In dvd l’inedita presenza aliena di Polymorph

Lanciati nel mercato dell’home video digitale italiano Robot ninja e Zombie cop, Home Movies prosegue la propria diffusione su suolo tricolore dei lavori di J.R. Bookwater rendendo disponibile su supporto dvd – in collaborazione con Digitmovies – Polymorph, datato 1996.

Ma chi è J.R. Bookwalter? Classe 1966 e originario dell’Ohio, è uno di quei nomi che, fin dai gloriosi tempi del boom delle videocassette, hanno saputo dimostrare come confezionare spassosi prodotti di genere senza dover necessariamente disporre di capitali esorbitanti.

Che si tratti di un fumettista che finisce per fare giustizia nella propria città travestendosi come il supereroe da lui stesso ideato o di un poliziotto tornato dall’aldilà per affrontare uno stregone Voodoo, Bookwalter riesce sempre a conquistarsi il suo pubblico di amanti dei b-movie e del trash volto tutt’altro che alla seriosità.

E non è da meno neppure Polymorph, che, in questo caso esclusivamente visionabile in versione originale sottotitolata in italiano, è accompagnato dalla tagline “I volti della paura sono innumerevoli… ma il più mortale è quello che non conosci”.

Perché il titolo fa ovviamente riferimento all’aggettivo “polimorfo”, indicato per definire chi è in grado di assumere diverse forme, proprio come la mostruosa e gelatinosa creatura aliena caduta nei boschi di una sperduta regione montana.

Boschi in cui si trovano sia una combriccola di spacciatori di droga che due giovani praticanti di un vicino centro medico-scientifico; tutti ovviamente destinati a rappresentare il campionario umano che deve vedersela con la minaccia extraterrestre.

Una minaccia che porta inizialmente a pensare all’ennesima variante del plot alla base del super classico L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel, ma che non può fare a meno di richiamare alla memoria La cosa di John Carpenter dal momento in cui apprendiamo che, più che controllare i cervelli e i corpi dei terrestri, li replica perfettamente, in versione malvagia, dopo averli toccati.

Nel corso di oltre un’ora e venti di visione che, accompagnata da didascalie tipiche delle strisce disegnate probabilmente per rievocare proprio l’atmosfera delle fanta-storie su carta amate dal pubblico dei ragazzi in cerca di divertimento da brivido, fa del movimento la propria parola d’ordine.

Man mano che un tripudio di raggi di colore verde fluorescente tempestano l’avvicendarsi dei fotogrammi al fine di testimoniare la presenza della pericolosa entità, trasportandoci più di ogni altro aspetto nel mood di quella exploitation indipendente made in USA che risulta sempre più lontana in un terzo millennio dominato dalla sempre più elaborata effettistica digitale o, in alternativa, dal clima di parodia di Sharknado e delle altre produzioni Asylum.

Quindi, chiamate gli amici e inserite nel lettore Polymorph, accompagnato nella sezione extra da dodici minuti di riprese sul set, undici di audizioni, ventinove di making of e quasi dieci di bloopers e scene tagliate.

 

  

Francesco Lomuscio