Due nuovi inediti cinematografici si aggiungono al sempre più ricco catalogo dvd di Blue Swan Entertainment: The seeding di Barnaby Clay e Pacific fear di Jacques Kluger.

Il primo di nazionalità statunitense, il secondo proveniente dalla Francia, due titoli accostabili in quanto thriller dall’ambientazione tutt’altro che metropolitana.



The seeding (2023)

Lo Scott Haze visto, tra l’altro, in Child of God di James Franco e Jurassic world – Il dominio di Colin Trevorrow veste i panni di Wyndham, il quale, avventuratosi nel deserto con l’intenzione di fotografare l’eclissi solare, finisce catapultato in un autentico incubo ad occhi aperti dal momento in cui, smarritosi e ospitato per la notte dalla solitaria Alina alias Kate Lyn Sheil, che vive all’interno di una baracca, si ritrova intrappolato nel canyon e scopre di non poter contare sul fatto di essere solo come credeva. È infatti una combriccola di individui dalle intenzioni di certo non buone a tenerlo sotto controllo studiando ogni sua mossa; mentre le imponenti pareti rocciose contribuiscono ad aumentare l’inquietudine trasmessa dal vasto scenario circostante.

Ed è attraverso una suddivisione in capitoli che il regista – specializzato in videoclip e qui al suo primo lungometraggio di finzione – provvede a strutturare lentamente quella che si rivela fotogramma dopo fotogramma un’autentica lotta per la sopravvivenza contro una natura ostile (e non solo). Una lotta per la sopravvivenza che, trasudante angoscia, per situazione e scenografie ricorda in un certo senso precedenti opere quali 127 ore del britannico Danny Boyle o l’australiano Outback di Mike Green… dalle quali, però, con tanto di protagonista pronto ad essere rinchiuso in una gabbia, Clay prende evidentemente le distanze privilegiando un’atmosfera allucinata e a tratti quasi onirica, fino ad una chiusura che non si può davvero definire consolatoria.



Pacific fear (2024)

Un’isola abbandonata nella Polinesia francese è secondo quattro ragazze – tra le quali la Sarah di Adèle Galloy – il posto ideale in cui vivere la vacanza dei loro sogni all’insegna del surf… se non fosse per il fatto che, a loro insaputa, una volta giunte nel posto qualcuno o qualcosa le osserva di nascosto e non sembra essere per nulla disposto ad accettarle nel suo territorio. Del resto, recita “Faranno di tutto per difendere la loro isola” il retro della fascetta del disco di questa oltre ora e venti di visione collocabile nel filone cinematografico dei surfisti in pericolo, in cui rientrano, tra i molti titoli, il poco conosciuto Blood surf di James D.R. Hickox e Paradise beach – Dentro l’incubo di Jaume Collet-Serra.

Però, mentre lì avevamo, rispettivamente, un gigantesco alligatore e un ferocissimo squalo pronti a fare banchetto, in questo caso non siamo nell’ambito dell’eco-vengeance (sottogenere dell’horror a base di animali assassini), bensì in quello dei film fantasiosamente incentrati sulle conseguenze dei test nucleari (che qui apprendiamo condotti sull’isola dai francesi molti anni addietro), con tanto di più o meno vaghe influenze provenienti da cult movie quali Le colline hanno gli occhi di Wes Craven e Wrong turn – Il bosco ha fame di Rob Schmidt. E, sebbene la situazione portata in scena sia facilmente accostabile a quella di un cannibal movie, Kluger – del quale ricordiamo Play or die. Gioca o muori – non punta all’intrattenimento truculento da slasher (anche se un minimo di splatter non manca) e si concentra sulla tesa evoluzione da survival movie… fino ad un epilogo apertissimo.


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