto calibro sentimento e rabbia. Un grido di libertà e passione in fotogrammi che anticipa di gran lunga il già citato contesto rivoluzionario sessantottino.

Il tutto affidato ai giovani volti di Frey e di una ventunenne Deneuve, coppia transalpina che rende il peso della co-produzione francese, più l’apporto di un determinante Salerno e di altre facce nostrane (citiamo Valeria Moriconi e Glauco Mauri).

Edito in dvd da Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it) , con tre scene mancanti della versione integrale, prive di audio, come contenuto speciale.

 

Mirko Lomuscio